aprire pizzeria in spagna
ciao a tutti sono di milano e sarei intenzionato a trasferirmi in spagna (costa del sol) per aprire una pizzeria. qualcuno mi sa dare qualche consiglio al riguardo sotto tutti gli aspetti ? grazie a tutti.
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ciao.spero che rimanga la tua di intenzione;volgi alcondizionale la tua domanda;investire in spagna ora, sotto certe cifre e nessuna conoscenza come tu ora, sarebbe poi dopo, un colpo troppo duro per le tue finanze.lascia stare.non avere progetti, non avere contatti sul luogo sicuri, parti gia' fallitoin partenza.la realta' attuale al momento in spagna e questo.ciao.amedeo.
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amedeo la tua risposta un po mi scoraggia pero ho vissuto li 4 anni e penso che dovrei farcela anche perche qui dopo aver letto tutte le varie discussioni su tasse e mica tasse gia mi e passata la voglia !!! una cosa certa che ti posso dire e che li la vita a livello di stress e anche a livello ambientale e superiore 100volte alla nostra. sara anche che dico questo perche vivo a milano! comunque grazie lostesso ! [11]
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amedeo la tua risposta un po mi scoraggia pero ho vissuto li 4 anni e penso che dovrei farcela anche perche qui dopo aver letto tutte le varie discussioni su tasse e mica tasse gia mi e passata la voglia !!! una cosa certa che ti posso dire e che li la vita a livello di stress e anche a livello ambientale e superiore 100volte alla nostra. sara anche che dico questo perche vivo a milano! comunque grazie lostesso !
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ma sei del settore ?? o sei l'ennesimo scontento dell'Italia che va verso la Spagna piena di debiti e di crisi ??? non per scoraggiarti ma è un periodo difficile in Spagna se leggi i giornali finanziari lo saprai , trannes e tu non ci dai nuove e buone notizie della Costa del Sol !!!!
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ciao pinos58 non sono del settore lavoro a sky come responsabile di linea ho il mio bel forno a legna nel giardino e mi difendo abbastanza bene e visto che sono una persona umile ti dico che mi ritengo un mediocre !!!! Ma anche quest'anno dopo essere stato a tarifa dopo gibilterra per intenderci sono andato con mia moglie a mangiare una pizza in una a loro dire delle migliori pizzerie tra laltro con forno elettrico e strapiena di persone,ma quando è arrivata la pizza ho guardato in faccia mia moglie e gli ho detto ."ti rendi conto ?" sono sicuro che sai a cosa mi riferisco!
82.84.66.47
si capisco a cosa ti riferisci , ma anche per quetso ti consiglio di scandagliare bene le problematiche del settore e dell'area, io non sono del settore ma mi interessa molto e frequento questo forum e amici che lavorano nel settore gastronomico proprio perchè mi piacerebbe cambiare aria con un lavoro del genere !!! perchè dici che lo stress in Costa del sol è alto ??? che zona pensi ??
ti passo un articolo del Direttore del Messaggero che parla un po' dell Spagna , se ti puo' servire
buona lettura
http://carta.ilmessaggero.it/view.php?data=20100902&ediz=20_CITT...A&npag=1&file=NAPOLETANO_27.xml&type=STANDARD
di ROBERTO NAPOLETANO
A SARAGOZZA, sulla riva del fiume Ebro, in una Spagna senza lavoro e piena di debiti, sono arrivato in macchina su un’autostrada a tre corsie e i miei amici sono ripartiti con un treno ad alta velocità che li ha riportati in poco più di un’ora a Madrid. A Saragozza, che vent’anni fa era una valle isolata e la potevi raggiungere solo con una polverosa carretera, ti offrono gratis il collegamento internet Wi-Fi in albergo o al bar, praticamente quasi ad ogni angolo di strada. Pieni di debiti questi spagnoli, certo, ma le opere e i servizi in tutto il Paese ci sono, si vedono, si possono toccare. Noi italiani i debiti (tanti) li abbiamo fatti fare prima allo Stato e poi a Regioni e Comuni per distribuire assistenza, trasferire redditi e ipotecare il futuro: si sono iniettati per anni i germi di una cultura che conosce i diritti (veri o presunti) e ignora i doveri, dove impera ovunque (o quasi) il nepotismo più sfacciato e dove tutti (ma proprio tutti) fanno fatica a imporre a se stessi quello che chiedono agli altri.
