EU Zone..
Ma ce la fai a scrivere qualcosa di tuo?senza fare copia e incolla kilometrici che nessuno legge.
Si vede che non hai un emerito c...o da fare altro che assalto dei turisti mi sa che ti giri i pollici altrimenti tutto sto tempo per fare la ricerca di tutti sti articoli antitaliani chi te lo da?
Facciamo le persone serie noi italiani avremo tanti difetti ma prendere lezioni di come si vive da chi la sera dopo le 20 non ce la fa manco a stare in piedi tanto sono mbriachi mi sembra un po troppo
"chi disprezza compra"
adesso da quando che criticavi la politica italiana vabbe',ora siamo arrivati al cittadino ....
e' vero' che l'italiano e' paraculo e se ti vuole fregare ti frega,ma adesso pero' dire che dietro il sorriso, si nasconda una maschera che cerca di fottere la vittima alla prima occasione mi sembra troppo.
di simpatici siamo simpatici se non non staremmo qui a chiacchierare no ?????
per quanto riguarda l'America ...........la nazione piu' potente del Mondo non lo è piu' da quando si è scoperta piena di truffatori istituzionali !!!!!!!!!!!!!!!!! questo è il problema ........la Grecia è zero assoluto come problema rispetto ad una bancarotta Americana ma nessuno se lo augura !!!! nel prossimo post un articolo di un giornalista economico del Sole 24 Ore inattaccabile ............purtroppo !!!!!!
quote=8antonello8x]
"chi disprezza compra"
adesso da quando che criticavi la politica italiana vabbe',ora siamo arrivati al cittadino ....
e' vero' che l'italiano e' paraculo e se ti vuole fregare ti frega,ma adesso pero' dire che dietro il sorriso, si nasconda una maschera che cerca di fottere la vittima alla prima occasione mi sembra troppo.
Guarda che l'articolo non lo mica scritto io!!! I giornalisti certe info le ricavano dalle varie interviste che fanno alla gente al ritorno delle ferie nel bel paese...e cmq in ogni paese del mondo si puó prendere fregature,anche qui in germania,ma non dire che in italia sopratutto il turista straniero non si cerca di fregarlo...
XANGE
Magari potessi vivere d'aria,purtroppo non é cosi,nessuno mi compra l'aria,di sicuro non lavoro 24 sú 24,come tutti i ristoranti anch'io ho una pausa il pomeriggio...Riguardo il copia e incolla,perché dovrei fare la fatica di scrivere quando si trovano gli articoli giá belli e fatti e in pochi secondi si possono riportare dove si vuole!!! Oltretutto io non sono cosi bravo nel trovare le parole adatte,sai non sono un laureato,sono arrivato alla terza media e poi mi sono dedicato al lavoro e ad avere una vita serena e dignitosa,ma nonostante i miei studi si siano fermati alla terza media,leggo e mi informo sú di tutto,quindi carissimo ange,le barzellete vai a raccontarle a quancun'altro
"chi disprezza compra"
adesso da quando che criticavi la politica italiana vabbe',ora siamo arrivati al cittadino ....
e' vero' che l'italiano e' paraculo e se ti vuole fregare ti frega,ma adesso pero' dire che dietro il sorriso, si nasconda una maschera che cerca di fottere la vittima alla prima occasione mi sembra troppo.
caro Lucky nessuno vuole propinare e per educazione ti dico che se qualcuno pubblica e partecipa al dibattito lo fa nella piena umilta' di chi sa di non essere un esperto di Economia ma solo una persona che si INFORMA epone attenzione alle problematiche socio-economiche !!!! se ti va , aproposito della tua sintesi un po' affrettata sulla gioia che qualcuno di noi potrebbe provare vesro il fallimento della Grecia...................allego per tutti uno splendio ed illuminante articolo di un serio giornalista economico del Sole 24 ore che ,forse , se letto attentamente chiarira' molti pensieri su questa situazione preoccupante !!!!!!! buona lettura atutti !!!!
A rischio lo status di superpotenza
Ugo Tramballi
di Ugo Tramballi
Chi più, chi meno soddisfatto, israeliani e palestinesi possono continuare indisturbati il loro conflitto. Fino a qualche tempo fa correvano il rischio che Barack Obama potesse mantenere la promessa dell'anno scorso: pace e Stato palestinese in 12 mesi, cioè il mese prossimo. Non ci crede più nessuno, nemmeno il presidente.
La domanda, a questo punto, non se la pongono solo gli israeliani e i palestinesi: può una nazione sulla soglia della bancarotta continuare a essere una superpotenza? E ancora: come può quella nazione vincere guerre a 10mila chilometri di distanza, mediare e imporre soluzioni agli altri e contemporaneamente avere un debito da migliaia di miliardi di dollari in buona parte nelle mani di Stati stranieri? Uno di questi, la Cina, è il concorrente più attivo nella corsa al primato mondiale. Per l'ammiraglio Mike Mullen, il capo di Stato maggiore, è il debito «la più grave minaccia alla sicurezza nazionale».
Le domande se le fanno tutti e qualcuno si sta già dando la risposta. Non credono i cinesi che gli Stati Uniti possano interferire nei loro progetti sempre più globali né se ne preoccupano i russi; non i talebani, figuriamoci gli iraniani. C'è una Primavera araba in corso, piena di pericoli e soprattutto di opportunità. Eppure gli americani non offrono più idee, non impongono politiche, non blandiscono né minacciano. Il problema geopolitico non è di poco conto perché gli Stati Uniti sono "La Superpotenza", l'unica sul piano militare e politico con un potere e una visione universali, astri compresi. Il suo reticolo di alleanze comprende 60 Paesi che insieme fanno l'80% del Pil mondiale e l'80% delle spese militari.
