In Germania fino a 1850 euro al mese, in Europa solo l'Italia non ha il reddito di cittadinanza
“Nel numero appena uscito di MicroMega porto una serie di esempi di che cosa è l’abc dello stato sociale in Europa, dove si può vivere anche senza un posto di lavoro. Questo perchè in Italia ci si ostina a non dare importanza al reddito minimo garantito. Sembra si tratti di un fatto marginale, si minimizza. Solo la trasmissione Report, una volta, ha mandato una troupe televisiva in Germania per raccontare di che cosa si tratta realmente. Il risultato di questa ostinata negazione dei fatti è che l’opinione pubblica non sa reagire di fronte a quello che per gli altri cittadini europei è un assurdo: la flessibilità estrema, senza garanzia del reddito e dell’alloggio. Bisogna capire che il reddito minimo garantito è il fondamento del welfare state europeo, la base del cosiddetto “modello europeo”.
“Le dico solo questo, una donna tedesca disoccupata, sola, con tre figli e un affitto di 500 euro, riceve dallo stato 1850 euro al mese. L’affitto nel caso specifico è basso, ma lo stato si impegna a pagare un affitto medio, quindi questa signora potrebbe avere di più in relazione all’affitto da pagare. Lo stato paga poi il riscaldamento e l’acqua calda”.
“Si tratta di una mistificazione. Quando si parla degli aggiustamenti al welfare state attuati nei vari paesi, ci si dovrebbe rapportare al punto di partenza. Ma questo non lo si fa, anche perché l´abc, per così dire, del welfare appare inimmaginabile in Italia. Per avere un’idea della realtà dobbiamo pensare che la Corte Costituzionale tedesca ha giudicato come parzialmente incostituzionale la riforma restrittiva del cancelliere Schröder, dopo il ricorso di una famiglia – padre, madre e una figlia – perché doveva vivere con soli 850 euro al mese (e naturalmente affitto e riscaldamento a carico dello stato). Una somma di 850 euro in Italia è uno stipendio, da cui si deve anche cercare di far uscire l’affitto e tutto il resto. Inoltre, la vita in Germania (controllate con Internet) costa meno che nel nostro Paese. Ci scandalizziamo del fatto che negli Usa non esista una sanità pubblica: in Europa si scandalizzano per l’assenza in Italia di un reddito minimo garantito. Negli Stati Uniti Michael Moore però ha raccontato in un film che cosa significa non avere un sanità pubblica; in Italia nessuno tocca il tema del reddito minimo garantito”.
“Poche cose dimostrano cattiva fede come la campagna di stampa a favore del cosiddetto “modello tedesco”. Davvero l’ipocrisia è l’omaggio del vizio alla virtù. Perché non si segue per intero la realtà di quei paesi? Per fare chiarezza sul punto specifico del reddito minimo garantito bisogna partire da una distinzione su cui in Italia si è creata, in modo più meno volontario, una grave confusione”.
“In tutta Europa, e non solo in Germania, ci sono due forme di trasferimenti in denaro per i disoccupati. La prima, quella più importante per il nostro discorso, è in senso proprio un sussidio di disoccupazione; riguarda coloro che non lavorano ma si impegnano a cercare un lavoro. Vale dunque anche per le persone che non hanno mai lavorato. Il sussidio a cui si ha diritto è illimitato nel tempo, finisce quando cessa la disoccupazione. Quindi è falso quello che si legge sui giornali quando scrivono che dura un periodo limitato. Il sussidio comprende, oltre all’affitto dell’alloggio e il riscaldamento, una serie di trasferimenti per i figli. La seconda forma di trasferimento non è un sussidio ma un’indennità di disoccupazione. Riguarda le persone che sono state licenziate o che hanno terminato un contratto. Hanno un’indennità di disoccupazione pari, in Germania, al 67% del precedente stipendio per circa 12 mesi (18 per coloro che hanno più di 55 anni)”.
