Pasta e pizza ambasciatori italiani nel mondo.
Se tutto il mondo è paese come recita un vecchio slogan, una delle prime espressioni di unifrmità è proprio il cibo, ed in particolare pasta e pizza, due elementi base della cucina italiana che dagli ultimi dati sembrano davvero alla conquista del pianeta. Secondo una ricerca eseguita dalla Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi)sarebbero 72.000 gli esercizi tra trattorie, ristoranti e pizzerie, censiti all’estero, cioè circa lo stesso numero di quelli presenti nel territorio nazionale. Per oltre 3 milioni di clienti lavorerebbero ogni giorno nel mondo circa 500.000 persone, generando un giro d’affari di 30 miliardi di dollari. E non a discapito della qualità, che anzi è esponenzialmente passata da una ristorazione di sussistenza, legata ai grandi flussi di emigrazione che caratterizzarono l’inizio del Novecento, ad una cucina fatta di ricercatezza e garantita da marchi prestigiosi, come il celebre Cipriani a New York.
“La ristorazione italiana nel mondo – dichiara Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe – è una grande opportunità per il Paese fino da oggi fortemente sottovalutata. Quale altro Paese al mondo, esclusa la Cina, ha la fortuna di avere una rete di ristoranti che ha oltre un miliardo di contatti l’anno, come la nostra? In una fase economica drammatica come quella italiana non dovremmo sprecare qualsiasi opportunità di ripresa. Ed export alimentare e soprattutto turismo sono settori che possono darci molto in questo senso. Il modo di alimentarsi, il modo di condividere un evento – afferma – sono cose che la nostra grande tradizione eno-gastronomica, unita al nostro senso dell’ospitalità, possono far diventare un patrimonio dell’intera umanità”.
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