E’ sulla bocca di tutti che Flavio Briatore aprirà una pizzeria Crazy Pizza a Napoli e monta la polemica con Gino Sorbillo
Nulla di strano verrebbe da dire, in fondo si sa che il famoso imprenditore piemontese è il titolare del brand Crazy Pizza e non sono poche le pizzerie avviate nel mondo con questo marchio; perché quindi non dovrebbe aprirne una anche a Napoli, proprio li dove la pizza è nata?
Ciò che è balzata agli occhi non è la notizia in se, bensì la fragorosa grancassa mediatica che a livello nazionale ha fatto seguito all’annuncio dato dall’imprenditore.
Una persona, dopo aver appurato che tutte le testate giornalistiche hanno scritto dello sbarco di Briatore nella città partenopea, potrebbe giustamente pensare che la società dell’imprenditore abbia investito molto nella campagna pubblicitaria e anche in moltissimi redazionali sponsorizzati.
Invece nulla di ciò, al titolare del Billionaire e Team Manager della Renault è bastato rispondere con un video a Gino Sorbillo che a sua volta aveva criticato il nome “Vesuvio”, e non la bontà della stessa, riservato ad una specialità che al Crazy Pizza proporranno per omaggiare Napoli e i prodotti tipici campani. Di fatto l’imprenditore si è inventato quella che potremmo definire una sfida all’ultima pizza contro il famosissimo pizzaiolo napoletano nella città che alla pizza ha dato i natali, è il gioco è stato fatto.
Il tempo di improvvisare un video condito di polemiche per rispondere al famoso “pizzaiuolo” napoletano e pubblicarlo in rete, che già mezza Italia ne era stata informata. Il carisma e il fiuto di Briatore, l’indiscussa e meritata notorietà di Sorbillo e la potenza della rete hanno dato origine ad un mix esplosivo a cui hanno fatto seguito migliaia di articoli sulla carta stampata e nel web con la consueta coda di accese e scontate discussioni.
Non è questa la prima volta che Briatore e Sorbillo se ne “sfornano” di santa ragione, chi non ricorda l’accesa discussione sull’improbabile, a detta di Briatore, costo di produzione della pizza margherita culminata con un incontro tra i due nel salotto di Vespa a Porta a Porta su Rai Uno?
In quell’occasione, rivolgendosi a Sorbillo, Briatore ha affermato che in 50 anni l’Italia della pizza non è riuscita ad affermare “un brand internazionale per promuovere la pizza italiana nel mondo” e proposto al pizzaiolo di farlo insieme. Pensiamo che lui abbia ragione da vendere e che con Pizza.it sfonderebbe una porta aperta.
Ironizza sulla pizza con l’ananas Briatore ma sbaglia la pronuncia del pomodorino campano Piènnolo ( Pendolo)
“Lui dice che è sbagliato chiamarla Vesuvio, perché non è cultura campana napoletana. Voglio dire, intanto, al ‘professor’ Sorbillo che noi l’abbiamo chiamata così perché tra gli ingredienti, li leggo, abbiamo mozzarella di bufala di Paestum, provola affumicata dei Monti Lattari, provolone del monaco e pomodorini del piennolo. Per cui sono tutti prodotti campani”. Peccato che Briatore mal pronunci “piénnolo” (dice “piennòlo”). In ogni caso, l’imprenditore, ignaro dell’errore, va avanti: “Ma io chiedo a lui, quando fa la pizza alle banane, no, non erano banane, ma ananas. Io a Napoli sono stato diverse volte e non ho mai visto delle piante di ananas. Non capisco dov’è la napoletanità dell’ananas. Sarà più napoletano il pomodoro del piennolo o la bufala di Paestum o la frutta esotica, le banane e l’ananas che non hanno nulla a che vedere con la napoletanità? Per cui ci fa piacere che Sorbillo ci guardi, commenti e poi la grande notizia, che noi apriremo Crazy Pizza a casa sua, a Napoli, così ci confrontiamo sullo stesso terreno. Perché noi dobbiamo sempre giocare coi più forti. Sorbillo è forte a Napoli? E noi diventeremo fortissimi a Napoli. Ci vediamo al Crazy Pizza a Napoli. Viva Napoli!”
Conclude a suo volta Sorbillo: “Voglio cogliere l’occasione per fare un augurio a mister Briatore per questa nuova apertura a Napoli, nel capoluogo partenopeo. Perché Napoli è soltanto contenta che possa arrivare un altro progetto importante ed interessante e non vediamo l’ora che questo avvenga per festeggiare insieme”.
Poi, davanti a un vecchio menù di pizzeria degli anni ’80, Sorbillo illustra a Flavio Briatore come negli ultimi anche in pizzeria sono cambiati i menù: “Questo è un vecchio menù che era in uso tanti anni fa nella stragrande maggioranza delle pizzerie napoletane. Come potete vedere, le pizze erano una decina o al massimo una dozzina, e non si usavano alcuni ingredienti ora di uso comune nelle pizzerie napoletane, come il prosciutto crudo, la rucola e la mozzarella di bufala. Questo per dire che la pizza napoletana e il suo disco di pasta hanno mantenuto tutti gli ingredienti che poi sono stati aggiunti sopra, come anche l’ananas, che ha creato tante polemiche”.
L’affondo finale di Sorbillo alla pizza schiacciata con il mattarello
Prima il pizzaiolo più famoso al mondo ha chiarito che la sua critica alla pizza Vesuvio non riguardava gli ingredienti utilizzati ne la loro origine, bensì il metodo usato per stendere la pasta: «Incomprensioni di pizza con Briatore – ha scritto il partenopeo, piazzando poi l’affondo che prevediamo non sarà l’ultimo tra i due: “Gli impasti delle sue nuove “Pizze Vesuvio” farcite con i buoni ingredienti campani (pomodorini del piennolo, mozzarella di bufala dop, provolone del monaco e olio evo) vengono però spianati con il mattarello dai suoi pizzaioli anziché con il solo utilizzo delle mani. Il mattarello, dovete sapere amici, elimina tutte le naturali bolle d’aria formatisi con la lievitazione e, quindi, la pizza diventa sottilissima e scrocchiarella»
La sfida culinaria, nonché mediatica e imprenditoriale, è stata lanciata. “Noi dobbiamo sempre confrontarci con i più forti. Sorbillo è forte a Napoli, noi diventeremo fortissimi a Napoli” dichiara lo stesso Briatore.
Come andrà a finire non si sa, di sicuro a guadagnarci è il prodotto pizza e per questo vanno ringraziati entrambi.
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