“La riforma degli ammortizzatori sociali avrebbe avuto un senso europeo se avesse introdotto il sussidio di disoccupazione. In Europa, terminata l’indennità, il lavoratore può avere un sussidio di disoccupazione (con l’affitto per l’alloggio), in Italia non c’è niente”.
“Sì. È un altro aspetto che deve essere sottolineato. Lo stato interviene in Germania come in tutt’Europa anche ad integrare il reddito di chi guadagna poco. Faccio l’esempio di un amico chitarrista jazz, che in Francia per avere un sussidio che integra il suo reddito deve dimostrare di aver lavorato una parte dell’anno. In questo modo, si tutelano una serie di professioni che non avrebbero vita facile sul mercato, oppure si tutela chi ha un lavoro che potrebbe essere remunerativo ma contingentemente non lo è abbastanza. Immaginate quante professioni potrebbero fiorire con questo sistema a tutto vantaggio dell’economia e della comunità. Il reddito minimo garantito tutela direttamente chi lavora e non solo chi è disoccupato. In generale, i corpi di ballo, le compagnie teatrali e tutti quei lavoratori che non guadagnerebbero “abbastanza” ottengono un’integrazione del reddito”.
“Lo schema del reddito minimo garantito è omogeneo in tutta l’Europa, e questo dovrebbe suscitare qualche domanda in Italia…”
“Facciamo prima a dire quelli che non lo hanno: Italia, Grecia, Ungheria. I paesi, guarda caso, della crisi! I paesi che hanno i sistemi migliori sono: Francia, Germania, Gran Bretagna, Olanda, Belgio, Lussemburgo, Austria. Naturalmente, poi, ci sono i paesi scandinavi. Mi faccia dire, in proposito, che un’operazione di comunicazione davvero “geniale” è stata condotta in Italia a proposito del “modello danese”. Come per il “modello tedesco” si sono raccontate una serie di sciocchezze. La flexicurity esiste in Europa già da decenni anche senza “modello danese”.
“Appunto, questo è un caso esemplare di come viene trattato il tema in Italia. L’Europa raccomanda all’Italia di introdurre un reddito minimo garantito da almeno vent’anni. Nel documento europeo che cito su MicroMega, si dice chiaramente di introdurre un “reddito minimo garantito” senza limite di durata. Ma nulla è stato fatto. Ancora più clamorosa l’omissione di informazione nel caso della famosa lettera della Bce. Nel testo c’è scritto che insieme all’“accurata revisione delle norme che regolano l'assunzione e il licenziamento dei dipendenti” l’Italia dovrebbe introdurre “un sistema di assicurazione dalla disoccupazione”. Fa pensare, no? Questa lettera è stata sotto i riflettori della stampa, ma nessuno ha notato questa richiesta. Perché? Per una curiosa convergenza ideologica e di interessi della destra e della sinistra. Poi c’è un altro aspetto, anche questo molto importante. Che sia proprio la Bce a raccomandare l’introduzione di un’assicurazione per la disoccupazione demolisce l’alibi di chi sostiene che non ci siano i fondi per realizzarlo. Il reddito minimo garantito è un passaggio essenziale per uscire dalla crisi. Un’altra occasione è stata la lettera con le 39 domande, al punto 21 si chiedeva se l’Italia stesse perseguendo l’impegno preso ‘a rivedere il sistema dei sussidi di disoccupazione, attualmente molto frammentato, entro la fine del 2011’. Nessuno ci ha fatto caso”.
“Il segretario della Fiom ha perfettamente ragione. È surreale e ridicolo che lo si accusi di essere un estremista, mentre lui è in accordo con l’Europa, e addirittura con la Bce. In realtà, sono gli altri a volere tenere l’Italia dentro un isolamento medioevale e fuori dall’Europa. Il problema è che ci riescono benissimo per un concorso di fattori che vedono unite destra e sinistra”.