«Senza una nazione forte e prospera alle spalle, nessun generale o capo di Stato ha potuto garantire la preminenza del suo Paese», sostiene Mike O'Hanlon, esperto di Difesa della Brookings Institution di Washington. L'economia produce la forza militare e quest'ultima permette di esercitare il potere politico. La fine della Guerra Fredda fu l'apice del potere americano, inarrivabile e indiscusso. La vittoria fu ottenuta senza sparare una sola cannonata contro l'Unione Sovietica. Fu la superiorità economica del sistema americano a vincere. Se alla fine degli anni '80 il debito fosse stato uguale a quello di oggi, probabilmente il Muro di Berlino sarebbe ancora in piedi.
È stato calcolato che nel decennio in corso le due guerre in Iraq e Afghanistan finora sono costate poco meno di 4mila miliardi. Ora anche il bilancio da 558 miliardi della Difesa (meno del 5% del Pil) deve essere ridotto. Il problema è che esiste un limite di tagli al di sotto dei quali una superpotenza cessa di essere una superpotenza. O'Hanlon ha fissato quel limite al 10% l'anno. «In un mondo pericoloso non c'è ragione che le spese per la difesa debbano essere esattamente proporzionali al resto del bilancio federale», dice ancora O'Hanlon. Quelle spese «dovrebbero essere protette». Un taglio da 60 miliardi, il 10%, «è un obiettivo ragionevole». Ma è previsto che dopo il ritiro dall'Iraq e quando comincerà quello dall'Afghanistan, la crisi economica spingerà gli americani a occuparsi delle vicende di casa. Saranno sempre meno sensibili quanto a spese militari e all'idea di continuare a essere la "Nazione indispensabile" per i destini del mondo.
Così a settembre i palestinesi si suicideranno chiedendo senza convinzione all'Onu di votare uno Stato che comunque non vedrà la luce. E gli israeliani si convinceranno di poter continuare a prosperare anche senza uno Stato palestinese: un'altra forma di suicidio. Il destino del conflitto più antico e di due piccoli popoli è solo la metafora di ciò che accadrà in un mondo con gli americani distratti perché indebitati fino al collo.
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-07-26/rischio-status-superpotenza-063709_PRN.shtml
[quote=lucky75]
Delle notizie appena dateci, se mi consentite già si era discusso in QUESTO FORUM molto prima che si scrivesse l'articolo proprinatoci.
https://www.pizza.it/forums/varie/cause-dellaumento-dei-prezzi-del-grano
A me interessava il pensiero degli esperti di economia, di questo forum ,che giorni fa si auguravano un fallimento della grecia.
Ora leggendo le notizie economiche che arrivano dagli USA.,pensavo: gli esperti che si auguravano un fallimento della Grecia, ora si AUGURANO UN FALLIMENTO ANCHE DEGLI USA????????
Pinooo,ma tu che non lavori in gastronomia,che ci fai a quest'ora ancora in piedi!!!!!O le nottate son talmente calienti,da non lasciarti chiudere occhio!!!!
caro Lucky nessuno vuole propinare e per educazioneti dico che se qualcuno pubblica e partecipa al dibattito lo fa nella piena umilta' di chi sa di non essere un esperto di Economia ma solo una persona che si INFORMA epone attenzione alle problematiche socio-economiche !!!! se ti va , aproposito della tua sintesi un po' affrettata sulla gioia che qualcuno di noi potrebbe provare vesro il fallimento della Grecia...................allego per tutti uno splendio ed illuminante articolo di un serio giornalista economico del Sole 24 ore che ,forse , se letto attentamente chiarira' molti pensieri su questa situazione preoccupante !!!!!!! buona lettura atutti !!!!
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-07-26/rischio-status-superpotenza-063709_PRN.shtml
[quote=lucky75]
Delle notizie appena dateci, se mi consentite già si era discusso in QUESTO FORUM molto prima che si scrivesse l'articolo proprinatoci.
https://www.pizza.it/forums/varie/cause-dellaumento-dei-prezzi-del-grano
A me interessava il pensiero degli esperti di economia, di questo forum ,che giorni fa si auguravano un fallimento della grecia.
Ora leggendo le notizie economiche che arrivano dagli USA.,pensavo: gli esperti che si auguravano un fallimento della Grecia, ora si AUGURANO UN FALLIMENTO ANCHE DEGLI USA????????
A rischio lo status di superpotenza
Ugo Tramballi
di Ugo Tramballi
Chi più, chi meno soddisfatto, israeliani e palestinesi possono continuare indisturbati il loro conflitto. Fino a qualche tempo fa correvano il rischio che Barack Obama potesse mantenere la promessa dell'anno scorso: pace e Stato palestinese in 12 mesi, cioè il mese prossimo. Non ci crede più nessuno, nemmeno il presidente.
La domanda, a questo punto, non se la pongono solo gli israeliani e i palestinesi: può una nazione sulla soglia della bancarotta continuare a essere una superpotenza? E ancora: come può quella nazione vincere guerre a 10mila chilometri di distanza, mediare e imporre soluzioni agli altri e contemporaneamente avere un debito da migliaia di miliardi di dollari in buona parte nelle mani di Stati stranieri? Uno di questi, la Cina, è il concorrente più attivo nella corsa al primato mondiale. Per l'ammiraglio Mike Mullen, il capo di Stato maggiore, è il debito «la più grave minaccia alla sicurezza nazionale».