La “torrida” estate politica italiana è figlia di una cultura antica che ha la sua sintesi algebrica nel debito pubblico monstre di casa nostra, ma rivela purtroppo anche tutti i vizi e le distorsioni più recenti di un sistema che confonde disinvoltamente l’apparire con l’essere, in un gioco amaro che vede veline e calciatori scalare le vette del consenso sociale e giovani di valore, ricercatori o non, dare vita al più clamoroso “esodo moderno” di cervelli che abbia mai conosciuto un Paese occidentale. La “torrida” estate italiana ha fatto, se possibile, anche qualcosa di più: ha messo a nudo il volto peggiore della politica e ha portato in superficie una delicata questione civile frutto di un intreccio pericoloso tra scadimento di valori, debolezza delle istituzioni, malcostume diffuso, tanti, troppi grandi e piccoli conflitti d’interesse.
Non vorremmo essere equivocati: abbiamo detto e scritto più volte che questo governo ha tenuto ben dritta e salda la rotta dei conti pubblici italiani nel mare alto della crisi globale finanziaria. Un merito ancora più rilevante perché ha evitato che l’Italia venisse coinvolta nella crisi dell’eurodebito riuscendo, peraltro, a portare a casa senza conflitti un intervento significativo sulle pensioni. Il Paese, però, per la verità non da ora, esige uno scatto che allontani la politica dal suo teatrino agostano e la costringa a misurarsi con il doppio problema storico di una bassa crescita e di una scarsa modernizzazione (che è qualcosa in più di una debole competitività di sistema). Ci permettiamo di segnalare quattro questioni-chiave non più eludibili.
a) Scuola, ricerca e risorse umane. Nella graduatoria mondiale (IMD) della spesa in ricerca e sviluppo ci collochiamo diciassette posizioni più indietro della Germania e quindici dopo la Francia.
Il livello della qualità educativa della scuola dei laender della Germania dell’Est ha raggiunto e, in alcuni casi, superato quello dell’ex Germania Ovest. L’Italia non vince più un nobel per la ricerca dai tempi di Giulio Natta, erano gli anni del miracolo economico, inventò il polipropilene: ricordate le vaschette di plastica della Moplen e i Caroselli di Gino Bramieri? Quanto dobbiamo ancora aspettare per disboscare quella giungla, centrale e locale, di acquisti intermedi che vanno a “ingrassare” i mille intrichi della spesa clientelare italiana e recuperare così risorse disponibili da investire sul futuro del Paese?
b) Infrastrutture. Nella graduatoria mondiale (sempre IMD) della qualità delle infrastrutture energetiche la Francia si colloca al sesto posto, la Germania al decimo, l’Italia al quarantesimo. La Germania si tiene ben stretto il suo vecchio nucleare, noi lo compriamo dalla Francia ai suoi comodi e ai suoi prezzi. È troppo chiedere di varare un programma condiviso che porti l’Italia fuori dai tabù del passato e assicuri al Paese un futuro energetico meno oneroso e volatile? Come si può pensare di competere se arrivare a Reggio Calabria è ancora oggi una corsa a ostacoli? È solo un esempio, ma forse aiuta a capire quanto sia strategico per un Paese potere contare su trasporti moderni.
c) Sommerso, federalismo e unità d’Italia. Le stime sono convergenti: una parte eccessiva della ricchezza che si produce in Italia resta nascosta. Si può fare qualcosa di serio perché emerga? Che cosa lo impedisce? Federalismo fiscale: chi ha valutato i costi? È possibile affrontare davvero questo capitolo in un momento di crisi finanziaria mai domata e con un’economia mondiale segnata da una ripresa ancora fragile e densa di incertezze? Salvaguardare e rafforzare l’unità nazionale è la premessa di ogni riforma vera e deve tradursi in una dichiarazione sottoscritta da tutti i partiti che riconosca questo valore come la priorità assoluta (Carlo Azeglio Ciampi, Il Messaggero martedì 20 aprile 2010). Silenzio, nessuno si è fatto avanti. Quanto avrebbe giovato alla serenità del dibattito politico una simile dichiarazione? Si è ancora in tempo, lo si faccia.