“Il primo importante vantaggio, naturalmente, è la giustizia sociale. Il reddito minimo garantito è un diritto soggettivo esigibile, nel senso che non c’è bisogno di alcuna mediazione sindacale o di altro genere per ottenerlo. La cassa integrazione è discrezionale, non universale, e riguarda solo un certo genere di rapporti di lavoro. Quello del reddito minimo garantito è un concetto completamente diverso. Per dirla in modo semplice: entri in un ufficio, metti una firma, e hai il tuo sussidio. Ora, il grande errore è ridurre il reddito minimo garantito a una forma di assistenza ai poveri. In realtà è un modo di pensare la società e il rapporto tra la vita di ciascuno e il lavoro. Ognuno può giocarsi meglio le sue carte. Le misure redistributive del reddito permettono inoltre di avere un’economia più vitale. Ha ricordato il premio Nobel americano Paul Krugman che la crisi ha una radice nell’aumento del divario tra ricchi e poveri, che ha assottigliato la classe media. L’Italia è uno dei paesi in Europa nel quale è più ampia la forbice del reddito tra ricchi e poveri. Del resto, è sotto gli occhi di tutti: non esiste una crisi europea, ma una crisi di alcuni paesi europei. La Germania e i paesi del Nord Europa, che hanno un forte stato sociale e dunque una ridotta forbice di reddito tra ricchi e poveri, non solo non sono in crisi, ma vanno economicamente bene e devono far fronte anche alle difficoltà degli altri paesi. Questo ci dovrebbe dire qualcosa. L’aspetto che dovrebbe far riflettere è che dove c’è un forte welfare state non c’è crisi. Invece, Grecia e Italia non hanno un reddito minimo garantito. Questo non spiega tutto, ma è uno degli aspetti che distinguono due tipi di società: una dove prevale la libertà individuale, la protezione sociale, la redistribuzione, l’altra dove invece fioriscono le rendite, i monopoli, il clientelismo. In realtà, la famosa “crescita” è un tipo di società. Poi c’è un altro aspetto importante: nei paesi dove non esiste il reddito minimo garantito il lavoro si trasforma in welfare. Il che dequalifica il lavoro, lo rende improduttivo. Penso alle assunzioni di massa che spesso sono una forma di clientelismo politico. Il reddito minimo garantito permette di scegliere il lavoro, e dunque di scegliere la vita che si preferisce. E permette anche di scegliere liberamente chi ci rappresenta. Ha un forte peso politico”.
“Direi che l’inesistenza del reddito minimo garantito in Italia permette alla nostra classe politica di mangiare a caviale e champagne. Sarebbe molto più difficile per loro guadagnarsi il consenso di persone libere dal bisogno primario dell’esistenza. Nel merito, comunque, è vero il contrario: in una società più dinamica, più libera e sicura, aumenta la disposizione al rischio e a mettere alla prova le proprie idee sul mercato. Noto continuamente questo maggior dinamismo delle società nord europee. Ma soprattutto con la libertà dal bisogno diminuisce, e non è poco, il clientelismo politico, il potere dei potentati. La sorprenderò. Lo sa chi pubblica in Italia, Philippe van Parijs, ovvero uno dei più radicali sostenitori dell’utilità economica e sociale del reddito di cittadinanza? La casa editrice della Bocconi (Philippe van Parijs, Yannick Vanderborght, Il reddito minimo universale, Università Bocconi editore, 2006). Veramente, non parliamo di utopie".