Le domande se le fanno tutti e qualcuno si sta già dando la risposta. Non credono i cinesi che gli Stati Uniti possano interferire nei loro progetti sempre più globali né se ne preoccupano i russi; non i talebani, figuriamoci gli iraniani. C'è una Primavera araba in corso, piena di pericoli e soprattutto di opportunità. Eppure gli americani non offrono più idee, non impongono politiche, non blandiscono né minacciano. Il problema geopolitico non è di poco conto perché gli Stati Uniti sono "La Superpotenza", l'unica sul piano militare e politico con un potere e una visione universali, astri compresi. Il suo reticolo di alleanze comprende 60 Paesi che insieme fanno l'80% del Pil mondiale e l'80% delle spese militari.
«Senza una nazione forte e prospera alle spalle, nessun generale o capo di Stato ha potuto garantire la preminenza del suo Paese», sostiene Mike O'Hanlon, esperto di Difesa della Brookings Institution di Washington. L'economia produce la forza militare e quest'ultima permette di esercitare il potere politico. La fine della Guerra Fredda fu l'apice del potere americano, inarrivabile e indiscusso. La vittoria fu ottenuta senza sparare una sola cannonata contro l'Unione Sovietica. Fu la superiorità economica del sistema americano a vincere. Se alla fine degli anni '80 il debito fosse stato uguale a quello di oggi, probabilmente il Muro di Berlino sarebbe ancora in piedi.
È stato calcolato che nel decennio in corso le due guerre in Iraq e Afghanistan finora sono costate poco meno di 4mila miliardi. Ora anche il bilancio da 558 miliardi della Difesa (meno del 5% del Pil) deve essere ridotto. Il problema è che esiste un limite di tagli al di sotto dei quali una superpotenza cessa di essere una superpotenza. O'Hanlon ha fissato quel limite al 10% l'anno. «In un mondo pericoloso non c'è ragione che le spese per la difesa debbano essere esattamente proporzionali al resto del bilancio federale», dice ancora O'Hanlon. Quelle spese «dovrebbero essere protette». Un taglio da 60 miliardi, il 10%, «è un obiettivo ragionevole». Ma è previsto che dopo il ritiro dall'Iraq e quando comincerà quello dall'Afghanistan, la crisi economica spingerà gli americani a occuparsi delle vicende di casa. Saranno sempre meno sensibili quanto a spese militari e all'idea di continuare a essere la "Nazione indispensabile" per i destini del mondo.
Così a settembre i palestinesi si suicideranno chiedendo senza convinzione all'Onu di votare uno Stato che comunque non vedrà la luce. E gli israeliani si convinceranno di poter continuare a prosperare anche senza uno Stato palestinese: un'altra forma di suicidio. Il destino del conflitto più antico e di due piccoli popoli è solo la metafora di ciò che accadrà in un mondo con gli americani distratti perché indebitati fino al collo.
Caro Lucky sempre continuando a cercare di contribuire a chiarire il concetto di pericolo economico e sociale in cui ci trovaiamo sarei felice se leggessi con molta attenzione questo nuovissimo articolo disarmante per molti versi !!!!!!
Mutamenti climatici e fame La nuova geografia del dolore
Le alluvioni distruggono i raccolti australiani, la siccità tormenta il Nord Europa LA TAVOLA DEI POVERI SCENARI TERRIBILI Gli egiziani spendono il 40% dello stipendio solo per nutrirsi Se continua il trend attuale il prezzo del pane salirà del 90% nei prossimi 20 anni
Foto: In molte parti del mondo una pagnotta fa la differenza fra la sopravvivenza e la morte. Ma non si registrano azioni globali volte a garantire la sicurezza alimentare
autore: | CHRISTIAN PARENTI |
---|---|
fonte: | La Stampa |
data di creazione: | 26/07/2011 |
data di modifica: | 26/07/2011 |
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[quote=lucky75]
Delle notizie appena dateci, se mi consentite già si era discusso in QUESTO FORUM molto prima che si scrivesse l'articolo proprinatoci.
https://www.pizza.it/forums/varie/cause-dellaumento-dei-prezzi-del-grano
A me interessava il pensiero degli esperti di economia, di questo forum ,che giorni fa si auguravano un fallimento della grecia.
Ora leggendo le notizie economiche che arrivano dagli USA.,pensavo: gli esperti che si auguravano un fallimento della Grecia, ora si AUGURANO UN FALLIMENTO ANCHE DEGLI USA????????
ERO APPENA TRONATO DA UN CONCERTO DI MUSICA ..........ALL'APERTO !!!! QUI AL SUD IN30/35 GRADI NON TE LI LEVA NESSUNO ED AVEVO ASCOLTATO ALLA RADIO LA MATTINA LA LETTURA DI QUESTI ARTICOLI ED ALLORA HO PENSATO DI FARLI DIVENTARE DI DOMINIO DEGLI AMICI DEL FORUM ........SPERO CHE SIANO DELLE LETTURE POSITIVE !!! A PROPOSITO SE LA MATTINA VUOI ASCOLTARE OTTIME TRASMISSIONI DI RADIO 3 ALLE O6.45 RADIO 3 NOTIZIE DAL MONDO E POI 07,15 PRIMA PAGINA PARLA DI FATTI ITALIANI CON APERTURA ALLE TELEFONATE , SETTIMANALMENTE SI ALTERNANO GIORNALISTI DI VARIA ISPIRAZIONE MA MEDIAMENTE E' OK TI ALLEGO IL LINK ................................... http://www.rai.tv/dl/RaiTV/popup/player_radio.html?v=3
AH IERI HO VISTO SUL LUNGOMARE UN PROGETTO PILOTA DI PIZZERIA AMBUALNTE AHAHHAHA LE PIZZE AD ATMOSFERA CONTROLLATA UNA PASSIONE GUARDA NON SI E' AVVICINATO NESSUNO PER TUTTA LA SERATA !!!! SE POSO TI MANDO LE FOTO !!!
