Lavoro nella ristorazione...
Non voglio affrontare l’argomento nel senso più ampio della questione, ma certamente per le ripercussioni nel nostro settore. È ricorrente leggere, ascoltare e sentire amici e clienti che ai tavoli discutono di questo argomento: i giovani non trovano lavoro, cosa faranno? C’è la crisi, come faremo? Per affrontare l’argomento, purtroppo, bisogna dire le cose come stanno da subito, la realtà è molto dura: i giovani non hanno voglia di lavorare, non vogliono fare sacrifici, non hanno passione, non vogliono imparare.
Sommano giornate di malattia come fossero 60enni, pieni di acciacchi. Forse anche i medici di famiglia dovrebbero fare un esame di coscienza. Per esempio, se è vero, come è vero, che l’80% degli italiani è proprietario della propria casa, ecco che già una piccola risposta c’è, i nostri giovani non dovranno neanche fare la fatica di accollarsi un mutuo, come abbiamo fatto noi in passato, perché la casa se la ritroveranno in eredità, e i figli d’arte sono veramente pochi.
Pesanti questi giudizi, no non credo, anzi probabilmente molti ristoratori sanno di cosa sto parlando. Credo di poter affermare che è a rischio la continuità del nostro lavoro. Le Scuole professionali cosa fanno? Purtroppo non hanno mezzi per aggiornare la tecnologia delle proprie cucine, forse non hanno soldi a sufficienza per avere consulenti/docenti di alto livello, non riescono a collegarsi con il mondo del lavoro, mandano i propri ragazzi a fare stage in grandi alberghi, sulle navi, nelle pizzerie: mandare i ragazzi in stage nei ristoranti di qualità comporta dei problemi, nei ristoranti di qualità normalmente il titolare è anche chef, quindi il rapporto è immediatamente conflittuale in merito alle regole e ai comportamenti adeguati alla situazione. Risultato, come da personale esperienza di due mesi fa, lo stagista di una scuola di Monza ha voluto farsi trasferire in un ristorante-pizzeria per essere libero di agire come crede.
La parola brigata, cioè brigata di cucina, ha un significato preciso, deriva esattamente dal termine militare, perché in una cucina il metodo è o dovrebbe essere militare: compiti e comportamenti precisi, gerarchia, rispetto. Ora tutti possono capire che oggi è praticamente impossibile questo metodo, solo nei grandi alberghi o sulle navi da crociera, ma il nostro settore ha circa 100mila ristoranti, come faremo?
Forse abbiamo sbagliato percorso: lo chef è diventato una star, è dappertutto meno che nei ristoranti. Non solo, aver dato a questa figura una tale importanza sembra aver sminuito la figura del personale di sala.
Quindi come facciamo a far capire ai giovani che il lavoro c’è e che può dare ancora grandi soddisfazioni? Come facciamo a far capire che ci vuole umiltà, capacità di sacrificio, ma anche e soprattutto fedeltà aziendale: mi viene in mente Sergio Mei, capace di stare 10-15 anni nella stessa azienda. Spesso uomini capaci di dare senza chiedere.
Un lavoro il nostro che vuol dire anche lavorare quando gli altri si riposano o si divertono, ma in fondo questo è il turismo ed è questo il vero problema, non siamo più in grado di trasmettere che il turismo richiede passione, invece il giovane intravede in questa attività la modalità di un lavoro come gli altri. Ed ecco allora che lavorare il sabato, la domenica, le festività, e al di là di un costo aziendale superiore, sono ostacoli. Come faremo a far capire che il lavoro non solo è uno strumento per star bene, ma è un valore nella vita? Molto sta alle famiglie ma anche agli addetti ai lavori.
