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Prezzo pizza al taglio (al Kg o al trancio)?

(@-2375)
Membro Registered

Buongiorno a tutti, approfitto della vostra competenza per fare una domanda che mi preme particolarmente.

Ho un'idea di pizza al taglio che si avvicina a quella Bonciana di Pizzarium, o a quella di di Rizzo da Pommidoro, da esportare (come concetto di artigianalità e qualità delle materie prime) nel nord Italia, secondo voi con i dovuti rapporti di fama/qualità (sicuramente minori nel mio caso) quale sarebbe il prezzo a cui vendere un tracio di margherita e uno di pizza più ricercata?

 

Prezzo al Kg o al trancio?

 

Grazie mille a chiunque avrà voglia e tempo di darmi una risposta.

Citazione
Topic starter Pubblicato : 05/03/2015 08:04
(@alessandro-trezzi)
Membro Registered

Ciao!
Dipende molto dai costi che sostieni, in media una pizza margherita costa più o meno 3,5/4 euro al trancio, mentre una farcita dai 4 ai 6 euro.

RispondiCitazione
Pubblicato : 05/03/2015 16:49
(@-2375)
Membro Registered

Ti ringrazio Black!

Diciamo che come prezzi è un pò l'idea che avevo anche io, anzi, forse stando un filino sotto, però sento di pizzerie e bar che a Milano vendono rispettivamente a 2 e 2,5 €, se così fosse sarei curioso di sapere in quali zone di preciso... c'è sicuramente del guadagno, ma per pagare un affitto a Milano e vendere a quelle cifre, immagino non meno di 200 tranci siano da vendere.

E soprattutto credete che la qualità venga pagata nei grandi centri urbani?

Ad esempio, per chi è pratico di Milano, in zona Sant'Ambrogio, a 6-700 metri da Piazza Castello, un trancio Margherita (di teglia 60x40, diviso in 10) a 3,50 €, sarebbe un prezzo che paga come attrattività?

 

Grazie,
Pasquale

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Topic starter Pubblicato : 06/03/2015 12:39
(@alessandro-trezzi)
Membro Registered

A milano i prezzi lievitano, soprattutto in certe zone. Devi essere sicuro di essere vicino ad una zona frequentata e non troppo immerso nella concorrenza.
2 euro o 2,5 sinceramente non li ho mai visti, anche perché il lavoro di un pizzaiolo è colmo di costi, non avresti margine.

Per avere la quantità minima venduta (Valore di Break Even, o punto di pareggio) la formula gestionale è questa:

Q = (CF) / (MCu)
Dove Q è il Break Even Point, la quantità che devi vendere perché tu possa coprire i costi fissi 
CF sono i costi fissi aziendali, quindi immobile, personale, elettricità ecc. Sono esclusi i CV, costi variabili, tutti quei costi che dipendono dalla quantità acquistata (es. le forniture).
MCu = PV - CV è il margine di contribuzione unitario, ovvero la differenza tra il prezzo di vendita (PV) e il costo variabile unitario (CVu) che impieghi per creare il tuo prodotto. Facendo un esempio, impasto, pomodoro e mozzarella per un trancio ti costano in totale 1 euro, e tu vendi a 3,5 euro, il tuo MCu è di 2,5 euro.

Ipotizzando che tu possa prevedere i volumi iniziali di vendita, con una formula inversa puoi ricavarti il prezzo medio, minimo, al quale tu puoi aggiungere comunque un ricarico per la qualità, i servizi, la clientela, la concentrazione di altre pizzerie nella tua zona, e altre variabili:

PV = (CF/Q) + CVu 
Ovviamente, tutte le unità di misura devono corrispondere alla stessa unità temporale, quindi se consideri i Costi Fissi maturati in un mese, devi considerare anche le quantità vendute in un mese.
PV sarà il prezzo minimo per coprire i costi di realizzazione del tuo prodotto.
E' un metodo che ti consente di avere visibilità su quello che paghi, ma non ti consente di avere un mark up dipendente da altre caratteristiche.

I due metodi per fissare un margine di guadagno sono:

-Metodo del mark-up, semplice ed intuitivo, consiste nell'applicare una percentuale al costo del prodotto per ottenere un rientro. Non è proporzionale però a nessuna caratteristica di reale visibilità, come la soddisfazione del cliente, o la concentrazione della concorrenza, e tanti altri fattori.
Es: PV(Da margine di contribuzione) = 2,5 euro
PV(con Markup del 150%): 2,5 x 1,5 = 3,75 euro

-Metodo del valore percepito, tiene conto della soddisfazione del cliente e di come il fattore marketing influisce sulla pubblicizzazione del prodotto. Ergo, si tratta di un metodo più complesso ma più "libero".

Devi anche tenere d'occhio i prezzi dei concorrenti per evitare di uscire dal mercato per prezzi troppo alti o perdere una quota di profitti per prezzi troppo bassi.

L'obiettivo quindi qual è?

Fissato un prezzo, che nel tuo caso è necessario che resti più o meno fisso nel corso del tempo (le variazioni di prezzo se non comunicate a dovere rischiano di essere letali), è di norma riuscire ad aumentare le quantità di vendita. Lo puoi vedere da questa formula:

PV = (CF/Q) + CVu
CVu è una quantità che sta bene o male fissa, a meno di non trovare fornitori che propongono un miglior rapporto qualità prezzo.
Se però riesci a eliminare Costi Fissi, o ad aumentare la quantità, la componente (CF/Q) diminuisce, causando una diminuzione del tuo PV minimo di guadagno, che ricordo NON E' il prezzo finale di vendita.

Ipotizzando ad esempio che tu stia vendendo a 3,75, e il tuo PVminimo scende da 2,5 a 2 euro, il tuo margine di guadagno aumenterà da 1,25 euro/unità a 1,75 euro/unità, grazie all'aumento della quantità.
E su una quantità venduta di, ad esempio, 2000 pizze al mese, si tratta di un guadagno aggiuntivo di 1000 euro.

RispondiCitazione
Pubblicato : 07/03/2015 10:33
(@-2375)
Membro Registered

Perfetto.

Analisi pulita, accorta e sicuramente capace di darmi un'idea più chiara.

Sei stato gentilissimo Black.

RispondiCitazione
Topic starter Pubblicato : 09/03/2015 17:21
(@alessandro-trezzi)
Membro Registered

Figurati! 😉

RispondiCitazione
Pubblicato : 10/03/2015 00:31
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