"Che il reddito minimo garantito permetta di vivacizzare l’economia è stato sostenuto da economisti neokeynesiani come da neoliberisti. Ma in Italia il problema non risiede né nel neoliberismo né nell’intervento neokeynesiano. Il nostro problema è a monte: un’economia relativamente moderna, e una classe politica e dirigente premoderna. La ministra Fornero ha fatto una curiosa giravolta. Intervistata da Lucia Annunziata ha sottolineato che l’assenza di un reddito minimo garantito era una deprecabile anomalia dell’Italia e della Grecia. Poi di colpo ha cambiato linea. Perché? Come si è svolta la trattativa sull’articolo 18? Questa è la domanda che dovremmo porci. Come verrà usata adesso la famosa “paccata di miliardi”, chi la gestirà, e per fare che cosa? In ogni caso, un margine di persone che non lavorano e che cadono nella “trappola assistenziale” esiste sempre, ma si tratta spesso di persone che andrebbero aiutate comunque. In ogni caso, l’adagiarsi senza fare nulla che paventa la Fornero nasce dal fatto di trasformare il lavoro in assistenzialismo, ovvero dalla dequalificazione del lavoro che viene trasformato in welfare clientelare. Cosa che produce enormi disservizi, persone frustrate e il potere politico che vediamo da anni”.
“Ho letto degli studi che sostengono che l’Italia addirittura risparmierebbe con il reddito minimo garantito. A parte le considerazioni sulla capacità di mettere in moto l’economia, sulla percezione del futuro che offre e che ha naturalmente una ricaduta economica positiva, bisogna considerare che lo stato italiano spende comunque dei soldi, ma in modo irrazionale o secondo delle logiche politiche. Poi c’è il discorso dell’ordine pubblico, perché la povertà e la percezione dell’abbandono produce anche delinquenza, criminalità grande e piccola; poi c’è il lavoro nero che sottrae risorse ecc. In ultima analisi, la Germania spende all’anno 27 miliardi di euro per il reddito minimo garantito. Noi abbiamo un’evasione fiscale di 130 miliardi all’anno. Dunque, fatti due conti, potremmo permetterci circa cinque volte lo stato sociale tedesco. Ma la Germania recupera il 70% dell’evasione fiscale…Noi no".
“L’ho detto prima: la “crescita” è un tipo di società. A parte le economie che crescono per il nuovo schiavismo e perché passano di colpo da un mondo premoderno a un mondo moderno (e comunque si tratta di una crescita indotta da fuori), in occidente crescono le società giuste. Le società dove esistono giustizia e libertà. Dove esiste il reddito minimo garantito la società si muove dal basso, conta la società civile, contano gli individui; la scelta democratica è meno inquinata dal bisogno. Pensi solo a questo, io lo ritengo molto importante: se le persone non sono libere dai bisogni primari della sussistenza non possono dire “no”. Saranno costrette a far parte di un sistema piramidale e autoritario, dove il merito e l’iniziativa originale tenderanno a scomparire".
"Tutto parte dal basso. Anche nel lavoro precario aumenta la soggezione nei confronti di dirigenti, spesso incompetenti, che hanno un potere sproporzionato sulla vita delle persone. Questo tipo di subordinazione in realtà distrugge l’economia. In Italia si ha un’idea negativa dell’economia, come un campo dove esistono solo rapinatori e rapinati. Ma l’economia è tutto, è cultura, idee, servizi. Anche il mercato cambia a seconda delle idee. Dunque, non c’è solo un problema di continuità del reddito, c’è anche un’idea di società e anche di efficienza di sistema. Il liberalismo sociale, quello vero, lo ha insegnato: la libertà, la critica, l’iniziativa originale creano ricchezza. Le idee creano ricchezza, non la subordinazione. Ma ci sono poi ragioni anche più dirette. Se posso contare su una rete di sicurezza posso anche rischiare, studiare. Se sono il figlio di un operaio posso veramente giocarmi le mie possibilità. Non parliamo della panacea di tutti i mali, ma sarebbe un bel passo avanti".