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Il futuro titolare di una pizzeria d'asporto intraprende un lungo viaggio che lo porterà nelle regioni del nord, dove di solito vive già un parente. In questo modo, il futuro imprenditore verrà iniziato e la strada da percorrere non è affatto in discesa. Dopo anni di gavetta scanditi dal ritmo delle 4 stagioni, il pizzaiolo inizierà a prendere sempre più confidenza con l'impasto ed acquisirà un grado di manualità pari a quello di un abile prestigiatore. Questa virtù lo porterà ad esibirsi in pubblico; ogni volta che entrerà un cliente (ancor meglio una cliente), egli farà volare la pasta della pizza tra gli applausi generali e lo stupore dei presenti. E' sempre un'emozione assistere a questo spettacolo, ed è fantastico vedere la pizza, ancora nel suo stato embrionale, volare e rimanere impigliata nella ventola appesa al soffitto. I pochi (o molti) fortunati che hanno la fortuna di assistere a questo show di solito non vengono più in pizzeria e il pizzaiolo lo sa. Nel mondo delle pizzerie d'asporto, il giovane pizzaiolo che ha della stoffa emerge, altrimenti rimarrà per sempre relegato ad un ruolo di secondo piano. Il titolare della pizzeria d'asporto deve essere un personaggio carismatico, deve saper fare la pizza più buona della città, deve essere sempre il migliore in qualsiasi cosa egli faccia, deve avere una cultura generale a 360°, deve essere un vincente, deve avere il controllo su tutte le situazioni altrimenti è meglio che faccia un altro mestiere. L'abile titolare studia i giovani "aiuto pizzaioli" e decide chi sarà il successore. Questa scelta viene fatta apparentemente senza ragionare, ma di solito è frutto di anni e anni di elucubrazioni cerebrali. Il fortunato candidato alla "successione" si trova di fronte a due scelte fondamentali: acquistare la pizzeria o prenderla in gestione. Una volta deciso il da farsi bisogna rimboccarsi le maniche e pedalare, perché il mondo è lì, pronto a scegliere la tua pizza. Il bravo titolare si può arricchire in tempi brevissimi o fallire ignobilmente, il suo futuro dipenderà solo dalla propria abilità imprenditoriale e dalle scelte vincenti. [4]
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La pizzeria d'asporto di solito è piccola poiché non necessita di notevoli spazi, ma ne esistono anche alcune di dimensioni sproporzionate. Occorrono un vano cassiera con telefono, il forno, il bancone, il cosiddetto laboratorio, delle mensole, il frigorifero, un micro-bagno e il locale è pronto. Ovviamente questa è la formula base, gli optional possono essere i più vari, tra i quali possiamo citare gli sgabelli, i tavolini, la radio, la televisione e il distributore automatico di bibite. Per quanto riguarda l'arredamento, la scelta sta al buon gusto del titolare che di solito è dotato di creatività. Non è raro vedere dei veri e propri murales rappresentanti un'iconografia classica meridionale che è solita raffigurare il mare, il vulcano, gli scogli, il sole ... Molto gettonati risultano alcuni personaggi dei cartoni animati quali i Simpson, i Puffi e le Tartarughe Ninja (famosa è la loro passione sfrenata per la pizza) e sono sempre molto in voga gli arredamenti costruiti utilizzando degli specchi, nei quali il pizzaiolo ed il cliente narcisista si possono specchiare continuamente. La scelta del pavimento, a differenza delle pareti, non è particolarmente curata; di solito è rappresentato da volgarissime mattonelle rosse e bianche che, durante i mesi invernali, sono completamente ricoperte di segatura. I tavolini si possono considerare tranquillamente un optional poiché la pizzeria da asporto non è un luogo dove recarsi a mangiare la pizza, ma è un luogo di transizione, un luogo dove si ordina e si fugge ma non sempre è così. La radio poi, risulta fondamentale nei momenti nei quali non c'è niente da fare, tenendo compagnia al pizzaiolo, alla cassiera e al/ai pizza express. La TV, quando c'è, catalizza l'attenzione di tutti quanti e di solito va tenuta ad un volume molto basso. Molti pizzaioli adorano la televisione e questa spesso è causa di numerosi ritardi nelle consegne. I nemici numero uno dei ritardi sono le trasmissioni di "massa" delle reti Fininvest, che sono perfettamente captate dalle TV delle pizzerie d'asporto (in quanto non sono quasi mai collegate ad un'antenna). [34]
