L’Unione Italiana Consumatori aveva già lanciato un allarme. Da una sua ricerca risultò che la stragrande maggioranza dei cartoni della pizza d’asporto, per la precisione il 90% di essi, sono realizzati con solventi e materiali vietati dalla legge.
E’ invece di oggi la notizia secondo cui i cartoni conterrebbero Bisfenolo A, (Bpa) composto di sintesi utilizzato nella produzione della plastica capace di produrre anomalie riproduttive, cancro al seno e alla prostata, diabete e malattie cardiache.
Il decreto ministeriale 21/03/1973 impone ai produttori di scatole per pizza di utilizzare solo carte di pura cellulosa, impedendo l’uso di cartoni che presentino contenuti di macero. Ma secondo l’Unione Consumatori le cose non stanno proprio così: “Il 90% dei produttori di queste scatole utilizza come materia prima cartoni che hanno un contenuto di macero mai inferiore al 20%”, sostengono i loro portavoce.
Le analisi effettuate dall’UIC hanno fatto emergere la presenza del Dipb (diisobutiliftalato), un solvente solitamente utilizzato nel processo di riciclaggio della carta per asportare colori ed inchiostri. E la pratica sarebbe così diffusa che due milioni di pizze d’asporto viaggerebbero ogni giorno contro la legge vigente. Un ulteriore problema, dice l’UIC, si presenta nel momento in cui è stato rilevato che questa sostanza intacca il cibo presente nella scatola, ovvero la pizza.
La legislazione pare essere lacunosa soprattutto in un aspetto: pur essendo vietato l’utilizzo di contenuti da macero, non esistono norme che impongano marchi o segnalazioni che dimostrino la conformità alla legge. Come se, in regime di targhe alterne, ad un’auto non fosse richiesto di mostrare la targa.
La richiesta dell’Unione Consumatori è semplice: colmare questa lacuna, per garantire la sicurezza di produttori e consumatori.
Redazione Pizza.it
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