valorizziamo la figura del pizzaiolo
ciao amici pizzaioli,vorrei rivolgere un mio pensiero su una cosa che può far riflettere, anchè perchè l ho sempre visto come "pensiero tabu" da parte di tanti miei colleghi e non...la figura "professionale"del pizzaiolo viene vista(e qui si apre la riflessione) come una figura di quinto livello,una sorta di professione da ultima spiaggia, non so se mi spiego...rispetto ad altri lavori come ad esempio, l idraulico o chessò, l elettricista, veniamo visti, e magari anche giudicati da poveri cristi senz arte ne parte...eppure dico, io ne vado orgoglioso, ma non posso negare di percepire questa mia sensazione perchè va al di là di una semplice ipotesi...forse la colpa e anche un pò nostra,forse del sistema, ...voi che dite?
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Ciao. Non me ne volere, ma secondo me la colpa è in buona misura anche dei pizzaioli.
Nel nostro settore c'è una individualità e uno spirito di competizione tali che indeboliscono le iniziative comuni. Guarda come funzionano le altre associazioni di categoria, e confronta con i timidi passi che si cerca di fare per creare un albo unitario, dei disciplinari comuni ecc ecc
Questo porta anche ad avere meno potere contrattuale, e anche questo mantiene basse le paghe.
Bisognerebbe valorizzare il pizzaiolo come figura professionale, fare in modo che istituzioni e aziende concordino e disciplinino gli aspetti di questa figura professionale, per scoraggiare gli "improvvisati" chiedendo standard di produzione, di servizio, di pulizia ecc. e permetterebbe ai pizzaioli stessi di avere dei trattamenti in fase di stesura dei contratti che potrebbero, ad esempio, equipararli a degli chef. In particolare in strutture grandi, in cui il pizzaiolo capofila ha praticamente le stesse responsabilità di uno chef di cucina.
Ciao e buon lavoro
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tardi ormai!!
qualche anno fa" le pizzerie erano poche , se per strada incontravo un pizzaiolo si diceva ; lui e il pizzaiolo della tal pizzeria. veniva visto quasi come una figura emblematica !!
ora molta gente quando si trova , al ultima spiaggia si mette dietro un forno ,,
pensa quanti corsi ci sono ,, e quanti pizzaioli sfornano , quando sanno fare bene un impasto ,, una macchinetta per schiacciare le palline ,, e vai!! te lo dico perche vivo in versilia ,, la realta" e questa !!
io non sono un pizzaiolo questo lo metto subito in chiaro !!
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Sono d'accordo con paolo, ci siamo sempre fatti una guerra spietata, sempre gelosi dei nostri metodi, forse il forum è l'unico posto dove si può parlare tra colleghi e scambiarsi consigli senza paura che li usi per fregarci.
Se penso ai parrucchieri o agli estetisti che tutti gli anni vengono invitati a riunioni dove insieme ai concorrenti si stabiliscono i prezzi minimi. Noi siamo ridotti ad andare in incognito dai concorrenti per spiare i prezzi e fargli la guerra al ribasso.....una vergogna, ma come fai però a salutare un collega che ti ha aperto nel tuo stesso paese quando già tiravi avanti a fatica? è logico che sei contento quando i fornitori ti dicono che non lavora e fa fatica coi pagamenti. Poi quando falliscono finiamo per esserne pure contenti. Questa è la nostra categoria. [11]
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si concordo con paolo...si parla di uno spirito di competizione che porta piu verso un declino che ad una crescita positiva, eppure dico, abbiamo dei campionati(nazionali, europei,mondiali) manifestazioni,riviste,ci troviamo in qualunque banca bel lavoro,abbiamo i nostri forum,maestri che hanno ottenuto dei disciplinari,e poi? la nostra professione non è riconosciuta in un albo del lavoro?assurdo....da starci veramente male....si concordo con paolo perchè siamo i primi a non imporci, a sbagliare, ad autocommiserarci...cosi non va...poi chiediamo stipendi da medici specialisti e ci vergognamo se si guadagnano 1500 euro...
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La figura del pizzaiolo fino a quando rimarra fuori dagli ambienti sindacali rimarra una figura di merito ,meritocratica e di grande considerazione.
Non si può stabilire uno stipendio o un livello li dove c'è arte e tipologia individuale del prodotto finito.
Nessuno può decidere ciò che oggi vale un pizzaiolo o colui che dietro un banco pizza riesce a realizzare con passione o attraverso l'inventiva un qualcosa che è al dilà delle semplici ed umane ( pensabili)trasformazioni.
RICORDIAMOCI TUTTI:
Il ns lavoro deve essere e noi dobbiamo lottare affinch'è resti meritocratico ,
e che non abbi dei parametri studiati a tavolino.
Il fatto che in tanti lo fanno non significa che è un lavoro di massa e per tutti.
Il tempo dara ragione e merito a colui o coloro che col tempo dimostreranno che farlo bene non è per tutti ma per pochi.
Viva la pizza e tutti coloro che si fanno e si faranno valere da chi li paga.
Peppe lisi
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Ho letto da qualche parte che una petizione per far entrare,la vostra (spero anche mia) qualifica...Come una nuova categoria..E vera sta cosa?
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Ciao. Petizioni, raccolte di firme, ecc. ne sono state fatte più d'una. Ci sono anche degli abbozzi di albo, ma in genere ogni albo è legato a una associazione o federazione. Il fatto è che non c'è una associazione unica di categoria che sia riconosciuta da tutti.
