Non si è ancora placata la polemica divampata tra Napoli e Treviso, a causa di un cartello promozionale che riportava “Mozzarella di bufala, prodotto veneto, Istrana”, che già ne segue un’altra molto più accesa tra le regioni Campania e Puglia, scaturita a seguito del riconoscimento Dop alla mozzarella pugliese di Gioia del Colle, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale lo scorso 28 agosto.
Infatti la Regione Campania si oppone fermamente poichè ritiene che la denominazione proposta violi quanto stabilito in materia dalla normativa europea. “La denominazione in questione è, infatti, in parte omonima a quella della Dop “Mozzarella di Bufala Campana“, a parlare è Franco Alfieri, consigliere del presidente della Regione, De Luca, per l’Agricoltura, Foreste, Caccia e Pesca.
“Porremo in essere tutte le azioni necessarie per tutelare la mozzarella di bufala campana Dop, prodotto di punta del nostro agroalimentare.
Saremo al fianco dei produttori e dell’intera filiera per sostenere le loro legittime ragioni ed evitare cosi che i consumatori siano tratti in inganno da un prodotto che non ha nulla a che spartire con il nostro, rinomato ed apprezzato in tutto il mondo.
Infatti, la nuova denominazione proposta per il prodotto pugliese non consente di distinguere l’origine del latte utilizzato, quello bovino, che proviene dunque da una specie diversa da quella cui si deve la nostra Dop. Le imprese e i lavoratori del comparto esprimono un’eccellenza, per tutelare la quale l’amministrazione regionale si batterà nelle sedi opportune“, conclude Alfieri, cui fa seguito Luigi Barone che dichiara: “la vicenda della Mozzarella e della presentazione di due Dop è un errore madornale e grossolano del ministero dell’Agricoltura a cui va data una soluzione“, afferma Barone.
“Faccio appello al governatore De Luca e alla Regione Campania e al Consorzio di tutela della Mozzarella di bufala campana affinchè presentino ricorso contro una decisione del Governo ingiusta e dannosa per un marchio già esistente” prosegue Luigi Barone, componente della direzione nazionale di Alternativa Popolare.
“Confondere i marchi – aggiunge – è sbagliato e deve essere il ministero a vigilare ed evitare tali situazioni paradossali“.
La notizia dell’avvenuta pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale lo scorso 28 agosto, è stata accolta con viva soddisfazione dai pugliesi che hanno visto premiato il loro impegno a valorizzare la famosa treccia di Gioia del Colle; un prodotto realizzato con latte vaccino da vacche allevate in Puglia: un specialità genuina e locale prodotta nei territori dei comuni di Castellaneta, Crispiano, Laterza, Martina Franca, Massafra, Mottola per la provincia di Taranto e di Acquaviva delle Fonti, Alberobello, Altamura, Casamassima, Cassano delle Murge, Castellana Grotte, Conversano, Gioia del Colle, Gravina in Puglia, Locorotondo, Monopoli, Noci, Putignano, Sammichele di Bari, Santeramo in Colle, Turi per la provincia di Bari.
Il prestigioso riconoscimento è stato ottenuto grazie al contributo dei Gruppi di azione locale e dell’Associazione allevatori Puglia.
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