CIAO E BUON LAVORO PIOVE A GARMISH ?????
[quote=k.bellin]
Pinooo,ma tu che non lavori in gastronomia,che ci fai a quest'ora ancora in piedi!!!!!O le nottate son talmente calienti,da non lasciarti chiudere occhio!!!!
caro Lucky nessuno vuole propinare e per educazioneti dico che se qualcuno pubblica e partecipa al dibattito lo fa nella piena umilta' di chi sa di non essere un esperto di Economia ma solo una persona che si INFORMA epone attenzione alle problematiche socio-economiche !!!! se ti va , aproposito della tua sintesi un po' affrettata sulla gioia che qualcuno di noi potrebbe provare vesro il fallimento della Grecia...................allego per tutti uno splendio ed illuminante articolo di un serio giornalista economico del Sole 24 ore che ,forse , se letto attentamente chiarira' molti pensieri su questa situazione preoccupante !!!!!!! buona lettura atutti !!!!
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-07-26/rischio-status-superpotenza-063709_PRN.shtml
[quote=lucky75]
Delle notizie appena dateci, se mi consentite già si era discusso in QUESTO FORUM molto prima che si scrivesse l'articolo proprinatoci.
https://www.pizza.it/forums/varie/cause-dellaumento-dei-prezzi-del-grano
A me interessava il pensiero degli esperti di economia, di questo forum ,che giorni fa si auguravano un fallimento della grecia.
Ora leggendo le notizie economiche che arrivano dagli USA.,pensavo: gli esperti che si auguravano un fallimento della Grecia, ora si AUGURANO UN FALLIMENTO ANCHE DEGLI USA????????
A rischio lo status di superpotenza
Ugo Tramballi
di Ugo Tramballi
Chi più, chi meno soddisfatto, israeliani e palestinesi possono continuare indisturbati il loro conflitto. Fino a qualche tempo fa correvano il rischio che Barack Obama potesse mantenere la promessa dell'anno scorso: pace e Stato palestinese in 12 mesi, cioè il mese prossimo. Non ci crede più nessuno, nemmeno il presidente.
La domanda, a questo punto, non se la pongono solo gli israeliani e i palestinesi: può una nazione sulla soglia della bancarotta continuare a essere una superpotenza? E ancora: come può quella nazione vincere guerre a 10mila chilometri di distanza, mediare e imporre soluzioni agli altri e contemporaneamente avere un debito da migliaia di miliardi di dollari in buona parte nelle mani di Stati stranieri? Uno di questi, la Cina, è il concorrente più attivo nella corsa al primato mondiale. Per l'ammiraglio Mike Mullen, il capo di Stato maggiore, è il debito «la più grave minaccia alla sicurezza nazionale».
Le domande se le fanno tutti e qualcuno si sta già dando la risposta. Non credono i cinesi che gli Stati Uniti possano interferire nei loro progetti sempre più globali né se ne preoccupano i russi; non i talebani, figuriamoci gli iraniani. C'è una Primavera araba in corso, piena di pericoli e soprattutto di opportunità. Eppure gli americani non offrono più idee, non impongono politiche, non blandiscono né minacciano. Il problema geopolitico non è di poco conto perché gli Stati Uniti sono "La Superpotenza", l'unica sul piano militare e politico con un potere e una visione universali, astri compresi. Il suo reticolo di alleanze comprende 60 Paesi che insieme fanno l'80% del Pil mondiale e l'80% delle spese militari.
«Senza una nazione forte e prospera alle spalle, nessun generale o capo di Stato ha potuto garantire la preminenza del suo Paese», sostiene Mike O'Hanlon, esperto di Difesa della Brookings Institution di Washington. L'economia produce la forza militare e quest'ultima permette di esercitare il potere politico. La fine della Guerra Fredda fu l'apice del potere americano, inarrivabile e indiscusso. La vittoria fu ottenuta senza sparare una sola cannonata contro l'Unione Sovietica. Fu la superiorità economica del sistema americano a vincere. Se alla fine degli anni '80 il debito fosse stato uguale a quello di oggi, probabilmente il Muro di Berlino sarebbe ancora in piedi.
È stato calcolato che nel decennio in corso le due guerre in Iraq e Afghanistan finora sono costate poco meno di 4mila miliardi. Ora anche il bilancio da 558 miliardi della Difesa (meno del 5% del Pil) deve essere ridotto. Il problema è che esiste un limite di tagli al di sotto dei quali una superpotenza cessa di essere una superpotenza. O'Hanlon ha fissato quel limite al 10% l'anno. «In un mondo pericoloso non c'è ragione che le spese per la difesa debbano essere esattamente proporzionali al resto del bilancio federale», dice ancora O'Hanlon. Quelle spese «dovrebbero essere protette». Un taglio da 60 miliardi, il 10%, «è un obiettivo ragionevole». Ma è previsto che dopo il ritiro dall'Iraq e quando comincerà quello dall'Afghanistan, la crisi economica spingerà gli americani a occuparsi delle vicende di casa. Saranno sempre meno sensibili quanto a spese militari e all'idea di continuare a essere la "Nazione indispensabile" per i destini del mondo.
