addio italia
salve gente l'altro giorno c'e' stato un servizio delle iene ,dove si diceva che la svizzera ci "rubava" i nostri migliori imprenditori,cioe' quelli che hanno affrontato meglio la crisi,per lavorare in svizzera.........come la vedeteee??
comunque penso che se questi politici non si daranno una mossa L'ITALIA SARA' PRESTO UN DESERTO!!.....................................a voi l'ardua sentenza
buongiorno a tutti io sono gia´ scappato un po´ di anni fa.....una volta si diceva pane e cipolla ma a casa tua adesso manca anche quella .......saluti
buongiorno a tutti io ho lasciato la madrepatria gia´da un po´di anni una volta si diceva pane e cipolla ma a casa tua
purtroppo adesso manca sia l´una chel´altra saluti
Pane e cipolla ma a casa tua!!! Ma non ci penso proprio,per mia fortuna sono andato via 25 anni fá dall'italia e non ci penso a tornarci neanche da pensionatoQuando leggo ció che ogni giorno succede,mi vien da piangere,ragazze stuprate giornalmente,in pieno centro a qualunque orario,e questa é vita!!!! Mi dispiace ma la vita é giá per se piena di problemi,preferisco vivere dove si sta meglio,dignitosamente,con serenitá e rispetto...in italia sta bene chi ha soldi e un nome,il resto della popolazione ´son solo numeri...Ricorda,si sa dove si é nati,ma non si sa dove si muore
Non sono certo i migliori imprenditori italiani che vanno via. Ma solo chi è incapace di restare.
Carissimo Lucky noi italiani all'estero siamo amati e rispettati nel mondoDifatti si é incapaci di restare,perché non si vuol esser l'ombra che rende l'uomo incapace di pensareInoltre non é solo la nostra vita che si spegne in noi,ma lo fá anche il mondo intorno... anime spente portano giú con loro un pó di societá.....Nelle societá ultrá moderne lo chiamo inconscio collettivo,sappiamo di vivere 50 o 100 anni e non di piú,nella carne,ma possiamo spegnerci ben prima nella mente,e questo puó accadere anche gradualmente senza che ci si accorga se non dopo molti anni,quando d'improvviso guardando al passato....sentiremo un vuoto dentro... Buona giornata
[quote=lucky75]
Non sono certo i migliori imprenditori italiani che vanno via. Ma solo chi è incapace di restare.
Ascoltando gli esperti di marketing, torna in mente il vecchio motto dell'alpinista Cesare Maestri, “non esistono montagne impossibili ma solo uomini che non sono capaci di salirle”. Erano gli anni 70 e Maestri ripensava al Cerro Torre in Patagonia. Allo stesso modo, hanno spiegato due consulenti di marketing aziendale in un recente seminario di Assolombarda, Aldo Viapiana e Mauro Chiarlo, “non esistono mercati buoni o cattivi ma solo aziende che non sono capaci di affrontarli”. Senza scomodare situazioni paradossali come vendere frigoriferi agli eschimesi (anche se c'è una ditta nel settore del legno che è riuscita a esportare semilavorati di pioppo in Svezia), il problema è come aumentare il fatturato anche durante la crisi.
Gli imprenditori italiani staranno al passo dei cambiamenti sui mercati internazionali? Il punto di partenza, affermano Viapiana e Chiarlo, è l'analisi attenta della domanda. In altri termini, bisogna ricordarsi che sono le aziende (l'offerta) a condizionare la domanda di beni e servizi, non solo con la leva del prezzo come sconti e promozioni, ma anche con altri elementi tra cui l'identità della marca, il lancio di nuovi prodotti, gli investimenti in ricerca e sviluppo. È sbagliato pensare che i clienti correranno di nuovo nei negozi e nei supermercati perché prima o dopo la crisi finirà e i consumi riprenderanno vigore. È sbagliato soprattutto in un Paese come l'Italia, dove il mercato interno è destinato a ristagnare ancora a lungo.
Questa crisi, secondo Viapiana e Chiarlo, non è un'eclissi, temporanea per definizione. Quanto durerà l'oscuramento dell'economia mondiale? Conviene concentrarsi sugli obiettivi per incrementare le vendite anche quando le vacche sono magre. Tutto passa da un piano commerciale minuzioso: qual è il mio mercato, quali sono i punti di forza e debolezza della mia impresa e di quelle rivali, se ci sono nicchie per nuovi prodotti, come ridefinire l'identità del marchio e comunicare i suoi valori ai clienti. Bisogna cogliere i segnali d'allarme. Vendite che ristagnano da oltre un anno, quota dell'export inferiore al 30% del fatturato totale, volume d'affari superato da quello dei principali concorrenti, scarse informazioni sui Paesi di riferimento: con uno o più di questi campanelli, dobbiamo preoccuparci per il futuro della nostra azienda.