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Nell'immaginario popolare, il pizza express è un ragazzino di 16 anni con gli occhiali, i brufoli, il cappellino e il motorino truccato; niente di più sbagliato! Questa tipologia di personaggio è poco frequente in quanto la società è cambiata e di conseguenza è mutato anche l'individuo che svolge questa professione. Il titolare di una pizzeria d'asporto ha bisogno di una persona veloce, affidabile, con estremo senso di responsabilità, puntuale e soprattutto bisognoso di denaro; d'altro canto, il sedicenne tipo necessita si di denaro, ma non può garantire la disponibilità di tempo che solo uno studente universitario (con maggiori esigenze pecuniarie) o un giovane disoccupato possono offrire. Il pizza-express non conosce sabati, domeniche o feste comandate e questo deve saperlo in partenza. Il rapporto di coppia può essere seriamente minato dagli orari assurdi nei quali egli è costretto a lavorare ed anche le amicizie rischiano di essere perdute; in questi casi risulta indispensabile essere in possesso di un telefono cellulare. Al pizza express viene solamente richiesto di consegnare le pizze nelle case in maniera veloce e di preparare i cartoni , ma in alcune pizzerie sono richiesti altri compiti quali lo spazzare per terra, lavare i piatti ed altri lavori degradanti che di solito sono compito del giovane aiuto pizzaiolo o della cassiera tuttofare... [3]
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Per consegnare le pizze occorre essere in possesso di un mezzo di trasporto, sono rarissime le pizzerie che, oltre al posto di lavoro, offrono anche un motorino. Il motorino permette di raggiungere qualsiasi parte della città in tempi brevi e consuma molto meno della macchina, utilizzata però per consegne di ingenti quantità di pizze, non rare in periodi importantissimi quali i mondiali di calcio. Con il motorino è più facile compiere delle infrazioni del codice stradale (divieto d'accesso, andare sui marciapiedi, inversioni a U, oltrepassare un passaggio a livello con le sbarre abbassate ....) mentre con la macchina le trasgressioni sono limitate solamente al passaggio con il semaforo rosso (frequentissime). Al motorino viene fissato un contenitore termico (detto anche scatolo) che permette di consegnare pizze fumanti; a causa delle vibrazioni che la pizza è costretta a subire durante il tragitto pizzeria-casa del cliente, molte volte esse vengono consegnate in condizioni veramente raccapriccianti (pizze shekerate), cosa che raramente accade a chi le consegna con la macchina. Nel periodo invernale l'automobile risulta il mezzo di trasporto migliore per il pizza express; anche in questo caso la pizza viene posta all'interno dello scatolo ed esistono 2 scuole di pensiero per questo tipo di consegna. La prima, vuole il contenitore termico posto sul sedile del passeggero, mentre la seconda lo vuole posto nel baule. La scelta di questa tecnica è del tutto soggettiva, ma entrambe provocano all'interno dell'abitacolo un annebbiamento immediato dei vetri (molto più evidente nel metodo scatolo-passeggero) ed un effetto ristagno che si protrae nel tempo. In questo modo l'auto diventa una sorta di camera a gas e l'odore della pizza non se ne va più via; molte volte il pizza-express (assuefatto dall'alimento pizza) non si accorge di questo, ma lo sventurato/a che nei giorni a venire salirà sulla sua vettura glielo farà notare e gli consiglierà l'acquisto di un paio di Arbre Magique. [22]
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In una pizzeria d'asporto la cassiera può esserci o non esserci dipende dal volume d'affari del locale. Il requisito fondamentale della cassiera è che sia una ragazza carina, o meglio, che piaccia al titolare. Il colloquio viene fatto secondo regole ferree, la candidata deve piacere subito al futuro datore di lavoro, in lui deve maturare immediatamente l'aspettativa di poterla possedere sessualmente nel breve-brevissimo periodo e l'assunzione è cosa fatta.. Raramente questo tipo di aspettative si realizzano, ma poco importa; la cassiera può essere di tre tipi: pura, turnista e tuttofare.