Così a settembre i palestinesi si suicideranno chiedendo senza convinzione all'Onu di votare uno Stato che comunque non vedrà la luce. E gli israeliani si convinceranno di poter continuare a prosperare anche senza uno Stato palestinese: un'altra forma di suicidio. Il destino del conflitto più antico e di due piccoli popoli è solo la metafora di ciò che accadrà in un mondo con gli americani distratti perché indebitati fino al collo.
A proposito di educazione nel partecipare alle discussioni constato che anche tu hai incominciato a scrivere con le lettere minuscole.
Riguardo all'articolo che hai postato, l'ho letto con attenzione ma francamente non ho trovato scritto niente di interessante. A me sarebbe piaciuto che ci parlassi dei due piani Americani( uno republicano e uno democratico) che sono in discussione nel Congresso e che permetterebbero di alzare il tetto del debito( come tu sai in America è fissato per legge) cosa fatta più volte in passato.
è prorpio per quello che i Repubblicani non vogliono attuare la proposta di Obama............anche perchè il default degli USA non sara' mai uguale a quello della Grecia ........perchè il loro sraa' TECNICO ....quello della Grecia sara' VERO !!!! ahahahah
mi dispiace che non hai trovato interessante l'articolo anche perchè questa parte dell'articolo spiega esattamente di chi staimo parlando ........e la preoccupazione massima di tutti gli Stati e' proprio quest ..........sono e saranno ancora gli USA la Superpotenza ??? perchè se non saranno piu' loro a chi tocchera' ?? alla CIna ??? e sarebebro qatsi !!!!! te lo ripropongo cosi' per mia scienza !!! saluti e buona fortruna
può una nazione sulla soglia della bancarotta continuare a essere una superpotenza? E ancora: come può quella nazione vincere guerre a 10mila chilometri di distanza, mediare e imporre soluzioni agli altri e contemporaneamente avere un debito da migliaia di miliardi di dollari in buona parte nelle mani di Stati stranieri? Uno di questi, la Cina, è il concorrente più attivo nella corsa al primato mondiale. Per l'ammiraglio Mike Mullen, il capo di Stato maggiore, è il debito «la più grave minaccia alla sicurezza nazionale».
Le domande se le fanno tutti e qualcuno si sta già dando la risposta. Non credono i cinesi che gli Stati Uniti possano interferire nei loro progetti sempre più globali né se ne preoccupano i russi; non i talebani, figuriamoci gli iraniani. C'è una Primavera araba in corso, piena di pericoli e soprattutto di opportunità. Eppure gli americani non offrono più idee, non impongono politiche, non blandiscono né minacciano. Il problema geopolitico non è di poco conto perché gli Stati Uniti sono "La Superpotenza", l'unica sul piano militare e politico con un potere e una visione universali, astri compresi. Il suo reticolo di alleanze comprende 60 Paesi che insieme fanno l'80% del Pil mondiale e l'80% delle spese militari.
[quote=lucky75]
A proposito di educazione nel partecipare alle discussioni constato che anche tu hai incominciato a scrivere con le lettere minuscole.
Riguardo all'articolo che hai postato, l'ho letto con attenzione ma francamente non ho trovato scritto niente di interessante. A me sarebbe piaciuto che ci parlassi dei due piani Americani( uno republicano e uno democratico) che sono in discussione nel Congresso e che permetterebbero di alzare il tetto del debito( come tu sai in America è fissato per legge) cosa fatta più volte in passato.
mi era sfuggito il sole 24 ore di oggi è molto chiaro e parla ,guarda caso, della problematica che avevi affrontato tu !!!! saluti
Notizie > USA
La soglia del tetto? Il nodo è politico
di Christian RoccaCronologia articolo27 luglio 2011Commenti (1)
In questo articolo
Argomenti: Debito pubblico | Bill Clinton | Ronald Reagan |George W. Bush | Harry Reid | Paul Krugman | Barack Obama | Camera | John Boehner
Mancano 6 giorni all'Armageddon contabile americano, a quel 2 agosto 2011 oltre il quale Washington non potrà più indebitarsi in mancanza di un accordo al Congresso sull'innalzamento del limite legale del debito pubblico.
Ma per valutare le dinamiche delle trattative in corso tra Casa Bianca e Congresso, lo stato delle schermaglie politiche tra democratici e repubblicani e i dettagli delle proposte per evitare il fallimento tecnico del governo di Zio Sam bisogna tenere d'occhio un'altra scadenza, più lontana, ma fondamentale: mancano 495 giorni alle elezioni del 6 novembre 2012.
La partita è politica. L'America non rischia il default. Gli Stati Uniti non sono la Grecia. I mercati non sono preoccupati dall'insolvenza di Washington. Le agenzie di rating scalpitano, ma l'America non ha un problema di liquidità. L'economia non cresce come dovrebbe, ma gli investitori non mettono in dubbio le capacità di pagare gli interessi sui 15.476 miliardi di debito pubblico previsti per la fine dell'anno.
La crisi attuale nasce da una legge del 1917 - assente dai codici degli altri Paesi del mondo, con l'eccezione della Danimarca - che impone al presidente di non superare un certo limite all'indebitamento stabilito dal Congresso. Per risolverla basta un tratto di penna. In passato il tetto è stato alzato con qualche polemica, ma senza problemi, sia durante la presidenza di Ronald Reagan (18 volte) sia negli anni di George W. Bush (7 volte). Nel 2007, l'allora senatore dell'Illinois Barack Obama ha votato contro l'innalzamento del tetto, come oggi minacciano di fare i famigerati deputati dei Tea Party, motivando il suo no alla richiesta di Bush in nome di un rigore contabile molto simile a quello sbandierato oggi dai repubblicani e improvvisamente giudicato anti-patriottico dall'attuale Casa Bianca.