Tornando ai semilavorati di pioppo esportati in Svezia, l'impresa in questione, spiegano Viapiana e Chiarlo, partiva da un vicolo che sembrava cieco. Fatturato in perdita del 10% da un anno all'altro, export fermo al 10% sulle vendite totali e una diffusa incapacità di lanciare un piano commerciale con qualche idea fuori del solito coro. Dopo una cura di 14 mesi, tuttavia, l'azienda si è lanciata in nuovi mercati (appunto la Svezia, oltre a vari Paesi dell'Europa settentrionale) e in settori produttivi prima sconosciuti, come porte e parquet. L'export è salito al 33% del fatturato complessivo, che a sua volta ha ripreso a crescere (+10%).
Il marketing può servire a ricollocare i prodotti in diverse fasce di mercato, come accaduto a un noto marchio dolciario che confeziona “lievitati da ricorrenza”, cioè pandori e panettoni. Entrando nella fascia premium e aumentando i prezzi, è riuscito a passare da zero a +8% nell'export e arrestare l'emorragia di vendite.
C'è poi l'impresa che ha iniziato a produrre arredamento di design, affiancando il suo business tradizionale (elementi per gli interni delle automobili) e acquisendo in due anni, tramite il canale web, mille nuovi clienti che in media hanno speso 250 euro a testa. Non saranno quei 250mila euro a far decollare i conti, ma sono il primo passo per creare un'identità di marca in un settore di nicchia, con una propria rete distributiva, passando dal ruolo di subfornitore a quello di marchio indipendente. Le strategie si complicano quando bisogna considerare altre variabili: l'industria delle fonti rinnovabili come il solare e l'eolico, per esempio, è molto condizionata dalle politiche energetiche dei vari governi e dall'entità degli incentivi. Lo stesso vale per l'edilizia. I consigli tratti dall'esperienza di Viapiana e Chiarlo potrebbero continuare; quel che è certo, è che pensando solo ai mercati buoni e cattivi, si rischia davvero di rimanere al palo.
Tra 30 anni nn ci saranno piu italiani in italia ma marocchini algerini libici senegalesi 😀 e nn scherzo mi sa i pizzaioli saranno rigorosamente Egiziani huauhauhahuauha
hai ragione caro Saetta ed è per questo che bisogna diventare multifunzione !!!!!
studiare e crescere a qualsiasi eta' e per nuovi obiettivi !!! la globalizzazione non la sconfiggi con i muri ma devi combattere per essere sempre piu' professionale e bravo nel proporre nuove offerte al cliente che vuole essre sempre corteggiato e viziato !!! è cosi' se vuoi resistere !!![quote=Saetta]
Tra 30 anni nn ci saranno piu italiani in italia ma marocchini algerini libici senegalesi 😀 e nn scherzo mi sa i pizzaioli saranno rigorosamente Egiziani huauhauhahuauha
Credo molto prima dei 30 anni non ci saranno piú italiani in italia vedrete che invasione ci sará molto presto,e valla a mantenere tutta sta gente [quote=Saetta]
Tra 30 anni nn ci saranno piu italiani in italia ma marocchini algerini libici senegalesi 😀 e nn scherzo mi sa i pizzaioli saranno rigorosamente Egiziani huauhauhahuauha
Ciao a tutti,
Sono un nuovo utente come mestiere faccio il pizzaiolo e vorrei fare una semplice domanda:
E giusto che tanti datori di lavoro chiedono al Pizzaiolo di fare il tutto fare?
Un possibile tuo nuovo adepto ha bisogno di un tuo consiglio
Se il titolare ti chiede di fare il tuttofare bisogna vedere che cosa?se c'è bisogno se si ha tempo anche di aiutare in cucina perchè no?naturalmente come si dice a Roma "A FINE MESE ME DEVI FA RIDE"(Tradotto A FINE MESE DEVI CACCIA I SORDI E PURE TANTI)
Se per tuttofare si intende TUTTOFARE tipo piazzati una scopa in un punto strategico cosi mentre lavori mi dai anche una spazzata al locale oppure vai dal tabaccaio a comprarmi le sigarette ecc...ecc...allora non ci siamo un bel ma vattene aff....lo e d'obbligo
Per tutto fare intendo, fare l'impasto , il pane , la preparazione 100/120 pizze da solo e quando ci sono quei 5 minuti di calma aiutare in cucina, perchè fermo non si deve rimanere, non si è un pò esagerati?...
Poi la cosa che odio e il rimprovero davanti alla gente per delle sciocchezze, tutto questo succede a un mio collega , meno male che ci sono io ad aiutarlo il fine settimana
ma poi dico io: se uno va a fare il pizzaiolo, perchè pretendere di fare pure aiuto cuoco?