“Senza dubbio. Ed essere più liberi significa essere più felici, significa guardare diversamente al futuro. Io queste cose le conosco perché ho vissuto per molto tempo nell’Europa del Nord e ho visto delle società più tranquille, solidali, ma anche più dinamiche, dove realizzare i propri sogni sembra meno impossibile che in Italia. C’era un amico tedesco che ogni tanto partiva per qualche regione del mondo ad insegnare il tedesco. Mi ricordo che l’ho conosciuto che tornava dall’Islanda dove era stato per qualche mese. Quando non lavorava, aveva comunque un reddito grazie al sussidio, A lui stava bene così. Non guadagnava complessivamente da permettersi frenatati (e insensati) consumi, ma neanche gli interessava, non sentiva di perdere nulla. La sua scelta di vita era quella".
"Sì, mi ha sempre dato una grande idea di libertà”.
E' un pò che ti seguo,non ho difficoltà ad asserire,che tu abbia ragione,ma piuttosto,mi stupisce,la preparazione fuori dal comune,che hai,domanda:ma dove le prendi tutte ste notizie?,devi avere proprio una gran passione per far ciò,che ti costerà tempo e fatica,Con ammirazione.Osvy.
Allora Osvy,vivo in germania da 25 anni quindi conosco molto bene il sistema sociale e burocratico tedescoscrivere il tutto costa fatica e tempo,ed oggi il tempo é denaroper nostra fortuna oggi esiste internet,dove in 5 minuti si trovano tutte le info che si vuole,basta inserire le parole giuste sui motori di ricercaNon é che sia passione,ma cerco solo di far capire a certe teste dure,che la dolce vita non é solo in italia,anzi da quel che leggo giá da tempo<dolce vita> in italia esiste piú,ma solo per alcuni e pochi Cmq in altre nazioni sopratutto del nord europa si ha una vita molto migliore,serena e dignitosa, cosa che in italia giá da anni non esiste piúNon si vive solo di clima mite,sole e mare,si vive e si lavora per raggiungere tante altre soddisfazioni desideri sogni,tutto ció in italia é diventato non un sogno,ma un desiderio irrangiungibileBuona giornata a tutti[quote=cosvaldo48]
E' un pò che ti seguo,non ho difficoltà ad asserire,che tu abbia ragione,ma piuttosto,mi stupisce,la preparazione fuori dal comune,che hai,domanda:ma dove le prendi tutte ste notizie?,devi avere proprio una gran passione per far ciò,che ti costerà tempo e fatica,Con ammirazione.Osvy.
Benessere per tutti e giustizia sociale: questo era l’obiettivo che si prefiggeva alla fine degli anni cinquanta l’allora ministro dell’economia Ludwig Erhard quando istituì in Germania l’economia sociale di mercato. Il «modello Germania» divenne una storia coronata da successo e un esempio per molti paesi. Uno dei pilastri di questo successo è il suo ampio sistema sociale. La Germania dispone di una delle reti sociali più fitte: il 26,7 per cento del prodotto interno lordo viene erogato per le spese sociali pubbliche – gli USA, al confronto, investono in questo settore il 15,9 per cento, la media dei paesi OCSE si aggira sul 20,5 per cento. Un sistema complesso, costituito dall’assicurazione contro le malattie, dall’assicurazione pensionistica, da quella contro gli infortuni sul lavoro, dall’assicurazione di assistenza per la non autosufficienza nonché dall’assicurazione contro la disoccupazione, protegge dalle conseguenze finanziarie dei rischi esistenziali. La rete sociale comprende inoltre contributi finanziati attraverso le imposte, quali la perequazione dei carichi di famiglia (assegni famigliari, agevolazioni fiscali) o l’indennità di sussistenza per pensionati e invalidi permanenti. La Germania, in quanto Stato sociale, considera la copertura sociale di tutti i suoi cittadini uno dei suoi compiti principali.
