Continua la folle corsa delle materie prime in campo alimentare e, di conseguenza, continua l’ascesa di prezzi dei principali protagonisti sulla tavola degli italiani. Per il pane l’aumento è del 13,1%, per la pasta del 18,6%.
Non sono ancora finiti gli aumenti dei principali alimenti consumati dagli italiani. Dopo i rincari degli ultimi mesi, che hanno spinto l’inflazione fino all’attuale 3,3%, continuano a salire i prezzi di prodotti alla base della nostra dieta. Il pane viene segnalato in aumento del 13,1%, la pasta del 18,6%, il latte del 10,8%, formaggi e uova dell’8,3% e la frutta del 6,3%.
I motivi di questi forti incrementi sono da ricercare principalmente nell’aumento delle materie prime, che hanno subito una forte accelerazione a causa della sempre più alta domanda. La crescita della popolazione, la mancanza di significative innovazioni e investimenti in campo agricolo, l’utilizzo di materie prime per i biocarburanti sono le macrocause dei nuovi disequilibri.
Così, le ultime ricerche segnalano che le abitudini a tavola, sia a casa che fuori, stanno cambiando. Soprattutto chi è più avanti nell’età – quindi in pensione –, e chi appartiene a fasce di reddito basse acquista meno pane, pasta, latte, frutta, verdura e carni bovine. E’ segnalato, invece, un aumento nei consumi di carne di pollo, uova e olio extravergine di oliva.
Cambiano anche i luoghi di acquisto e di consumo. Ai negozi in centro, i consumatori preferiscono supermercati, ipermercati e i mercati rionali, che stanno lentamente tornando a rivivere. E alla serata al ristorante o in pizzeria, preferiscono una cena a casa, in compagnia di amici o parenti.
Torna d’attualità, quindi, anche la questione ogm, da sempre tenuti a debita distanza da moltissimi paesi in tutto il mondo. Se tra i principali oppositori c’è l’Unione Europea, con la Francia, il paese europeo più agricolo, sugli scudi, si riscontra un aumento dei paesi favorevoli. Tra questi, quelli più avanti nella ricerca e nella coltivazione sono gli Stati Uniti, l’Argentina e il Brasile.
In assenza di certezze sulla natura innocua per la salute di organismi geneticamente modificati, l’unico dato forte rimane l’abbassamento di costi per la coltivazione di ogm.
Redazione Pizza.it
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