La cassiera pura è quella che sta nel suo vano, accoglie i clienti, risponde al telefono prendendo le ordinazioni, attacca i bigliettini (Post-it) al bancone e prepara le consegne per i pizza-express. A lei non tocca fare nient'altro e la sua vita risulta abbastanza comoda, soprattutto nei momenti in cui non c'è niente da fare. Una cassiera pura è presente nel locale per tutta la settimana, mentre la cassiera turnista è presente solamente nei week-end.
Il discorso è diverso per la cassiera tuttofare, uno dei compiti più massacranti; oltre a svolgere le mansioni della cassiera pura, essa deve anche aiutare il pizzaiolo nella preparazione delle verdure e dei salumi. Deve anche tenere sotto controllo il livello dei contenitori di spezie (es. controllare se i funghi stanno finendo) e provvedere a riempirli prima che siano completamente vuoti. Alla fine della serata tocca a lei pulire il locale e lavare tutti i recipienti. La cassiera tuttofare non è mai del tipo turnista ed è a lei che vengono rivolte tutte le attenzioni sessuali del titolare che, tra una margherita e una quattro formaggi, non disdegna di appoggiarle una mano nel culo (quando va bene). Di solito, questa nuova figura di martire-alimentare non gradisce questo comportamento bululino, ma sa che ogni minimo accenno di ribellione le costerà il posto di lavoro, quindi continuerà a subire fino a che non troverà un altra occupazione meno deplorevole. E' rarissimo il caso di licenziamento spontaneo senza alcun'altra alternativa di lavoro. Spesso la tuttofare è una studentessa fuori sede che, per spirito di indipendenza economica tipico della donna emancipata, decide di trovare il classico "lavoretto" per pagarsi gli studi. In questo modo però entra in un giro perverso che la porterà ad un probabile esaurimento psico-fisico e all'impossibilità di preparare qualsiasi tipo di esame universitario; l'unico risultato che di solito ottiene è una perdita di salute, tempo ed un impoverimento emotivo e morale. Alle studentesse che volessero intraprendere questo tipo di professione consigliamo la formula di cassiera-turnista, molto più conciliabile con l'ateneo. [23]
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[26] [26] non sapevo che funzionava cosi nelle pizzerie d'asporto [3] Cmq simpatica la dedica fatta alle pizzerie d'asporto [2]
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Ciao Bellini... non so se ti sei divertito a fare copia e incolla (visto che su questo forum tra molti personaggi di spicco va di moda) con articoli presenti in rete o se vuoi trattare una problematica socio-lavorativa che affligge tutto il mondo in questo momento.
Ho iniziato con i lavori stagionali a 9 anni come "garzone" del salumiere e a 12 anni sono entrato in una pizzeria rimanendoci dentro in pieno...
Attualmente faccio 2 lavori, entrambi fissi e mi occupo di varie attività di vendita, lavoro 7 giorni su 7 e non sto mai fermo...
Ho 25 anni, dicevi sui giovani?
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Ciao Dudù,ma sai anche molto bene che la percentuale dei giovani nullafacenti é piú alta e non perché non trovano,ma non vogliono trovare [28] So bene che ci sono giovani che si fanno in quattro e lavorano sodo tutta la settimana...ma quanti sono!!!
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I fannulloni ci sono sempre stati, non ne fate un discorso dei giovani d'oggi! Anzi forse 20-30 anni fa si lavorava meno ore e si guadagnava di più!
Oggi molti ragazzi lavorano 7-8 ore al giorno per 5-600 euro al mese!
