germania 20 anni dopo
CHEMNITZ (Germania) - Fino al 1990, questa città si chiamava Karl-Marx-Stadt. Il nome - una trovata del 1952 - voleva indicare la grande rinascita nel socialismo della metà orientale della Germania dopo il nazismo e la tragedia della guerra. Le cose andarono diversamente. Quando cadde il Muro di Berlino, nel 1989, Città Karl Marx era un esempio di architettura pianificata e basta: centro storico raso al suolo un po' dalle bombe e il resto dal partito, i condomini prefabbricati erano tutto quel che c'era. Vent'anni dopo la riunificazione tedesca - l'anniversario è oggi - Chemnitz non ha solo ripreso il suo vecchio nome: è una delle città a maggiore crescita di tutta la Germania, parti intere sono state ricostruite, i centri commerciali trionfano. È uno dei cuori della nuova economia, quella che fa parlare di secondo miracolo tedesco, dà alla Germania motivo di sentirsi di nuovo orgogliosa di se stessa, la rende più assertiva. E ormai sempre meno occidentale.
«Certo, la riunificazione è stata un successo e possiamo vederne il risultato: vent'anni fa la Repubblica federale era uno dei grandi Paesi occidentali, oggi la Germania è un Paese centro-europeo, più spostato verso Est e più forte», dice Dietmar Roth, fondatore e amministratore delegato di Roth & Rau, un'azienda nata nel giugno 1990 - Muro di Berlino caduto da poco e riunificazione in arrivo - poco lontano da Chemintz. Quella che nei giorni successivi alla caduta del socialismo realizzato era una delle tante imprese che nascevano, oggi ha 1.200 dipendenti ed è uno dei produttori mondiali più avanzati di tecnologie al plasma per l'industria fotovoltaica. È una faccia della Nuova Germania, costruita attorno all'enorme sforzo che è stato la riunificazione: almeno 1.300 miliardi di euro spostati dalla parte Ovest a quella Est del Paese ma soprattutto una trasformazione profonda nell'economia, nella cultura, nella politica, nel posizionamento geopolitico dell'intera Germania. Nella coscienza di se stessa.
«Non è solo la Germania dell'Est che è dovuta cambiare - dice il ministro degli Interni Thomas de Mazière -. La riunificazione ha cambiato tutto il Paese». La vecchia Repubblica di Bonn (dal nome della ex capitale della Germania occidentale) era un Paese ancora attraversato da un senso di colpa profondo a causa del nazismo, timido nella difesa dei suoi interessi, forzatamente aperto nei confronti degli stranieri, primo sostenitore dell'integrazione europea vista come antidoto al nazionalismo. Chi guarda il Paese oggi vede qualcosa di diverso. «Grazie alla riunificazione, la Germania intera è diventata molto più diversificata e i sentimenti dello stare insieme sono cresciuti», sostiene il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble. L'evento insperato di vent'anni fa ha scavato nella realtà e nelle coscienze: i tedeschi che si vergognano di essere tali sono sempre meno; anzi, l'orgoglio nazionale è qualcosa che si torna a esprimere pubblicamente.
Non sono solo la bandiera che ancora negli anni Novanta quasi nessuno osava esporre e l'inno nazionale che imbarazzava tutti su quelle note che si erano colorate di tragedia: certo, questi simboli sono tornati. Ma soprattutto si è risvegliato il senso di identità. Il ministro della Difesa Karl-Theodor zu Guttenberg, un giovane nobiluomo bavarese del partito cristiano-sociale, sta conducendo una battaglia per abolire il servizio di leva. Finora, le forze armate di popolo sono state un totem intoccabile, deciso nei primi anni Cinquanta come garanzia che il nuovo esercito tedesco non cadesse in tentazioni militariste. Bene, zu Guttenberg è riuscito a fare passare le sue idee anche tra i più conservatori e nei prossimi mesi la Bundeswehr avrà quasi certamente solo soldati professionisti.
Dallo scoppio della crisi finanziaria due anni fa, i governi guidati da Angela Merkel sono diventati via via più assertivi nell'imporre il loro punto di vista, in particolare di fronte alla crisi della Grecia e ai salvataggi di Paesi in difficoltà finanziarie: ancora in questi giorni, la cancelliera ha detto che per garantire la stabilità dell'euro occorre cambiare i trattati europei, per quanto questa sia un'operazione difficilissima.
