La prima pizza surgelata nel mondo fu messa a punto propio per una spedizione aerea. Era in corso la seconda guerra mondiale Francis Ferrari, italo-americano di Newark, ricevette una lettera del fratello Fred che combatteva nel corpo dei marines a Jwo-Jima. “Se potessi avere una pizza” diceva la lettera “come quella che faceva la mamma a casa, sopporterei di più tutte le sofferenze”.
Mamma, Patria e Pizza! Impossibile resistere a questo appello. Dopo molti tentativi Francis riuscì ad inventare la pizza che poteva resistere al viaggio aereo e raggiungere i marines che combattevano contro i giapponesi.
Al ritorno dalla guerra Fred, nutrito di pizze congelate, impiantò insieme al fratello una società per la diffusione della novità in tutto il mondo. Alle soglie del duemila, The National Frozen Pizza Institute, minaccia la leadership degli hamburgers e degli hot-dogs, nonostante le pastoie o i ritardi causati dalle 310 disposizioni che regolano la produzione ed il confezionamento della pizza surgelata, emanate nel 1982 dal Ministero Dell’Agricoltura e raccolta in un volumetto di quaranta pagine. Vi si stabiliscono le percentuali delle sostanze che contengono la farina per l’impasto, con modalità di confezionamento, la qualità degli ingredienti, le diciture da apporre sull’etichetta della quale si danno pure la forma e le misure. Con il trionfo della pizza surgelata si sono diffuse le catene di quella che viene chiamata “pizza al telefono”. Basta alzare la cornetta, comporre il numero del servizio e ordinare la pizza di proprio gradimento.
Nel giro di mezz’ora la pizza, trasportata caldissima in appositi contenitori termici, viene recapitata a casa.
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