Il tetto al debito è una questione politica e i politici lo sfruttano per segnare punti in vista del ricco monte premi in palio il 6 novembre del prossimo anno.
Questo non vuol dire che il debito pubblico Usa sia una bazzecola né che nel Paese non ci sia un pericoloso irrigidimento ideologico tra repubblicani contrari a nuove tasse e liberal incapaci di rinunciare alla spesa pubblica. Ma a leggere i sondaggi si scopre che gli americani sono interessati ai posti di lavoro, non al debito (secondo Gallup, il 58% degli americani pensa che i problemi principali siano economia e occupazione, mentre solo il 16% cita il debito).
Non è una buona notizia per Obama, imbrigliato dalle manovre parlamentari repubblicane su un tema non stringente, mentre i suoi possibili avversari del 2012 se ne tengono alla larga e sono liberi di accusarlo di aver fatto sparire i posti di lavoro.
Un rapporto Goldman Sachs prevede che a novembre 2012 la disoccupazione sarà dell'8,8%, un po' meno rispetto al 9,2 di adesso. La speranza di Obama è che gli americani si ricordino della situazione ereditata dal predecessore e si accorgano dell'estremismo dei suoi avversari. L'obiettivo dei repubblicani, invece, è dimostrare che le politiche economiche di deficit spending della Casa Bianca abbiano peggiorato la situazione, visto che ad aumentare è stato solo l'indebitamento, non l'occupazione.
Decisiva sarà la percezione finale della battaglia di questi giorni. Nessuno può prevedere come andrà a finire, anche perché i leader dei due schieramenti non sono certi di poter contare sull'adesione compatta delle proprie truppe. Il piano offerto dallo Speaker repubblicano della Camera John Boehner - rifiutato da Obama, ma non con la minaccia di veto nell'ultimo discorso - non piace all'ala intransigente del suo partito che già oggi potrebbe bocciarlo in aula.
[quote=pinos58]
è prorpio per quello che i Repubblicani non vogliono attuare la proposta di Obama............anche perchè il default degli USA non sara' mai uguale a quello della Grecia ........perchè il loro sraa' TECNICO ....quello della Grecia sara' VERO !!!! ahahahah
mi dispiace che non hai trovato interessante l'articolo anche perchè questa parte dell'articolo spiega esattamente di chi staimo parlando ........e la preoccupazione massima di tutti gli Stati e' proprio quest ..........sono e saranno ancora gli USA la Superpotenza ??? perchè se non saranno piu' loro a chi tocchera' ?? alla CIna ??? e sarebebro qatsi !!!!! te lo ripropongo cosi' per mia scienza !!! saluti e buona fortruna
può una nazione sulla soglia della bancarotta continuare a essere una superpotenza? E ancora: come può quella nazione vincere guerre a 10mila chilometri di distanza, mediare e imporre soluzioni agli altri e contemporaneamente avere un debito da migliaia di miliardi di dollari in buona parte nelle mani di Stati stranieri? Uno di questi, la Cina, è il concorrente più attivo nella corsa al primato mondiale. Per l'ammiraglio Mike Mullen, il capo di Stato maggiore, è il debito «la più grave minaccia alla sicurezza nazionale».
Le domande se le fanno tutti e qualcuno si sta già dando la risposta. Non credono i cinesi che gli Stati Uniti possano interferire nei loro progetti sempre più globali né se ne preoccupano i russi; non i talebani, figuriamoci gli iraniani. C'è una Primavera araba in corso, piena di pericoli e soprattutto di opportunità. Eppure gli americani non offrono più idee, non impongono politiche, non blandiscono né minacciano. Il problema geopolitico non è di poco conto perché gli Stati Uniti sono "La Superpotenza", l'unica sul piano militare e politico con un potere e una visione universali, astri compresi. Il suo reticolo di alleanze comprende 60 Paesi che insieme fanno l'80% del Pil mondiale e l'80% delle spese militari.
[quote=lucky75]
A proposito di educazione nel partecipare alle discussioni constato che anche tu hai incominciato a scrivere con le lettere minuscole.
Riguardo all'articolo che hai postato, l'ho letto con attenzione ma francamente non ho trovato scritto niente di interessante. A me sarebbe piaciuto che ci parlassi dei due piani Americani( uno republicano e uno democratico) che sono in discussione nel Congresso e che permetterebbero di alzare il tetto del debito( come tu sai in America è fissato per legge) cosa fatta più volte in passato.
Mi hai anticipato ed hai anticipato l'esposizione del mio poco interesse verso l'articolo che hai postato ieri.
Cioè: i problemi USA( che sicuramente si risolveranno entro il 2 agosto) sono già accaduti e risolti in passato. E gli USA sono sempre rimasti un punto di riferimento per il mondo. Quindi converrai con me che la risposta da dare al giornalista che poneva la domanda è: SI gli USA saranno ancora una super potenza.
Riguardo al boom economico della Cina, non so a te, ma a me ricorda molto il boom economico che ebbe l'ITALIA nel dopoguerra.Quindi credo che anche per la Cina arriverà il tempo in cui rallenterà.
O RALLENTERA' O ESPLODERA' CON TUTTI I PROBLEMI CHE POTRANNO ESSERCI IN UNA NAZIONE DI UN MILIARDO E PIU' DI PERSONE ..............INTANTO CRESCONO ANCHE INDIA E BRASILE !!!! E NOI CI FACCIAMO LE COSIDDETTE....................... !!!! SPERIAMO BENE !!!! [quote=lucky75]
Mi hai anticipato ed hai anticipato l'esposizione del mio poco interesse verso l'articolo che hai postato ieri.