La lingua tedesca è un bene che viene sempre più coltivato. Le ferrovie, per dire, aboliranno gli annunci in inglese su buona parte dei treni nazionali, dopo avere ricevuto un buon numero di proteste; e cambieranno i cartelli che oggi portano scritte in inglese. Alcuni ambasciatori hanno di recente protestato perché il tedesco sta trovando poco spazio nel nuovo servizio diplomatico europeo. E al Bundestag (il Parlamento) ci sono proposte per introdurre nella Costituzione il tedesco come lingua ufficiale (per affermare con forza che lo straniero che vuole la cittadinanza deve sapere parlare la lingua).
Nelle radio, in vent'anni il numero di canzoni tedesche è (ahimè) raddoppiato, attorno al 30 per cento. Nella letteratura, il passato nazista e il senso di colpa sono meno presenti, cresce invece la valorizzazione della tradizione letteraria tedesca, anche in autori insospettabili come il Premio Nobel Günter Grass. Nelle scuole, lo studio del nazismo resta un asse portante della didattica. Le giovani generazioni sono però meno angosciate da questo passato e, soprattutto, chi è cresciuto nei Länder socialisti fino al 1990 porta un distacco totale dal passato hitleriano: il partito aveva loro insegnato che la responsabilità del nazismo era del capitalismo occidentale, non di un popolo, quindi i campi di concentramento non erano un problema loro.
In vent'anni, insomma, nel bene e nel male la Germania ha perso remore e timori, ha sempre più fiducia in se stessa e misura senza infingimenti i suoi successi democratici e la sua potenza economica straordinaria. «Ci sono ancora problemi di riunificazione ma siamo orgogliosi dei risultati ottenuti dopo la svolta», dice Jochen Wolff, direttore di SuperIllu, una rivista illustrata che parla ai lettori dell'Est del Paese, un po' con nostalgia, un po' per consigliarli. Grazie a un sondaggio appena condotto, SuperIllu ha scoperto che il 65% dei tedeschi orientali è contento di essere passato in un Paese a economia di mercato e solo il 13% rimpiange il socialismo reale. Differenze tra Ovest e Est permangono, «ma non diversamente da come ci sono differenze tra Nord e Sud, e non solo in Germania ma un pò in tutti i Paesi», sostiene il dottor Roth, il fondatore della fabbrica di plasma per pannelli solari a Chemnitz. Attorno alla sua azienda, per dire, corre la cosiddetta Silicon Saxony, una quantità di imprese nel settore delle alte tecnologie che in Sassonia, terra storicamente imprenditoriale e colta, crescono a ritmi elevatissimi.
Questa Germania che sta ritrovando se stessa, ormai tornata un Paese normale, crea naturalmente problemi ai vicini. Non per cattiveria ma perché inevitabilmente la sua Weltanschauung cambia, la sua concezione del mondo vede il Paese meno dipendente dall'Europa e un po' più solitario. «Un colosso assorbito da se stesso», ha detto di recente il filosofo Jürgen Habermas. Ma in movimento. «Avendo spostato la capitale da Bonn a Berlino - dice il presidente dell'American Council on Germany, William Drozdiak - c'è stato un cambiamento psicologico significativo, il centro di gravità si è spostato a Est, la Germania vede se stessa più come un potere dell'Europa centrale». Certamente ancora europea, ma forse non più disposta a dare un'esclusiva a Bruxelles, come ai tempi della Guerra Fredda. La Russia è attraente, la Cina è un grande mercato, la Turchia è importante e Berlino sa che certe volte, anche se non sempre, è meglio che faccia da sola nelle relazioni con questi Paesi, senza doversi sempre trascinare la Ue. «La nuova Germania unificata ha attraversato un periodo prolungato di ricerca della propria coscienza e della propria centralità a seguito della riunificazione, un processo ancora non finito», ha scritto di recente Jan Techau, un analista di politica internazionale. Persino uno dei grandi protagonisti della riunificazione, l'ex ministro degli Esteri liberale Hans-Dietrich Genscher, dice che esistono ancora «i veterani della Guerra Fredda» che non hanno più ragione di esistere. E di essere «molto a favore di un rilancio del Triangolo di Weimar», cioè della collaborazione tra Germania, Francia e Polonia: anche qui uno spostamento di equilibri verso Est, questa volta all'interno dell'Unione Europea.
