farina dececco.
[La domanda è autoesplicativa]
ciao
l'ho vista nel mio supermercato di fiducia ,la proverò al posto della barilla
ma certo non ti posso dire altro; ho solo domande e molti dubbi per ora...;-)
giona
85.18.14.22
De Cecco fa una farina specifica per pizza? Da quando?
Io so che la loro 00 standard è già piuttosto forte rispetto alla media di mercato, tipo W 220
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Ho notato che la de cecco costa molto più cara delle altre farine, non la prendo neanche in considerazione
77.242.187.250
I prodotti de cecco in generale son tutti carissimi, ma se prendiamo la pasta non si può dire che non sia di qualità, io l'ho usata per parecchio tempo quando lavoravo in cucina: ottima tenuta in cottura e dopo, adattissima anche per cotture in due tempi. La Barilla chef le fa un baffo. Probabile che anche le farine siano prodotti affidabili...ma questo non lo so dire.
79.22.177.86
[OT]
Per quanto riguarda la pasta... la barilla chef non l'ho mai provata ma la barilla "classica" e' un oscenita'.
La De Cecco mi piace molto.
La sola che le preferisco e' la Voiello e in alcuni casi La Molisana.
[/OT]
Ciao, Zuc.
82.53.135.82
La Voiello sempre Barilla è, dal 1974.
Siccome la Barilla ha chiuso lo storico stabilimento Voiello di Torre Annunziata, per principio non compro la Voiello.
Ottime paste campane, al livello della De Cecco e della Del Verde (che, ahimè, è fallita) e alla portata di gran parte dei portafogli, sono la Lucio Garofalo e la Liguori, entrambe di Gragnano, e la pasta Vietri, irpina (la quale però a quanto pare punta sui formati speciali, in particolare quelli giganti. O almeno solo quelli arrivano dalle mie parti). Per non parlare dell'eccellente Rummo, di Benevento.
Se poi uno vuole investire nella pasta dei budgets più limitati, allora invece che sulla Barilla si può orientare su Divella, Di Martino (di Gragnano), Russo di Cicciano, che si attestano sulla stessa fascia di prezzo della Barilla (che è la più bassa dopo quelle da discount o primo prezzo) ma che sono decisamente migliori (in particolare la Russo di Cicciano) e che soprattutto vengono da un territorio in cui si sa cosa è la pasta, non da Parma, dove, con tutto il rispetto, al massimo sanno fare i prosciutti (e dico «al massimo» visto che il prosciutto buono viene da Langhirano, anche se si chiama «di Parma»...).
Sennò c'è la Coop prodotta da Rummo: qualità Rummo e prezzo da Barilla. Però bisogna stare attenti perché alcuni formati (e, in alcune cooperative come Coop Adriatica, tutti o quasi tutti i formati) sono prodotti da Corticella... Altro pastificio emiliano i cui prodotti sono al livello dei Barilla, se non sotto.
La Molisana a livello di prezzo varia molto a seconda del fatto che stia in offerta o meno, comunque come qualità la collocherei al livello della Russo di Cicciano, dunque buona ma non eccelsa. A questo livello ce ne sono tantissime, per esempio la Pezzullo Orodinapoli, che purtroppo ho avuto il piacere di assaggiare una sola volta (non si trova), o la Cellino di Sardegna, che dalle mie parti ha avuto un boom per qualche mese e poi è sparita nel nulla, per poi tornare dopo un po' sotto mentite spoglie (con il marchio "Sant'Alberto", che identifica la linea di primo prezzo del pastificio Cellino, che io mi sono guardato bene dall'assaggiare dato che già dalle caratteristiche nutrizionali si intuisce il livello qualitativo).
Ovviamente ci sono fasce di prezzo più elevate nelle quali si collocano prodotti di eccellenza assoluta e inimitabile; ai vertici credo si collochino Setaro (Torre Annunziata), Cocco (Fara San Martino) e molti pastifici gragnanesi. Ma qui entriamo in una fascia che è anche distribuita attraverso canali diversi, oserei dire di nicchia, per accedere abitualmente ai quali molti di noi dovrebbero accendere un mutuo.
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Tornando alla farina, se si considera che qui c'è gente che spende quasi due euro per acquistare la Fiore pizza Lo Conte, allora la De Cecco non è cara, considerato che, nonostante si venda come normale farina di grano tenero tipo 00 senza ulteriori specificazioni (non mi pare che sia espressamente consigliata per pizze), ha un valore W altino.
Se si considera che in commercio ci sono farine dichiarate per pizze e focacce che hanno valori W intorno al 200, allora la De Cecco non è da scartare a priori, anzi specie può rivelarsi una valida soluzione per chi non riesce a reperire una farina specifica per pizza.
