La Fipe dice “no” alla pizza Doc della Coldiretti che sarà presentata a Napoli domattina. “Ognuno deve fare il proprio mestiere, anche per non aggiungere altra confusione al consumatore. Quindi, piuttosto che firmare la pizza, sarebbe meglio che gli agricoltori continuassero ad occuparsi di coltivazioni e allevamenti, tralasciando attività che non possono essere improvvisate”. Il presidente Fipe, Lino Enrico Stoppani, non risparmia quindi critiche all’iniziativa della pizza firmata dagli agricoltori a garanzia della qualità degli ingredienti utilizzati. “C’è da migliorare il controllo sulle frodi alimentari e bisogna evitare di stressare la capacità di resa di terreni – scrive la Fipe -, alimentare meglio il bestiame, gestire con cura cascinali e il territorio, spesso abbandonati e incolti, offrire prodotti di qualità e sicuri”. “È tempo che in Italia l’agricoltura riprenda il ruolo che le compete per storia e tradizione – ribadisce Stoppani -, tornando alla terra e alla cura degli animali e lasciare che siano i pizzaioli ad occuparsi delle pizze”. “I primi a porre il problema e a reclamare attenzione contro la dequalificazione che penalizza la pizza italiana – ha continuato Stoppani – sono proprio gli esercenti. Gli italiani hanno bisogno di messaggi precisi e chiari. Una pizza veramente italiana è fatta di buoni ingredienti, di professionalità e di competenze che non si inventano”. E sul settore della qualità degli alimenti, sottolinea la federazione pubblici esercizi, c’è ancora “molto da fare”. Secondo l’ultimo rapporto “Italia a Tavola”, ricorda la Fipe, i Nas hanno sequestrato duecento tonnellate di prodotti nel settore delle carni e degli allevamenti per un valore di 72 milioni di euro. Non va meglio nel settore dell’ortofrutta, delle conserve, farine, latte, mangimi, olio e neanche va meglio nel settore dell’agricoltura biologica contaminata da fitofarmaci oltre i limiti consentiti, presenza di Ogm, false etichettature e ingredienti illeciti. Domani nel capoluogo partenopeo la Coldiretti prevede una iniziativa in cui saranno svelati dal vivo gli inganni che troppo spesso si nascondono dietro la preparazione delle pizze vendute come italiane. Si tratta, secondo la Coldiretti, di una “operazione verità” sul prodotto più consumato fuori casa dagli italiani sarà accompagnata, dalla presentazione della prima pizza firmata dagli agricoltori che ne garantiscono l’originalità degli ingredienti, “per aiutare i cittadini – dice l’organizzazione degli agricoltori – a scegliere consapevolmente”.
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