E' con questa Germania, forte e libera nella mente, che vivremo i prossimi vent'anni
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il giornalista ha scritto molto bene questo articolo,rendendo con poche parole il quadro germanico chiaro e tondo,lo riportato solo per far rendere conto a tutta quella gente che conosce la germania solo tramite libri o storie raccontate alla buona e aggiungendo molte falsitá [28]
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ciao bellini volevo ringraziarti, gentilissimo se riesco a fare un giro in germania -ne ho tanta voglia- sicuramente passerò a trovarti, tornando al discorso io sarei l' ultimo a parlarne male -x quello che mi ha dato- ne tantomeno rosicare, ci mancherebbe mi dispiace x come mi è andata dopo e non poterci + tornare a vivere. con chi celò e non solo io è con una precisa categoria di persone che nella pizza ristorazione hanno fatto pena in tutti i sensi dando una cattiva immagine al nostro paese e maltrattato i connazionali emigrati x lavoro. ora che ci penso x la germania una macchia nera cè ed è stata la ricostruzione del dopo muro, hanno fatto piangere davvero tanti, io mi salvai x un pelo, a parte questo sono un accanito tifoso dell' eintracht, questanno come sempre si va a singhiozzo, mi sà che il mainz fa fessi tutti, seguo la bundesliga su sky, ti saluto e mi raccomando lavora tanto [41]
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Ocse, Italia lumaca per crescita economica. Vola la Germania Mercoledì 18 Agosto 2010 13:26 Redazione Economia
ROMA – Italia fanalino di coda nella classifica della crescita economica tra i Paesi più sviluppati. Secondo i dati dell'Ocse, l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, il Pil degli Stati membri è salito nel secondo trimestre dell'anno del 2,8% su base tendenziale, in rialzo rispetto al +2,4% del trimestre precedente. Su tutti l'economia tedesca, capace di una performance che la fa crescere del 3,7% rispetto al secondo trimestre del 2009. L'Italia si piazza in fondo, con un +1,1% rispetto a dodici mesi fa. Rispetto al trimestre precedente, invece, il Pil dell'area Ocse è cresciuto dello 0,7%, sempre grazie al traino della Germania (+2,2%), seguita dalla Gran Bretagna (+1,1%). Performance non esaltante nemmeno in questo caso per il nostro Paese che cresce solo dello 0,4%. A fare peggio solo il Giappone (+0,1%). L'economia nipponica pare frenare bruscamente, facendo registrare un aumento tendenziale dell'1,9%, dopo il clamoroso +4,4% del primo trimestre. Analoghe preoccupazioni desta il Pil degli Stati Uniti. Nel secondo trimestre la crescita si attesta a +0,6% dallo 0,9% del periodo precedente e dal +1,2% dell'ultimo trimestre del 2009. L'Ocse sottolinea che nell'area euro il Pil è aumentato dell'1% proprio grazie alla Germania e al suo +2,2%, il tasso di crescita trimestrale più elevato dalla riunificazione.
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Ho lavorato per 10 anni con i tedeschi, commercio e rappresentanze di una grande azienda , credo che una scuola cosi' non la trovero' mai piu'.
Puntualita', servizio e cortesia, avevo 30 anni e ancora sono con le loro idee.
Subito dopo ho avuto a che fare per 6 anni con una azienda italiana, leader nel settore similare, Dio ce ne scampi, quando sei abituato ad essere organizzato come lo sono i tedeschi ti viene pure voglia di rimpiangerli.
Povera Italia.
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Ciao Gerry,difatti hai ragione,ne ho sentito anch'io parlare di certe storie,ai tempi della ricostruzione dell'est ci sono stati i soliti imbroglioni che si sono arricchitti alle spalle della brava gente, io son sempre stato in baviera,ogni volta che sono andato fuori verso il nord,dopo poco tempo son scappato via,a causa dei connazionali poco affidabili,difatti non ne do una colpa quando si parla male di titolari farabutti,é la veritá,ci son passato anch'io,in baviera é diverso,l'italiano che si trova é piú istruito,piú gastronomo,mentre al nord lavorano 30 anni in fabrica e poi aprono un ristorante pensando di esser diventati ricchi [28] e non capiscono niente di gastronomia [3] e cosi segui il calcio tedesco!!! Io sono per il bayern monaco,anche se mi diverto a prenderli in giro ogni volta che contro una squadra italiana perdono,e la soddisfazione piú grande é quando abbiamo vinto il mondiale in casa loro [27] mentre a Pino58 devo dire che non é proprio esatta la statistica che danno in italia,la germania sta avendo una ripresa spaventosa,che non si vedeva da 10 anni,lo vedo anch'io che gli altri anni in ottobre era finito il lavoro stagionale e si tornava alla normalitá,invece quest'anno si sta lavorando come se fosse agosto,paese pieno zeppo di turisti e fino alla fine di ottobre non si trova un letto libero,ricevo prenotazioni giá adesso per l'estate prossima,e per capodanno mi sono rimasti solo 2 tavoli liberi ancora,ho avuto una stagione estiva che non avevo da 15 anni e mi aspetto una stagione invernale molto intensa,anche perché a febbraio ci saranno i mondiali di sci proprio qui a garmisch partenkirchen ed é giá tutto prenotato fino ai primi di marzo,caro Pino visto che vuoi investire approfitta adesso che é il momento giusto e buono [28] buon lavoro e forza e coraggio