Cioè: i problemi USA( che sicuramente si risolveranno entro il 2 agosto) sono già accaduti e risolti in passato. E gli USA sono sempre rimasti un punto di riferimento per il mondo. Quindi converrai con me che la risposta da dare al giornalista che poneva la domanda è: SI gli USA saranno ancora una super potenza.
Riguardo al boom economico della Cina, non so a te, ma a me ricorda molto il boom economico che ebbe l'ITALIA nel dopoguerra.Quindi credo che anche per la Cina arriverà il tempo in cui rallenterà.
Piove e ripiove,quest'anno dell'estate non si vede l'ombra ma si prevede un settembre e ottobre caliente,cmq a me va bene cosi riguardo il lavorocon il sole e caldo il paese si svuota,tutti vanno sú in montagna,quindi meglio che continui pure a piovere tutto agosto,cosi si lavora bene anche per pranzo
ERO APPENA TRONATO DA UN CONCERTO DI MUSICA ..........ALL'APERTO !!!! QUI AL SUD IN30/35 GRADI NON TE LI LEVA NESSUNO ED AVEVO ASCOLTATO ALLA RADIO LA MATTINA LA LETTURA DI QUESTI ARTICOLI ED ALLORA HO PENSATO DI FARLI DIVENTARE DI DOMINIO DEGLI AMICI DEL FORUM ........SPERO CHE SIANO DELLE LETTURE POSITIVE !!! A PROPOSITO SE LA MATTINA VUOI ASCOLTARE OTTIME TRASMISSIONI DI RADIO 3 ALLE O6.45 RADIO 3 NOTIZIE DAL MONDO E POI 07,15 PRIMA PAGINA PARLA DI FATTI ITALIANI CON APERTURA ALLE TELEFONATE , SETTIMANALMENTE SI ALTERNANO GIORNALISTI DI VARIA ISPIRAZIONE MA MEDIAMENTE E' OK TI ALLEGO IL LINK ................................... http://www.rai.tv/dl/RaiTV/popup/player_radio.html?v=3
AH IERI HO VISTO SUL LUNGOMARE UN PROGETTO PILOTA DI PIZZERIA AMBUALNTE AHAHHAHA LE PIZZE AD ATMOSFERA CONTROLLATA UNA PASSIONE GUARDA NON SI E' AVVICINATO NESSUNO PER TUTTA LA SERATA !!!! SE POSO TI MANDO LE FOTO !!!
CIAO E BUON LAVORO PIOVE A GARMISH ?????
[quote=k.bellin]
Pinooo,ma tu che non lavori in gastronomia,che ci fai a quest'ora ancora in piedi!!!!!O le nottate son talmente calienti,da non lasciarti chiudere occhio!!!!
caro Lucky nessuno vuole propinare e per educazioneti dico che se qualcuno pubblica e partecipa al dibattito lo fa nella piena umilta' di chi sa di non essere un esperto di Economia ma solo una persona che si INFORMA epone attenzione alle problematiche socio-economiche !!!! se ti va , aproposito della tua sintesi un po' affrettata sulla gioia che qualcuno di noi potrebbe provare vesro il fallimento della Grecia...................allego per tutti uno splendio ed illuminante articolo di un serio giornalista economico del Sole 24 ore che ,forse , se letto attentamente chiarira' molti pensieri su questa situazione preoccupante !!!!!!! buona lettura atutti !!!!
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-07-26/rischio-status-superpotenza-063709_PRN.shtml
[quote=lucky75]
Delle notizie appena dateci, se mi consentite già si era discusso in QUESTO FORUM molto prima che si scrivesse l'articolo proprinatoci.
https://www.pizza.it/forums/varie/cause-dellaumento-dei-prezzi-del-grano
A me interessava il pensiero degli esperti di economia, di questo forum ,che giorni fa si auguravano un fallimento della grecia.
Ora leggendo le notizie economiche che arrivano dagli USA.,pensavo: gli esperti che si auguravano un fallimento della Grecia, ora si AUGURANO UN FALLIMENTO ANCHE DEGLI USA????????
A rischio lo status di superpotenza
Ugo Tramballi
di Ugo Tramballi
Chi più, chi meno soddisfatto, israeliani e palestinesi possono continuare indisturbati il loro conflitto. Fino a qualche tempo fa correvano il rischio che Barack Obama potesse mantenere la promessa dell'anno scorso: pace e Stato palestinese in 12 mesi, cioè il mese prossimo. Non ci crede più nessuno, nemmeno il presidente.
La domanda, a questo punto, non se la pongono solo gli israeliani e i palestinesi: può una nazione sulla soglia della bancarotta continuare a essere una superpotenza? E ancora: come può quella nazione vincere guerre a 10mila chilometri di distanza, mediare e imporre soluzioni agli altri e contemporaneamente avere un debito da migliaia di miliardi di dollari in buona parte nelle mani di Stati stranieri? Uno di questi, la Cina, è il concorrente più attivo nella corsa al primato mondiale. Per l'ammiraglio Mike Mullen, il capo di Stato maggiore, è il debito «la più grave minaccia alla sicurezza nazionale».
Le domande se le fanno tutti e qualcuno si sta già dando la risposta. Non credono i cinesi che gli Stati Uniti possano interferire nei loro progetti sempre più globali né se ne preoccupano i russi; non i talebani, figuriamoci gli iraniani. C'è una Primavera araba in corso, piena di pericoli e soprattutto di opportunità. Eppure gli americani non offrono più idee, non impongono politiche, non blandiscono né minacciano. Il problema geopolitico non è di poco conto perché gli Stati Uniti sono "La Superpotenza", l'unica sul piano militare e politico con un potere e una visione universali, astri compresi. Il suo reticolo di alleanze comprende 60 Paesi che insieme fanno l'80% del Pil mondiale e l'80% delle spese militari.
