Si accende la protesta dei suinicoltori, che subisce un’accelerata non proprio imprevista.
Da diverso tempo ormai si susseguivano riunioni urgenti, i tentativi di mediazione e tavole rotonde per affrontare un problema che la categoria ha sollevato, cercando di attirare l’attenzione su di sé.
Così, ora parte la seconda fase d’azione, quella propriamente operativa, che cercherà di far luce su una questione che, a detta dei suinicoltori, li affligge nell’indifferenza generale.
La ragione della protesta deriva dalla mancata volontà da parte di trasformatori e distributori di accettare prezzi più alti per la carne di suino. A detta degli esponenti del movimento e dell’osservatorio statistico della Cia, il prezzo della carne suina è diminuito dell’8% nel 2007 rispetto al 2006, a fronte, invece, di aumenti consistenti per cereali e semi oleosi indispensabili al nutrimento degli animali.
Tutto avrà inizio dal 2 giugno prossimo, quando gli allevatori non consegneranno più i certificati di denominazione di origine a macellatori e distributori, che non potranno così produrre prosciutti e salami con il bollino di certificazione Ue di origine protetta (dop).
Le ripercussioni di questo gesto arriveranno fino ai consumatori finali, compresi quei locali che fanno della ricerca della qualità il loro marchio di fabbrica. Senza prodotti Dop, infatti, sarebbe più difficile garantire al consumatore prodotti di alto livello. Per la pizza come per tutto il resto.
Redazione Pizza.it
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