La Germania avverte L'Europa...
La Germania punta a consolidare la sua leadership nel Vecchio Continente forte di un’economia che è riuscita ad attraversare quasi indenne, una crisi finanziaria senza precedenti. Il potere di riscrivere le regole del gioco ora spettano a Berlino, o almeno così la pensa la Cancelliera Merkel che vuole mettere pressione al resto della compagnia. Per raggiungere il suo obiettivo, la Germania insisterà con il cambiare quelli che sono i trattati europei vigenti, per rendere più severa la disciplina economica all’interno dell’area della moneta unica. “I Paesi che violano gli accordi di stabilità dovranno essere citati davanti alla Corte europea”. Un messaggio, questo della Merkel, che suona più come un ultimo avvertimento ma che in realtà nasconde anche i timori legati alla sua carriera politica. Tra pochi giorni si voterà in Parlamento il fondo salva-Stati e se la Cancelliera venisse sconfitta nuovamente per volere dei suoi colleghi, una crisi di governo sarebbe immediata.
La Merkel deve riguadagnare i consensi del suo elettorato più radicato e, per far ciò, vuole dimostrare che la Germania non si accollerà con leggerezza i debiti degli altri Paesi del Continente. Allo stesso tempo, farà di tutto per salvare l’Euro, vero garante delle esportazioni tedesche.
Un motivo in più per imporre al Continente maggiore severità. “Se l’euro diventa instabile, non è un problema soltanto della Grecia, ma di tutti noi” ha avvertito la Merkel che poi ha aggiunto: “Se tornassimo al marco, ci sarebbe una iper-valutazione insostenibile per il nostro export, che al 60% è diretto verso Paesi dell’area euro”.
Evitare il contagio diviene dunque un compito prioritario in un momento estremamente delicato. La Germania vuole guadagnare tempo non soltanto per la Grecia, ma anche per l’Irlanda e la Spagna.
L’Italia, al momento, non viene considerato Paese in pericolo da questo punto di vista anche perché ha saputo rispondere alle sollecitazioni varando una maxi manovra velocemente. Resta comunque accesa la spia rossa sulla nostra economia definita a “rischio bancarotta” da Berlino.
La BCE aveva acquistato bond di Grecia, Irlanda e Portogallo per 76 miliardi di euro.
Dopo la famosa lettera segreta al governo Berlusconi, che precedette la manovra finanziaria in discussione al parlamento, la Banca Centrale iniziò gli acquisti di BTP, per calmierare lo spread in forte ascesa.
La prima settimana, la BCE acquistò bond dell’Italia e un po’ anche della Spagna per 22 miliardi di euro e la seconda per 14 miliardi di euro.
In due settimane hanno acquistato carta come per metà degli acquisti fatti precedentemente.
Il punto è che se siamo riusciti a dare 400 miliardi di aiuti a Portogallo (un centinaio), Irlanda (un centinaio) e Grecia (oltre duecento), diventa assai difficoltoso aiutare la Spagna e l’Italia.
Di più, l’Italia partecipa agli aiuti con il 20% della somma e vuol dire tirare fuori 80 miliardi di euro (ora) e solo per aiutare gli altri.
La manovra in corso porterà risparmi per 50 miliardi di euro in due-tre anni, i conti non tornano.
L’Italia ha scadenze sul debito pubblico di 1900 miliardi di euro, per 200 miliardi all’anno: è un elefante troppo grande per essere tirato fuori dalla secca in cui è finito.
Purtroppo gli interessi di parte sembrano prevalere sull’insieme.
Chi ha fatto i conti giusti è il Presidente della Repubblica Federale della Germania, il cristiano-democratico Christian Wulff. E’ un signore poco noto perché non interviene a sproposito come fanno tutti i politici, ma quando parla, bisogna stare ad ascoltarlo.
Cosa ha detto? Che l’acquisto di bond governativi da parte della BCE non è compatibile con il trattato istitutivo della Banca Centrale, vedi articolo 123.
Wulff sostiene, a ragione, che la situazione è tollerabile solo per un breve periodo, ma tali misure devono essere abbandonate.
Il Presidente, come la cancelliera Merkel, ha ribadito la sua contrarietà agli Eurobond.
La nostra opinione è che gli Eurobond non saranno mai fatti, senza una politica economica comune decisa dalla Germania.
Se i Tedeschi accettassero di stampare Eurobond, si troverebbero invischiati nei debiti, ma senza le garanzie di controllo fiscale dei paesi dell’UE; stiamo parlando di paesi come la Grecia, che ha falsificato i conti, o come la Spagna, che detiene la maggioranza del debito portoghese, o dell’Italia, paese dai mille campanili e da quest’anno, dalle manovre fiscali in serie.
C’è da dire che il Trattato impedisce che la BCE compri i titoli alle aste, ma non che possa agire sul mercato secondario, con queste manovra di QE all’europea.
Che è quanto fanno l’America, l’Inghilterra e pure il Giappone, da almeno un anno.
Se prima si poteva pensare di salvare Grecia, Portogallo e Irlanda, ora bisogna realizzare che anche l’Italia non si può salvare. E’ un po’ come il famoso gioco della torre: qualcuno deve cadere di sotto e di solito è il più debole.
D’altronde, la guerra delle valute è iniziata per contrastare sul piano del commercio, paesi composti da miliardi di persone, ricchi di materie prime e senza i lacci e lacciuoli, che in tanti anni di opulenza abbiamo stratificato.
L’Euro sta per diventare la prima vittima del conflitto in corso e noi non siamo che un piccolo paese in difficoltà, dentro ad un insieme più grande, dagli interessi contrapposti e divergenti
Quindi il timore è che, mentre a Roma non hanno ancora capito la gravità della situazione, a Berlino stiano già stampando marchi.
ci minacci ah ah , dovevi lavorare al governo altro che ristoratore, ne sai una piu del diavolo, ma la carmensita dove e finita , mi raccomando metti i mutandoni fra poco, dai scherziamo un po se no
Scende inaspettatamente a settembre il tasso di disoccupazione in Germania, portandosi al 6,9% rispetto al 7% registrato ad agosto. Il dato destagionalizzato, comunicato dal Federal Labour Office, batte le attese degli analisti che erano per un livello invariato. I disoccupati destagionalizzati, parallelamente, segnano una contrazione di 26 mila unità, contro i -9 mila del mese precedente e i -8 mila attesi.
Il tasso di disoccupazione non destagionalizzato è risultato pari al 6,6% rispetto al 7% rivisto del mese precedente. I disoccupati segnano invece un calo di oltre 230 mila unità attestandosi a 2.795.570 unità.
Tranquillo,sono attrezzato sia per inverni caldi o rigidiquest'anno l'inverno arriverá tardi,non prima di dicembre,ma anche per l'italia si prevede un inverno rigido e molto nevoso fino a basse quote La carmensita!!!! Meglio le vikinghe son piú selvatiche´e domarle é un piacere[quote=ermi1966]
ci minacci ah ah , dovevi lavorare al governo altro che ristoratore, ne sai una piu del diavolo, ma la carmensita dove e finita , mi raccomando metti i mutandoni fra poco, dai scherziamo un po se no
grandissimo sempre simpatico allora w le wikinghe , stassera guardero la partita speriamo in un bel incontro
il problema è che si sarebbe dovuto partire con un'unità politica e poi in un secondo momento quella monetaria. invece si è voluto unire con una moneta economie completamente diverse e governi che la pensano diversamente. è stato come costruire una casa partendo dal tetto, non abbiamo neanche l'iva uguale nonostante vari richiami dell'europa.