In Germania i sistemi della previdenza sociale dello Stato assistenziale hanno una tradizione che risale all’epoca dell’industrializzazione. Alla fine del XIX secolo il Cancelliere del Reich Ottone von Bismarck concepì le basi dell’assicurazione sociale dello Stato: sotto la sua egida furono emanate leggi sull’assicurazione contro gli infortuni e contro le malattie, nonché sull’assicurazione di invalidità e di anzianità. Ma se allora solo un decimo della popolazione fruiva delle leggi sulla previdenza sociale, oggi esse sono a beneficio di quasi il 90 per cento della popolazione tedesca. Nei decenni successivi la rete sociale fu sviluppata e contemporaneamente perfezionata; nel 1927, ad esempio, vi si aggiunse un’assicurazione contro le conseguenze finanziarie della disoccupazione e nel 1995 l’assicurazione per la non autosufficienza. Ora, nel XXI secolo, è diventato necessario procedere a un sostanziale nuovo orientamento e a una ristrutturazione dei sistemi, tenendo d’occhio soprattutto la loro finanziabilità a lungo termine: una percentuale sempre più alta di persone anziane rispetto alla popolazione, insieme ad un indice di natalità relativamente basso, e gli sviluppi del mercato del lavoro hanno portato i sistemi di previdenza sociale ai limiti delle proprie capacità. Attraverso radicali riforme la politica cerca di affrontare queste sfide e di garantire la rete sociale anche alle generazioni future.
La Germania è un paese con uno dei migliori sistemi sanitari del mondo. Ospedali, ambulatori medici e istituti di medicina garantiscono assistenza medica per tutti. Con più di quattro milioni di posti di lavoro la sanità è il maggiore settore d’occupazione in Germania. La salute costa il 10,4 per cento del PIL, pari a 1,5 punti di percentuale più della media dei paesi OCSE. Grazie alla legge sulla diminuzione dei costi, introdotta con l’ultima riforma sanitaria, la Germania registra il minore aumento delle spese sanitarie pro capite tra tutti i paesi membri dell’OCSE: tra il 2000 e il 2007 le spese reali sono aumentate dell’1,4 per cento all’anno, nella media dei paesi OCSE l’aumento fu del 4,7 per cento.
Nel 2007 è stata congedata una riforma sanitaria basata sul fondo salute in cui dal 2009 confluiscono tutti i contributi per l’assicurazione sanitaria obbligatoria versati da lavoratori e datori di lavoro. A questo fondo si aggiunge un contributo proveniente dalle imposte. Per l’assicurazionesanitaria vale ora un’aliquota contributiva unitaria fissata dal governo. Da questo fondo le più di 200 casse malattia obbligatorie ricevono una somma forfettaria per ogni assicurato. Casse che hanno un numero particolarmente alto di anziani, ammalati e persone con scarsi introiti ricevono un supplemento. Scopo del governo è quello di permettere più autonomia contributiva e maggiori differenziazioni regionali. Si vogliono inoltre introdurre per i lavoratori dei contributi non dipendenti dal reddito ma ammortizzabili. Affinché i costi per la salute possano essere sganciati il più possibile dai costi supplementari del lavoro, la quota pagata per i costi sanitari dai datori di lavoro non dovrà più aumentare.
[quote=k.bellin]
Allora Osvy,vivo in germania da 25 anni quindi conosco molto bene il sistema sociale e burocratico tedescoscrivere il tutto costa fatica e tempo,ed oggi il tempo é denaroper nostra fortuna oggi esiste internet,dove in 5 minuti si trovano tutte le info che si vuole,basta inserire le parole giuste sui motori di ricercaNon é che sia passione,ma cerco solo di far capire a certe teste dure,che la dolce vita non é solo in italia,anzi da quel che leggo giá da tempo<dolce vita> in italia esiste piú,ma solo per alcuni e pochi Cmq in altre nazioni sopratutto del nord europa si ha una vita molto migliore,serena e dignitosa, cosa che in italia giá da anni non esiste piúNon si vive solo di clima mite,sole e mare,si vive e si lavora per raggiungere tante altre soddisfazioni desideri sogni,tutto ció in italia é diventato non un sogno,ma un desiderio irrangiungibileBuona giornata a tutti[quote=cosvaldo48]
E' un pò che ti seguo,non ho difficoltà ad asserire,che tu abbia ragione,ma piuttosto,mi stupisce,la preparazione fuori dal comune,che hai,domanda:ma dove le prendi tutte ste notizie?,devi avere proprio una gran passione per far ciò,che ti costerà tempo e fatica,Con ammirazione.Osvy.