d) Dimensione dell’impresa, eccesso di burocrazia, prelievi fiscali e contributivi. La questione competitiva dell’industria italiana ruota intorno a questo triangolo. Piccolo è bello lo è stato (e in parte lo è ancora) ma i “filosofi” che ci hanno insistentemente ricamato sopra non si sono accorti che, nel frattempo, perdevamo pezzi importanti di industria in settori strategici. Lo slogan ha avuto una certa fortuna, ma ha fatto molto male a questo Paese. Se non abbiamo più una grande ricerca è soprattutto perché non ci sono più grandi imprese e non siamo stati capaci di mettere in rete le piccole e medie e le eccellenze universitarie che pure ci sono. Quale sarà mai l’anno di grazia in cui si potrà incentivare fiscalmente davvero la crescita dimensionale delle nostre aziende e aprire le cattedre degli atenei all’investimento del mondo imprenditoriale? Gli annunci, e anche qualche fatto, sul fronte dei “lacci e lacciuoli” della burocrazia tanto cari a Guido Carli si sono visti, ma la strada di una vera semplificazione è ancora lunga e densa di insidie, si parla oggi di sportello unico esattamente come avveniva dieci e più anni fa. Non costa niente, perché non si accelera? Un fisco pesante e inefficiente grava come un macigno sulla competitività delle nostre aziende, è il frutto avvelenato dei vizi pubblici del passato. Siamo al punto finale di una spirale rischiosa, siamo ben consapevoli dei vincoli di finanza pubblica, ma un po’ di coraggio in più resta obbligatorio. La riforma fiscale, allo studio del Tesoro, non può essere l’occasione giusta?
Ha fatto bene, ieri, il Capo dello Stato a chiedere di concentrarsi sull’economia. La cosa più urgente è che il “teatrino” d’agosto non si ripeta in autunno. Avvisaglie negative non mancano, vanno respinte. Bassa crescita e scarsa modernizzazione alimentano il rischio che l’Italia si stacchi dagli altri e il Sud si stacchi dall’Italia. Nessun Paese potrebbe sopravvivere a un doppio distacco così doloroso.
P.s. A proposito di economia: sono passati quasi quattro mesi e il nuovo ministro per lo Sviluppo ancora non si vede. Ogni limite ha una pazienza! La battuta è di Totò, ma questa non fa ridere
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riguardo lo stress forse mi sono espresso male io ! lo stress è una cosa quasi inesistente. I ritmi in quasi tutta la spagna sono molto piu blandi dei nostri ! Non ho ancora letto l'articolo che mi hai inviato e del quale ti sono molto grato. Nella precedente @ ho dimenticato di dirti che la costa del sol a livello di turismo è la piu frequentata di europa !!!!!
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se lei e intenzionato ad aprire in costa del sol posso dirle che i consigli che anno dato i nostri amici sono piu`che giusti comunque posso darle, se siete interessato qualche contatto, ho un amico di FUENGIROLA che di pizzerie ne ha 11- 5 delle quali sono chiuse visto la crisi economica se vuole rischiare ........buon proseguimento
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ciao ireos conosco molto bene fuengirola è la pizzeria adriatico sul lungomare è una tra le migliori. comunque già che ne ha 6 aperte non è poi cosi tanto male !!!!! non credi ???
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Anch'io sono di Milano e ora vivo da 4 mesi in cataluña e hanno cercato di scoraggiarmi anche positivamente ma se ti senti di farlo, vai avanti se
ti posso cosigliare la generalitad de cataluna da degli aiuti fino a 4500E devi fare un plan di impresa e tante altre carte pero'io lo sto portando a termine. io sto aprendo una pizzeria d'asporto sui pirenei dove il comune ti da'altri 1000E forse con un totale di 10000E investiti ce la posso fare.sono d'accordo con te Milano e' diventata insopportabile.
dal piccolo per diventare grandi questa e'la mia filosofia
ciao
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purtroppo non è la pizzeria adriatico che io conosco molto bene e ci ho mangiato circa 15 giorni fa ma la pizza non é la migliore come voi sostenete poi non hanno altre pizzerie loro sono italiani di origine emilia romagna pagano anche loro l`affitto la catena che io le acennavo è di un spagnolo che conosco da 22 anni perche mia madre vive a marbella
poi non mi va di dare qui nel forum dettagli di persone che conosco e meritano la loro privaci -se ha bisogno di ulteriori informazioni mi mandi la vostra e:mail
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scusa mi ha incuriosito la citta' , è piccola ed è alla fine della Spagna , dagli articoli che ti allego che vorrei mi commentassi per conoscere il tuo pensiero mi rendo conto che paròliamo di una cittaà di neanche 20.000 abitanti !!!! sei sicuro di voler fare un investimento complesso come quello dun aPizzeria in una cittadina cosi' piccola ??? sara' sicuramente meta di turisti ma hai guardato attentanebte quante ce ne sono gia??? ciao gli articoli sono i seguenti
http://www.italiacerca.info/index.php?option=com_k2&view=item&id=407:Andalusia-le-spiagge-di-Tarifa&Itemid=161
http://viaggi.ciao.it/Costa_del_Sol__Opinione_532436
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