Ad esempio nel mio ipermercato di fiducia come farina specifica per pizza c'è solo la Lo Conte, che in offerta promozionale si trova a 99 centesimi, altrimenti arriva a sfiorare l'euro e mezzo. Come sappiamo ha un range W dichiarato di 220-240 e non è neanche una farina, ma una miscela che contiene tra le altre cose sale (venduto a oltre un euro al chilo quando da solo costa tra i 10 e i 20 il normale e tra i 30 e i 50 quello iodato!). La De Cecco e le biologiche VitalNature (sia 0 sia 00) hanno indici di forza assimilabili e costano meno. Poi sullo stesso scaffale ci sono le Coop, che stanno sui 200 (direi 200-220 la 0 e 180-200 la 00, che l'ultima volta mi ha sorpreso) e costano tra i 40 e i 50 centesimi: volendo risparmiare si usano queste leggermente tagliate con manitoba (quella con il miglior rapporto qualità/prezzo però è quella del Carrefour, prodotta da Chiavazza, € 0.89 e qualità affine alla Spadoni, se non lievemente superiore). Inoltre la confezione della Fiore dichiara tra gli ingredienti il glutine, il che fa pensare che sia una farina in partenza debole additivata di glutine prelevato da altri frumenti. E ho letto su questo forum più di una volta che le farine rinforzate con glutine hanno generalmente una resa incostante. Va anche detto che il glutine è un componente naturale del cereale e che, pertanto, non c'è obbligo di dichiararlo in etichetta (il che vale a dire che altri potrebbero aggiungerlo e non dirlo, come abbiamo già appurato avviene con l'acido l-ascorbico, cioè la vitamina C, che per legge può essere impiegato come antiossidante e che invece le aziende molitorie usano per il suo effetto di rinforzo della maglia glutinica).
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Ti faccio i complimenti per la competenza che hai nel campo farina(anche nella pasta ma è ot).
Una domanda: i pacchetti da 1 kg dei supermercati non sono la stessa farina dei sacchi da 25 o sbaglio?
Per mia esperienza che ho usato sempre sacchi da 5 kg a causa del basso consumo casalingo (1/2 kg a settimana) ora che ho preso il 25 kg della stessa marca c'è una grossa differenza,benche la grafica del sacco e la dicitura siano uguali:farina tipo 0, per pizza classica,rinforzata a medio tempo di lievitazione.
Leggendo le informazioni e i consigli d'uso questa differenza si nota:
5 kg=proteine 10.5,dosi lievito consigliate 2/3 %
25 kg=proteine 13.5,dosi lievito consigliate 0.3/1 %
la farina in questione è la horeca della metro di cui non conosco il W,anzi se qualcuno lo sapesse mi farebbe un favore.
Saluti Claudio
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Molte delle marche si cui parli non le conosco, forse perche' distribuite meno ampiamente a marchi piu' noti come Barilla, Voiello, De Cecco, etc.
La sola di cui ho sentito parlare piu' volte e' la Cocco e mi hanno detto che sia veramente una pasta eccelsa.
Non ho mai avuto la possibilita' di provarla.
Per quanto riguarda quelle che ho avuto modo di provare ripeto... la Voiello e' senza dubbio la migliore.
Dopo di essa vengono De Cecco e quindi Molisana.
Buone pasta anche la Garofalo (Che sino a poco tempo fa trovavo con maggiore facilita') e la Rummo (Che mi sembra produca anche per Conad) ma imho inferiori sia a Voiello sia a De Cecco.
La Barilla e', invece, una pasta veramente "da poco".
Trovo "apprezzabile" anche la pasta a marchio Esselunga che credo sia prodotta dalla Colussi.
Ciao, Zuc.
82.55.188.16
Rummo produce per Coop. A meno che non sia cambiato qualcosa, per Conad e Despar produce De Matteis (che ultimamente ha lanciato sul mercato il proprio marchio "Baronìa", che è carissimo; vedi www.pastabaronia.it), che si trova a Flumeri, mentre Rummo è a Benevento.
Non conosco la Esselunga perché dove sto io Esselunga non c'è; comunque Colussi è Agnesi... e se la pasta Esselunga è come la Agnesi allora mi permetto di dissentire.
In ogni caso per quanto riguarda il private label io tendo a fidarmi solo di Coop, ove d'altronde le vendite del private label superano il 20% contro una media di 10 punti percentuali in meno di tutta l GDO italiana.
Questo perché il prodotto a marchio Coop non è e non sarà mai un prodotto di primo prezzo, bensì dev'essere un prodotto di qualità almeno pari al leader di mercato, e anzi spesso è superiore poiché il confronto viene fatto con un prodotto qualitativamente migliore rispetto a quello del leader di mercato e si pretende, con un contratto scritto, che il relativo produttore applichi al prodotto a marchio Coop standard qualitativi non inferiori a quelli che applica per sé stesso.
Io stesso, come componente di un comitato soci Coop, ho organizzato degli assaggi nell'àmbito del progetto "Approvato dai soci" e posso testimoniare che è sempre stato rispettato il giudizio dei soci che hanno partecipato all'iniziativa.
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Caro preddy,
generalmente la qualità della farina differisce a seconda dei canali distributivi, cioè a seconda del fatto che il prodotto abbia come destinatario finale il consumatore oppure l'utilizzatore professionale.
Le puteche dei ristoranti RossoPomodoro, comunque, vendono farina Caputo in pacchi da 1 kg e asseriscono che si tratta della stessa che adoperano per le loro pizze.
Personalmente non sto più utilizzando farine di cui non conosco a priori le caratteristiche, in particolare il valore W, e ho deciso di boicottare tutti i produttori che si rifiutano di comunicarmele. Molti non rispondono neanche ai fax.
Per quanto riguarda la Horeca, fammi sapere da chi è prodotta (tutti i dati riportati in etichetta: indirizzo dello stabilimento e, se possibile, denominazione o ragione sociale del molino), altrimenti ci dobbiamo rivolgere direttamente alla Metro, in quanto detentrice del marchio.
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Comunque, caro Zucchino, è normale che tu non conosca molte delle marche da me citate. Quando ho detto a un mio amico veneto che un ipermercato della mia città ha due corsie di pasta con una ventina marchi diversi, non ci poteva credere.
Per contro, lo stesso ipermercato ha farine di sole cinque-sei marche, mentre un ipermercato molto più piccolo della stessa catena situato a Bologna ne ha molte di più.
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