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sono nato vicino FRANCOFORTE sento il desiderio di ritornarci e magari lavorare come pizzaiolo ma mi frega il non ricordare più la lingua tedesca. avevo circa 5 anni quando mio padre ci fece ritornare in Italia mentre lui continuò x diversi anni a lavorare là.. poi finito di farsi casa e mettersi un pò di risparmi da parte .. ritornò pure lui.. cmq ho ancora parrenti lì e di ritornare in patria nn hanno nessuna intenzione. W la Germania con tutte le sue buone regole e leggi da rispettare. un saluto. 🙂
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Massimo vai subito,oltretutto hai anche dei parenti,la lingua non é un problema,in tutti i locali italiani si parla la lingua madre,non pensarci 2 volte,prendi il treno e vai,non buttare via l'occasione della tua vita,in italia non hai futuro [28] in una cittá come francoforte entro sera hai trovato lavoro [28]
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a Francoforte ci ho lavorato per 18 mesi, nel 91, con l'olivetti... c'eran molti punti positivi (andavo a lavorare in bicicletta, c'eran piste ciclabili in tutta la citta', la birra era buona, i vigneti sul reno erano interessanti)... ma dopo 18 mesi ero contento di andarmene, era molto difficile fare amicizie (ok non parlavo la lingua, ma in ufficio si parlava tutti in inglese)
tutto sommato un'esperienza positiva, ma niente a che vedere con l'esperienza che sto vivendo in sud africa, la gente qua e' molto piu' aperta.
comunque appeso al muro ho ancora un pezzo di calcinaccio con graffiti del muro di berlino! ci andai appena prima che lo buttassero giu' completamente, ma prima che riunissero le 2 germanie.
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seguo con attenzione il dibattito sulla Germania e le utili notizie che pubblichi e mi affascina sempre di piu' !! Bellini dimmi una cosa quanto ci hai messo per imparare il tedesco benino o bene , non so come lo parli adesso ??? e secondo te l'investimento piu' facile sarebbe l'asporto o un piccolo locale con Pizzeria e priimi piatti ??? secondo me è inutile pensare alla carne in quanto è cosa loro giusto ???
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ciao caro non so se veramente conviene andare a lavorare in germania ,forse si,ma non lavorare per i connazionali italiani, [8]
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GRAZIE X IL TUO INCORAGGIAMENTO.. K.BELLINI. ma ho una paura bestiale.. vorrei far più pratica 1ma di partire.. a discapito che nn percepisco ancora stipendio.. e x giunta mi vogliono far partecipare a una gara.. propio x farmi spronare e scrollarequesta paura infodata.. (panico da pubblico) cmq ripeto.. GRAZIE.
93.43.197.48
ciao,allora i primi 2 anni neanche una parola di tedesco,questo perché stavo sempre insieme a italiani,poi sono andato a lavorare con i tedeschi e in 6 mesi ho imparato molto [28] importante é stare a contatto con i tedeschi o non si imparerá mai,conosco italiani che son qui da 40 anni e non parlano una parola di tedesco,e cmq ci sono parecchi corsi di lingua tedesca che ti puó aiutare molto..io ti consiglio un piccolo locale dove fare oltre alla pizza,primi piatti di pasta fresca anche ripiena che va molto qui,e qualche scaloppina consiglio di farla [28] Da asposto ci sono molti imbiss turchi slavi ad un costo misaero e quindi non ne vale la pena,ma un buon localino,che sia molto accogliente (qui in inverno usano passarci la serata nel ristorante,quindi importante che sia caldo accogliente e non freddo) nel posto giusto andrá di sicuro,unico problema nel tuo caso é la lingua [28]
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come faccio a superare il problema lingua (tedesca) ? giurai da piccolo ke un giorno saarei ritornato.. e intendo mantenere tale promessa. anche se vorrei andare pure a Londra ove ho anke parenti.. ma nn voglio scomodare nessuno.. e cmq resta sempre il fatto lingua straniera..
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Erminio sei anche tu un caprone,come in ogni paese trovi i buoni e i cattivi,ma dopo qualche giorno si vede subito se il titolare é ok,se ha lavoro,oppure tira alla giornata [28] ci sono tanti pizzaioli che qui guadagnano molto bene e stanno bene,logico che dipende dal lavoro che il locale ha [27] non camminare anche tu con i paraocchi carissimo amico [26] [41]
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