«Senza una nazione forte e prospera alle spalle, nessun generale o capo di Stato ha potuto garantire la preminenza del suo Paese», sostiene Mike O'Hanlon, esperto di Difesa della Brookings Institution di Washington. L'economia produce la forza militare e quest'ultima permette di esercitare il potere politico. La fine della Guerra Fredda fu l'apice del potere americano, inarrivabile e indiscusso. La vittoria fu ottenuta senza sparare una sola cannonata contro l'Unione Sovietica. Fu la superiorità economica del sistema americano a vincere. Se alla fine degli anni '80 il debito fosse stato uguale a quello di oggi, probabilmente il Muro di Berlino sarebbe ancora in piedi.
È stato calcolato che nel decennio in corso le due guerre in Iraq e Afghanistan finora sono costate poco meno di 4mila miliardi. Ora anche il bilancio da 558 miliardi della Difesa (meno del 5% del Pil) deve essere ridotto. Il problema è che esiste un limite di tagli al di sotto dei quali una superpotenza cessa di essere una superpotenza. O'Hanlon ha fissato quel limite al 10% l'anno. «In un mondo pericoloso non c'è ragione che le spese per la difesa debbano essere esattamente proporzionali al resto del bilancio federale», dice ancora O'Hanlon. Quelle spese «dovrebbero essere protette». Un taglio da 60 miliardi, il 10%, «è un obiettivo ragionevole». Ma è previsto che dopo il ritiro dall'Iraq e quando comincerà quello dall'Afghanistan, la crisi economica spingerà gli americani a occuparsi delle vicende di casa. Saranno sempre meno sensibili quanto a spese militari e all'idea di continuare a essere la "Nazione indispensabile" per i destini del mondo.
Così a settembre i palestinesi si suicideranno chiedendo senza convinzione all'Onu di votare uno Stato che comunque non vedrà la luce. E gli israeliani si convinceranno di poter continuare a prosperare anche senza uno Stato palestinese: un'altra forma di suicidio. Il destino del conflitto più antico e di due piccoli popoli è solo la metafora di ciò che accadrà in un mondo con gli americani distratti perché indebitati fino al collo.
BERLINO - «Ma perché la laboriosa, efficiente Germania del welfare e dell´export deve sempre pagare, da sola o insieme alla Francia e ad altri pochi Stati virtuosi dell´eurozona, per la politica di iperindebitamento facile dell´Europa meridionale? Io e il mio partito non siamo d´accordo». Il grido di rivolta del leader della Csu bavarese (Unione cristianosociale, il partito fratello bavarese della Cdu di Angela Merkel) suonava forte da domenica notte come breaking news in tutti i notiziari tv. Per la cancelliera, il tentativo di salvare l´Italia, la Spagna e con esse l´euro lanciato insieme a Sarkozy e a Trichet vuol dire l´apertura di un pericolosissimo fronte interno: i rivali conservatori di "Angie" danno battaglia, la maggioranza parlamentare per un sì al soccorso del resto d´Europa appare in forse, l´opinione pubblica ne ha abbastanza.
L´attacco dei cristianoconservatori bavaresi pone un problema gravissimo alla Cancelliera. A poco o nulla servono, sul fronte interno e a livello elettorale, il prestigio internazionale rafforzato dai salvataggi a catena dei paesi della eurozona, l´intesa ritrovata con la Francia di Sarkozy, gli elogi di Washington alla leadership tedesca dell´Europa. «Noi siamo per l´unione monetaria europea, ma non vogliamo che diventi a spese dei nostri cittadini un´unione fondata sul trasferimento di risorse dal centro-nord virtuoso dell´Europa al Mediterraneo spendaccione», tuona la Csu. E sa di cogliere sia l´umore dell´apparato di tutta la dc tedesca (appunto la Csu bavarese, ma anche la Cdu di Frau Merkel), sia, soprattutto, l´insofferenza crescente dell´opinione pubblica.
Da mesi, la stampa popolare e i circoli conservatori - l´opposizione interna, da destra, al potere di "Angie" - tuonano: è ora di finirla di pagare per il sistema pensionistico greco o portoghese, per le bolle immobiliari spagnole, adesso anche per i conti in rosso del Berlusconiland. «Non ci sono soldi per un asilo-nido per la mia famiglia o per più assegni familiari o per aumenti di stipendio, perché devono esserci per il Sud-Europa?», dicono migliaia di cittadini intervistati dai tabloid.
«La Cancelliera deve chiedersi come potrà racimolare una maggioranza parlamentare per la sua politica europea», avvertiva la Sueddeutsche Zeitung: Angela Merkel dovrà puntare sull´appoggio dell´opposizione socialdemocratica, i suoi rivali conservatori nella Cdu-Csu fiutano una nuova chance di rivolta. E si fanno sempre più forti le loro richieste di anticipare il congresso del partito, "per discutere di euro e di costi della politica europea, temi che non possono essere trattati dal governo alle spalle della base", dicono i falchi anti-Merkel a Spiegel online. Angela Merkel appare ancora il personaggio più forte sulla scena politica, ma la posta in gioco per lei si fa ogni giorno più rischiosa. Con già sulle spalle oltre il 40 per cento del bilancio dell´Unione europea, delle riserve della Banca centrale europea e dei pacchetti di salvataggio, la Germania è stanca di pagare per tutti.