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io e dudù siamo due casi a parte, da quando andavo alle medie il pomeriggio mi facevo le mie 2 ore di fabbrica. finite le superiori lavoravo in fabbrica come chimico e il fine sttimana in pizzeria. a 21 anni ho aperto le mia pizzeria da asporto con cassiera tuttofare [25] a 24 convivevo nella mia villetta costruita sul terreno acquistato grazie alla pizzeria che ho tuttora. nonostante la pizzeria vada discretamente la mattina continuo a lavorare in fabbrica perchè bisogna sempre tenersi una porta aperta.
comunque non è vero che i giovani non hanno voglia di fare niente, vivono in un contesto povero di opportunità. io ho sempre potuto scegliermi i lavori, oggi non è piu così.
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Il problema è che oggi, se si vuole fare un ragionamento valido al 100% (e credo sia impossibile) ci sono tante componenti da valutare. Oggi molti giovani vengono "annullati" da Ps3, computer, Facebook, ecc... Ma ci sono anche tanti giovani che vorrebbero iniziare un percorso lavorativo con tanta dedizione e non riescono a trovare perchè c'è sempre l'azienda di turno che ti fa il 3 mesi x 3 mesi.
Penso che dare una sentenza definitiva su quest'argomento come su altri sia impossibile, come già detto. Viviamo un momento difficile, meritocrazia e opportunità "zero".
Non possiamo limitarci a dei singoli episodi o a frange sociali.
In questo momento dopo anni di lavoro io vorrei emergere per mettermi in proprio partendo con un picoclo investimento realizzando una pizzeria d'asporto o piccolo laboratorio artigianale di prodotti da forno... cosa chiedo? Lavorare onestamente... basta che fai un giro anche qua sul forum per capire cosa significa assumere, pressione fiscale ecc.. per poi sentire che il ministero degli interni paga 3000€ al mese a collaboratori di giustizia coinvolti in "estorsioni" e no in omicidi o gare di appalto per poi dargli una liquidazione di 300.000€ a fine dei processi, pagando tra l'altro l'affitto in villa con scorta al seguito...
Dove eravamo? Ah si, sempre in Italia, pardon!!!
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Buongiorno Bellinu e buona settimana. Ho qualche cosa da dire sull'argomento ma adesso vado di fretta, scriverò nel pirmo pomeriggio. Ciao emanuele
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Ciao Bellini, eccomi , io e te abbiamo già discusso sui giovani ed ognuno ha detto la sua. Ti scrivo per un aggiornamento sulle cose che vedo con i miei occhi e non per sentito dire o per aver letto o peggio ancora visto in televisione. Io i giovani li ho in casa. Il mio secondogenito che se ricordi studia ancora all'alberghiero ha iniziato oggi il suo primo giorno di stage. Destino vuole che la scuola lo abbia mandato in un hotel vicino a casa, il cui proprietario puoi immaginare chi è, te ne avevo parlato. Ad ogni modo lo stagista compie 16 anni il mese prossimo, si è presentato al lavoro stamane alle 6,40 fino alle 11,00 poi nel pomeriggio dalle 19,00 alle 23,00 è compresa la cena delle 18,30, il tutto fino al 8/12. Ieri mi ha anche detto che durante l'estate farà la stagione, un paio di mesi poi con i soldi guadagnati si farà una vacanza. Normalmente quando studia parte il lunedì mattina e rientra a casa il venerdì pomeriggio. Gioca con la psp, naviga in internet e facebook, fa tutto ciò che fanno i giovani....quindi vedi che in italia c'è ancora una gioventù sana che ha voglia di fare, l'importante è sapergli dare una opportunità che invece tante volte gli è negata....ciao Bellini è sempre un piacere leggerti e risponderti. Emanuele
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bellini senz'offesa ma quando leggo ciò che scrivi mi viene da sorridere...
all'improvviso senza che nessuno dice nulla , inizi a sputare sui "giovani d'oggi"
che problema hai contro i giovani? sei stato giovane pure tu o no?
non sei felice?
forse avrai avuto una vita non facile , mi dispiace ma non è colpa nostra.
I fannulloni li trovi anche tra gli ultra 50enni. come puoi trovare ragazzini di 20 anni che lavorano come muli... non generalizzare sempre. tu lo fai spesso.
ciao a tutti
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