interessante rubrica del Corriere della Sera TURISMO GASTRONOMICO
TURISMO GASTRONOMICO
Non tutte le focacce sono uguali e perché
vi consiglio vivamente la lettura di questa nuova rubrica di Gastronomia ...........simpatica e far venir fame ahahahhha buona lettura
http://www.corriere.it/cronache/09_novembre_07/Non-tutte-le-focacce-sono-uguali-e-perche_81191332-cb6f-11de-8d35-00144f02aabc.shtml
TURISMO GASTRONOMICO
Non tutte le focacce sono uguali e perché
Da Novi Ligure a Recco, con tappa a Genova: sulla strada che «crea dipendenza»
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MILANO - «Here it is: the recipe for what is probably the most addictive food on the planet» (Fred Plotkin, Recipes from Paradise). La ricetta del cibo che dà «più dipendenza sul pianeta» è quella della focaccia al formaggio: stracchino tra due sottilissime sfoglie di pasta irrorate d’olio d’oliva. Sembra facile, ma la fugassa così riesce solo a Recco: su un tagliere di legno tondo, sgocciolante di forno, provoca il desiderio che dopo la focaccia ci sia ancora la focaccia, a tutto pasto. Una volta questi erano i giorni della focaccia, i giorni dei morti. Perché la cucina seguiva le stagioni e in questo periodo il formaggio era più saporito.
VIAGGIO SENTIMENTALE - Il mio è un viaggio sentimentale, un ritorno alle origini con qualche sosta per capire che non tutte le focacce sono uguali, ancorché buone, ma di sicuro ce n’è una più uguale (e più buona) delle altre. Per fare un esempio, proprio prima di valicare l’Appennino, a Novi Ligure, c’è la focaccia novese, più sottile e friabile rispetto a quella genovese. Nutriente, perché questa è terra di grandi ciclisti come testimonia il Museo dei Campionissimi, 3.000 metri quadri dedicati all’epopea delle due ruote. E con la bici su e giù dal Turchino o più comodamente in autostrada, Genova, per noi, per tutti, vale sempre un viaggio. Dopo un saliscendi tra i carruggi ci si ferma, con un bel pezzo della classica focaccia genovese (questa soffice, croccante, con i «buchi»: farina, olio extravergine di oliva, acqua, sale grosso), a guardare la facciata di Palazzo Ducale, da visitare non solo per la mostra che vi ha domicilio ora, «Otto Hofmann — la poetica del Bauhaus», ma per le sue antiche sale, per la sua storia. Quella che ritroviamo nei Palazzi dei Rolli, le residenze nobiliari del centro storico.
IL «LEVANTE» - Oltre Genova, l’Aurelia annoda i paesini attorno a Recco: Sori, Camogli, Santa Margherita, Rapallo. Qui, ne vicoli della città vecchia, si va in cerca della farinata (fainä), «cugina » della focaccia: farina di ceci, acqua e olio d’oliva. Generazioni di rapallesi e foresti se ne sono riforniti prima di andare al mare o di addentrarsi nell’entroterra, per la classica gita al Santuario di Montallegro. Recco non è bella come le sorelle della Riviera. La colpa è del viadotto ferroviario, una ghiottoneria per gli anglo-americani che lo bombardarono trenta volte tra il 1943 e il 1944 cancellando la città. Recco venne ricostruita attorno alla Pro Recco, la Juve della pallanuoto (23 scudetti), ai fuochi d’artificio dell’8 settembre (uno degli spettacoli pirotecnici più famosi d’Italia) e alla focaccia al formaggio, la latina «scribilita » che, alla fine dell’Ottocento, Emanuela Capurro, la leggendaria «Manuelina», nella sua ostaja, aperta nel 1883, decise di servire tutto l’anno e a tutte le ore. Fin dalla Belle Epoque arrivavano carrozze e auto di lusso, anche in piena notte. «Manuelina» apriva le ante a metà, valutava la cilindrata dei mezzi (e quindi la solvibilità dei clienti) e decideva che si potevano mettere le fascine nel forno. Da allora Recco è diventata la piccola capitale gastronomica della Liguria, ha forni che offrono questa ricetta del paradiso, da mangiare sul posto o da portare via. Il mattino dopo è buona anche nel caffelatte. Esagerato? Dà dipendenza, mai noia.
Roberto Perrone
07 novembre 2009
94.163.138.206