Sciopero infondato
Per ribattere ad una calunnia così infondata, in quanto basata su dati puramente teorici, non serve scomodare una qualsiasi associazione di pizzaioli: basterebbe un pizzaiolo per far comprendere che ci sono associazioni disposte ad attaccare la Regina dei nostri alimenti pur di avere visibilità!
Affermare con quei valori che la pizza è cara può essere anche vero, anche se non ci sono né i fondamenti né i parametri per verificare se ciò corrisponde a verità.
Inoltre, fondare la protesta su un elemento così misero, uno sciopero della pizza, fa comprendere qual' é lo scopo che si vuole ottenere: certamente non la giustizia e tanto meno l'interesse dei consumatori.
Potrei anche aggiungere che un caffè può costare 13 Euro a Venezia o in via Veneto, così come un paio di jeans può costare centinaia di Euro.
Ma parliamo pure dei fatti riportati nel comunicato: l'ADUC prende come esempio il costo di un'orata, la quale, se le venisse applicato il ricarico calcolato per una pizza, verrebbe a costare 150 Euro.
Questi signori si dimenticano in primo luogo che la pizza vanno a mangiarla il sabato sera quando è festa e in orario notturno. Non voglio poi tirare in ballo i costi fissi di gestione, personale, acqua, luce, legna, gas ecc., perché sostenuti egualmente da chi prepara una bella orata; con la differenza che il forno dobbiamo comunque accenderlo, a prescindere da quante pizze poi venderemo in serata, se le venderemo.
Ma si dimenticano anche, e soprattutto, che noi pizzaioli siamo artigiani, operatori, cioè che trasformano le materie prime; l'orata invece non viene né manipolata né trasformata. Infatti, comprare farina, lievito, pomodori e mozzarella è facile per chiunque, ma per trasformarli in un prodotto che contiene tutti questi ingredienti ma alla fine diventa inimitabile, ci vuole soltanto l'abilità di un'artista-artigiano, che dopo molte ore di lavoro (solo per la lievitazione sono necessarie 10 ore) è giusto riceva un compenso adeguato.
Specialmente se tutto ciò avviene in orari notturni e festivi.
Di questo passo uccidiamo l'arte, l'artista, l'inventiva, la fantasia, la qualità: uccidiamo la pizza!
Sono disposto a confrontarmi pubblicamente, in modo corretto e leale e con precisi dati alla mano, con qualsiasi personaggio di qualsiasi associazione.
Tutti i pizzaioli che sosterranno questa tesi si possono metter in contatto con la redazione di www.pizza.it scrivendo a redazione@pizza.it