Riconoscere la qualifica di pizzaiolo professionista e creazione di un albo nazionale. Primo firmatario del Ddl è stato il Senatore Bartolomeo Amidei (VIDEO Senatore Amidei), successivamente sottoscritto da altri 22 senatori e depositato alla commissione Industria di Palazzo Madama.
Il provvedimento, che si compone di dieci articoli, prevede che il riconoscimento della qualifica spetti a chi consegue un diploma rilasciato da associazioni di categoria dopo una verifica teorico-pratica basata su 120 ore di corso. L’iscrizione all’Albo nazionale dei pizzaioli professionisti diviene condizione necessaria per l’esercizio dell’attività. “Dietro una pizza c’è un grande lavoro e una seria professionalità“, ha spiegato Amidei nel corso di una conferenza stampa nella sala Nassiriya del Senato. “Il ddl serve a dare giustizia a chi svolge questa professione che va valorizzata e riconosciuta -ha aggiunto- perché la pizza è un prodotto made in Italy tra i più conosciuti al mondo che va tutelato“.Relatrice del Ddl è stata la Senatrice Paola Pelino ( VIDEO Senatrice Polino) che tra le altre cose ha dichiarato:
“Sostengo il disegno di legge perché è un fatto di giustizia. La professione di pizzaiolo è stata tenuta fino a oggi in secondo piano, quasi a figura folkloristica a scapito della professionalità. Cominceremo un ciclo di audizioni una volta esaurito il ddl Concorrenza, l’obiettivo è far diventare legge il testo entro l’anno“.
Pizza.it School, i rappresentanti di altre scuole e, soprattutto, molte associazioni di categoria oggi si sono radunate a Roma per raggiungere un obiettivo comune, senza personalismi, e arrivare al riconoscimento legislativo di questa importante qualifica professionale.
“Oggi la professione ha acquisito prestigio ma è un orgoglio limitato dal fatto che ancora non è riconosciuta con un Albo” ha dichiarato Evandro Taddei (A.P.A), relatore insieme ad Antonio Pace (AVPN), Alfredo Folliero (UPTR), Maria Teresa Bandera (APES), Giuseppe Longo (CIP) e Franco Venni (ARCO).“Il pizzaiolo è un artista, un artigiano che deve avere una qualifica, mentre la fama se la intestano in tanti senza averne i requisiti. Per questo il settore va regolamentato“, ha tenuto a specificare Giuseppe Longo.
Il Ddl 2280 ripropone per i pizzaioli, in 10 articoli, l’iter classico degli ordini professionali “classici”, a partire dal “riconoscimento della qualifica” a chiunque, previa verifica teorica pratica della professionalità acquisita davanti ad apposita commissione di esperti, consegua un diploma di competenza rilasciato esclusivamente dalle associazioni riconosciute dal Mise e dal Comitato nazionale pizzaioli, e iscrizione all’ A.p.p., l’Albo professionale dei pizzaioli. Riconoscimento “di diritto” invece per i maestri pizzaioli, ovvero chi esercitata la professione da almeno 10 anni o dirige equipe con almeno quattro aiuto-pizzaiolo.
Diploma dopo prova teorico-pratica e 18 mesi di professione
L’articolo 2 dettaglia i requisiti per lo stesso diploma: esercizio della professione da almeno 18 mesi, superamento della prova di teoria e pratica (con obbligo di aggiornamento ogni 5 anni), almeno 120 ore di formazione professionale (con pratica di laboratorio, lingue straniere, scienza dell’alimentazione e basi di igiene).
In Italia una pizzeria sforna mediamente 80 pizze al giorno, che moltiplicate per il numero delle pizzerie presenti sul territorio, diventano 4 milioni al dì.
Da italiani abbiamo la responsabilità di difendere il made in Italy: oggi in Italia circa 100mila persone `fanno pizza´, con gli aiuto-pizzaioli arriviamo a 150mila”.
Hanno caratterizzato la chiusura dei lavori i visi soddisfatti dei partecipanti:
UMBERTO BACHETTI ( Pizza.it School)
MARIA TERESA BANDERA (Apes)
ANTONIO PACE (Avpn)
ALFREDO FOLLIERO (Ueptr)
WALTER BOTRUGNO (Anpir)
BRUNO SGANGA (Api)
CARMINE COVIELLO ( Apn)
PINO LONGO (Cip)
EVANDRO TADDEI (Apa)
FRANCO VENNI (ARCO associazione consumatori)
MASSIMO PUGGIONI e DAVID MANDOLIN (Pizza New)
(Foto in basso: Bartolomeo Amidei, Walter Botrugno, Paola Pelino, Pino Longo)
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