Condivido appieno tutto,purtroppo è proprio come dici tu,quì non c'è più nulla,ne pace,ne serenità,ne tantomeno giustizia sociale,ammesso che ci sia stata mai,io in 63 anni,ho lavorato,sudato,mi sono angustiato la vita,per cercare di raggiungere un pò di tranquillità e serenità,e per colpa di qualcuno,mi trovo come si dice a roma,con una mano avanti e l'altra dietro,hai voglia che ora non andiamo a votare,a quelli non gliene frega un cazzo,ormai,i danni sono fatti,ed i cristi pagano.Scusa lo sfogo.Ti saluto.Osvy.
In Germania vivono all’incirca 82 milioni di persone. È il paese di gran lunga più popoloso dell’Unione Europea. La Germania è un paese moderno e aperto al mondo. La sua società è caratterizzata da un pluralismo di stili di vita e dalle molte etnie culturali. Le forme di convivenza sono diventate più varie e si sono allargati gli spazi di libertà individuali. È scomparsa la rigida assegnazione a un ruolo legato al sesso di appartenenza. Nonostante i mutamenti sociali avvenuti, la famiglia è tuttora il gruppo di riferimento sociale più importante e gli adolescenti hanno un rapporto molto stretto con i propri genitori.
Sostanziali riforme ci sono anche nel settore dell’assicurazione di anzianità. Anche se questa resta il più importante pilastro del reddito in vecchiaia, è sempre più forte l’importanza della previdenza aziendale e privata. La «Riester-Rente» e la «Rürup-Rente» per lavoratori in proprio, sono modelli che beneficiano di agevolazioni fiscali e permettono di attuare una previdenza privata a capitalizzazione. Anche la casa viene incentivata attraverso la legge che promuove la proprietà immobiliare per uso personale quale forma di pensione per la vecchiaia. Parte della riforma è anche l’aumento dell’età pensionabile obbligatoria da 65 a 67 anni: tra il 2012 e il 2035 essa verrà aumentata gradualmente di un mese per volta.
mi hai convinto, l'unico problema è imparare sto cavolo di tedesco, ma come hai fatto tu?
si ok bellin sono d'accordo per quasi tutto in quel che dici pero ti chiedo tu le paghi le tasse li in germania? e che percentuale di persone le evadono? perche alla fine gira che ti rigira se la gente non si mette in testa che pagare le tasse e' obbligatorio e no che io le pago ed altri 20 no, perche cosi' alla fine il cetriolo lo prendo io e no gli altri 20. io vivo da 8 anni in australia e ti posso dire che anche qui si vive molto bene forse anche meglio della germania pero' la differenza e' che se dici a qualcuno che lavori in nero ti guardano come se avessi ammazzato qualcuno e se l'ufficio delle tasse ti prende ,ti lasciano in mutande, quindi per come la vedo io in italia servirebbe una pulizia generale, inizia a far piangere chi fa il furbo e vedrai che piano piano la mentalita' cambiera'.