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ho dato un'occhiata sommaria ai post precedenti.
la mia teoria è:
Se si continua così la figura del pizzaiolo non sarà mai legalizzata, il mottivo è semplice; troppa gelosia di mestiere e una inutile ed eccessiva autostima.
un pizzaiolo che fa 200 pizze a sera (magari scadenti) si sente superiore a chi ne 60 e non vuole tenerlo in considerazione.
idraulici, parrucchieri, stilisti muratori e perfino gli spazzacamini, fanno regolari corsi di aggiornamento organizzati da associazioni di categoria e PAGANO. quando queste cose le fa un'associazione di pizzaioli tutti dicono:
non è giusto, dovrebbe essere gratis, se non si fa per i soldi, ci vuole passione ecc. ecc. tutte (scusate) cazzate.
esempio un corso ha un costo organizzativo, chi lo organizza perchè dovrebbe rimetterci invece di guadagnarci.
I pizzaioli no.. vogliono, vogliono e ancora vogliono, ma poi quando hanno avuto che fanno ????
guarda caso vogliono rivendere le informazioni acquisite così si trovano biglietti da visita ....pizzaiolo xxxxxx, assistente in aperture, consulente, maestro, ecc. ecc.
inoltre nasce la competizione sul metodo di lavoro a discapito della parte organizzativa.
Io condivido in pieno la filosofia della federazione maestri pizzaioli espressa in fimap.org, perchè mette al primo piano chi fa le pizze (in qualsiasi modo) e poi valorizza chi le fa a mano, col forno a legna ecc., senza escludere nessuno.
La pizza è un pezzo di pasta stirato, farcito e cotto, questa è la base, chi la stira a mano ha un titolo in più, chi la cuoce a legna ha un altro titolo, solo così si riesce a valorizzare.
uno fa un corso di idraulico, alla fine ...è idraulico base, poi con l'esperienza si specializza, uno fa un corso di pizza ; dovrebbe essere un pizzaiolo base; poi nel tempo si specializza. e invece no ..tutti i pizzaioli gli danno contro, per essere pizzaiolo devi sapere qui e sapere lì, qualcuno ha osato perfino dire che per essere un bravo pizzaiolo devi saper amministrare un'azienda. Non confondiamo; il pizzaiolo è quello che fa le pizze, se ha la pizzeria è un pizzaiolo ristoratore. non confondiamo i ruoli e titoli. scusate la lunghezza, ma su questo argomento ci sarebbe tanto da dire.
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Se non siamo capaci di capire le esigenze del mercato del lavoro, credo che le favole continueranno ad esserci.
Prima dobbiamo capire cio che il mercato vuole, pizza buona ,qualita prezzo??????.
Il mercato non lo stabilisce l'utenza soltanto,lo stabilisce anche e per la maggiore colui che nel settore investe(il ristoratore o l'imprenditore).
Se il mercato ci chiede velocita anche a dfiscapito della qualita be a noi la scelta , questo e su cui ci dobbiamo basare. (Anche se personalmente non sono daccordo)
Un'azienda vende e produce cio che l'utenza gli chiede.
Considerando che l'80% dell'utenza non capisce cio che mangia.
Di quel 20% di utenza che capisce ,l'operatore di produzione ( il pizzaiolo) è gia stato scelto e non c'è spazio per nessuno(tranne colpi di culo ).
Nessuno puo giudicare il lavoro di altri al massimo puo consigliare sistemi diversi .
Se un'associazione organizza dei corsi di specializzazione non vedo il perche non debba farli un semplice pizzaiolo per conto proprio e con P.I .
Non vedo gelosia da parte di qualcuno , vedo solamente persone che sono predisposti ad insegnare altri sistemi che niente hanno a che fare con i vecchi e che principalmente mirano ad essere piu semplici e piu vicini alle esigenze del mercato.
Velocità , fantasia, sono l'arma vincente oggi nel mercato della pizza.
Nessuno per di piu le associazioni con programmi ben definiti sono in grado di soddisfare queste esigenze.
La velocità non si insegna con l'attuale sistema, la fantasia si può al massimo tirar fuori da qualcuno e non da tutti.
Il rischi di chi fa formazione e alto su questi due punti per questo si cerca di stare insieme non riuscendo per non dare spazio a sistemi e corsi diversi.
La pizza non è un semplice pezzo di pasta , per essere un pizzaiolo non basta solamente saperlo stendere con mano o con macchina.
La pizza e la pizza e chi piu ne ha piu ne mette.
Mi dispiace carissimo LUCULLUS credo che ancora una volta il mio concetto dell'essere pizziolo sia diverso dal tuo.
Sicuramente tutto questo non deve allontanarci , deve solamente farci trovare un punto di incontro al fine di individuare la figura del vero , o dei veri professionisti della pizza.
Peppe Lisi
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Non sono convinto che abbiamo due concetti diversi, perchè leggendo il mio post e il tuo il nocciolo della questione alla fine è lo stesso.
La differenza sta nell'angolazione di veduta; cioè da quale parte si guarda l'argomento.
Hai parla di un 20% di consumatori cultori del prodotto e di un 80% di consumatori che mangiano di tutto.
Tu da artigiano operativo argomenti su quel 20% perchè giustamente cerchi di soddisfare il tuo cliente al meglio.
Io da (artigiano prima) ma consulente oggi, devo soddisfare l'esigenza del mio cliente, cioè nel consigliare quale tipo di pizzeria deve aprire devo tenere conto oltre a una serie di parametri, della tendenza di mercato pur restando vicino il più possibile al tradizionale.
La produzione in quantità va a discapito della qualità, ma va considerato che, quando uno apre un'attività e se ne assume il rischio lo fa per business. (se vogliamo essere obiettivi)
In conclusione mentre il tuo intento è quello di far star bene il tuo cliente con lo stomaco, il mio e quello di far star bene il mio cliente con il portafoglio.
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