scusate la mia prediga ma state toccando un tasto che mi sta veramente a cuore e che mi ha fatto allontanare dall'italia "IL SISTEMA"
ciao christian
Esatto,son daccordissimo con te..le pago tutte le tasse,e nessuno dei miei dipendenti guadagna un euro in piú senza esser dichiarato,tutti in regola per ció che prendono.Qui é come in australia,il nero non esiste sono la stessa gente a denunciarti dalla finanza..Non potrei presentarmi da un cliente con un foglietto e la cifra da pagare,il giorno dopo avrei la finanza in casa,e qui si finisce in galera per truffa allo stato....io pago tutte le tasse e ti assicuro che di fame non muoio,ed in cambio lo stato mi da tutto ció che ho bisogno,sanitá super,tranquillitá sul lavoro e senza temere rapine o bustarelle da dare a chissá chi,insomma una vita serena e dignitosa e dove con il tempo riesco anche a sviluppare i sogni in realtálogico che si deve lavorare e bene,ma i risultati si vedono,cosa che in italia non vedi mai...Buona giornata[quote=vai anzio]
si ok bellin sono d'accordo per quasi tutto in quel che dici pero ti chiedo tu le paghi le tasse li in germania? e che percentuale di persone le evadono? perche alla fine gira che ti rigira se la gente non si mette in testa che pagare le tasse e' obbligatorio e no che io le pago ed altri 20 no, perche cosi' alla fine il cetriolo lo prendo io e no gli altri 20. io vivo da 8 anni in australia e ti posso dire che anche qui si vive molto bene forse anche meglio della germania pero' la differenza e' che se dici a qualcuno che lavori in nero ti guardano come se avessi ammazzato qualcuno e se l'ufficio delle tasse ti prende ,ti lasciano in mutande, quindi per come la vedo io in italia servirebbe una pulizia generale, inizia a far piangere chi fa il furbo e vedrai che piano piano la mentalita' cambiera'.
scusate la mia prediga ma state toccando un tasto che mi sta veramente a cuore e che mi ha fatto allontanare dall'italia "IL SISTEMA"
ciao christian
Come ho fatto!!! 6 mesi in una falegnameria dove erano solo tedeschi e cosi ho imparato subito il tedescoCmq oggi ci sono corsi di tedesco o scuole serali di tedesco per la durata di 6 mesi per 180€ stai tranquillo che il tedesco lo impari,poi come dicono loro,una lingua s'impara velocemente e bene<a letto>Giustamente non bisogna aver fretta,ma fare passo per passo,io sono venuto qui e guadagnavo 600 marchi,nell'arco di 3 anni ho iniziato a guadagnare 3500 marchi e dopo 6 anni avevo un mio locale,da 20 anni ho un locale che va benissimo e da 2 anni ho una casa di 7 appartamenti che affitto ai turisti,e che per 10 mesi all'anno sono piene..Logico,il tutto creato con il tempo e passo dopo passo,ma ancora oggi ci sono tutte le possibilitá per chiunque di riuscirelicenza o concessione costa 30€ e si ottiene in giornata,tasse si iniziano a pagare dopo un anno di attivitá e non prima di iniziare come in italia,e il tutto é adeguato in base al guadagno netto,cioé qui scarichi di tutto e ció che ti rimane in tasca pulito a fine anno allora viene tassatoTutto esempio: auto,assicurazioni,mutua,pensione se privata,tutto ció che butti per la tua pensione privata viene esente di tasse,ferie,ristorante,vestiti,insomma tutto ció che spendi nell'arco dell'anno si scarica..lungo da scrivere ma disponibile a spiegarti il tutto come funzionaSalutoni[quote=jerry76]
mi hai convinto, l'unico problema è imparare sto cavolo di tedesco, ma come hai fatto tu?
Cosa vuoi che dica,hai straragione,su tutta la linea,da giovane,ho lavorato e sono stato a contatto moltissimo con i tedeschi,(mio padre vendeva forni e macchinari x pane tedeschi,forni winkler,ed impastatrici kemper),praticamente il meglio della tecnologia tedesca,ed io pur essendo stao a contatto stretto con loro per 15 anni,non ci ho capito un bel nulla.Ho sempre e soltanto pensato a far pane e pizza,non vedendo più in là di un palmo dal naso.Purtroppo,quando si è giovani,difficilmente si capisce,poi negli anni 70-80,l'america stava pure quà.Vabbè,rimandiamo alla prox incazzatura.Ti saluto.Osvy.