offerte di lavoro diminuiti tanto o tanti corsi che formanto tantissimi nuovi pizzaioli?
Salve a tutti...vorrei porvi una questione che da un paio di anni vedo sempre piu' aumentare, ovvero l'assenza di lavoro in questo settore. Mai avuto problemi a trovare lavoro in passato, qualche datore di lavoro poco onesto si ma si trovava sempre un lavoro se ne lasciavi uno mal remunerato e senza copertura inps.Vero che c'e' la crisi...ma ho notato che tante persone....con la crisi ricorrono a corsi di formazione convinti di trovare subito lavoro e per sempre...senza sapere cosa gli aspetta...Risultato problemi di lavoro anche durante la stagione estiva per i piu' anziani e professionali..Per non parlare di tutti quelli improvvisati che spesso ottengono il posto solo perche' si accontentano di pochi euro in meno di un professionista"OGGI PAROLA GROSSA" e rigorosamente in nero o come lavapiatti.Ovviamente ci sono le eccezzioni ma dando una rapida occhiata nei vari siti di candidati di lavoro come pizzaiolo dove ci sono pure io...ho notanto che la differenza tra le offerte e i candidati e circa un posto di lavoro per dieci pizzaioli, considerando che tanti annunci di offerte di lavoro non inseriscono i recapiti telefonici attivi, che mi fa pensare male(annunci falsi), e che tanti pizzaioli non conoscono bene internet o stanchi di non trovare nulla non lo rinnovano e vanno a cercarlo porta a porta o peggio ancora divorano i risparmi se li hanno...il rapporto offerte di lavoro/candidati di lavoro si allontana sempre di piu'.Ora io mi chiedo...ma a chi si fa un corso viene detto questo? Altri di voi si e' trovato a fare la stessa considerazione? e pensare che fino a un anno fa leggevo ancora 6000 posti liberi per pizzaioli....aio' ma ando stanno...dove sono...where are them....non li trovo...ma ci vogliono far diventare matti.? stendiamo poi un velo pietoso per le agenzie di lavoro interinale...! e pensare che sono finanziati con le tasse di tutti gli italiani(altra grossa....).
Concordo pienamente. La mia opinione combacia perfettamente con la tua, troppi corsi, troppe persone disperate che pagano una marea di soldi, e poi purtroppo si trovano impreparate. Persone che a 30 anni vogliono imparare il mestiere. E in tutto questo, ci sono decine e decine di annunci fasulli che illudono la gente.
Io ho 20 anni, ho lavorato un anno in pizzeria, ed è stato difficilissimo, tutti questi corsi fanno pensare che uno impara a lavorare facilmente, invece per diventare professionisti è difficile.
Quindi, consiglio per i ragazzi o chiunque, prima di spendere soldi per un corso, vedete che cosa significa, venerdì, sabato, domenica, 48 ore settimanali sulla carta, ma poi ci vuole il tempo della strada, il sabato si lavora sempre qualche ora in pù.
Qualcuno disse una volta che bisogna sputare sangue ed è la verità.
Il corso tutto questo non ve lo dice.
il problema è che il mercato del lavoro, si chiama mercato proprio perchè è regolato dalla legge della domanda e della offerta. mi ricordo negli anni 90 quando un pizzaiolo andava a farsi la stagione a rimini ed in 3 mesi si portava a casa 15 milioni di lire.....ora le offerte di lavoro sono pochissime le richieste tantissime è naturale che gli stipendi scendono.
E secondo me in tutto questo, i corsi hanno fatto un danno allucinante, io ho visto persone laureate che hanno fatto corsi perchè volevano fare i pizzaioli. L'immagine che viene data della professione è un'immagine semplice, che non comprende tutti gli aspetti difficoltosi, come se uno, da un giono all'altro, dopo aver fatto tutt'altro nella vita, con un corso di due settimane diventa maestro e viaggia il mondo arricchendosi.
Questa è una favoletta! Fate il corso per imparare la teoria, ma sappiate che il mestiere si padroneggia dopo tantissimi anni, e le cose da imparare sono sempre tantissime.
Ovviamente, un tizio che esce da un corso e magari, proprio in questo periodo, è disposto a fare di tutto per andare avanti, allora si improvvisa e tutti perdono. Perdono loro perchè avranno stipendi bassissimi, perde il mestiere perchè la professionalità non c'è, perdono tutti coloro che hanno decine di anni di esperienza alle spalle perchè non trovano il posto.
E secondo me in tutto questo, i corsi hanno fatto un danno allucinante, io ho visto persone laureate che hanno fatto corsi perchè volevano fare i pizzaioli. L'immagine che viene data della professione è un'immagine semplice, che non comprende tutti gli aspetti difficoltosi, come se uno, da un giono all'altro, dopo aver fatto tutt'altro nella vita, con un corso di due settimane diventa maestro e viaggia il mondo arricchendosi.
Questa è una favoletta! Fate il corso per imparare la teoria, ma sappiate che il mestiere si padroneggia dopo tantissimi anni, e le cose da imparare sono sempre tantissime.
Ovviamente, un tizio che esce da un corso e magari, proprio in questo periodo, è disposto a fare di tutto per andare avanti, allora si improvvisa e tutti perdono. Perdono loro perchè avranno stipendi bassissimi, perde il mestiere perchè la professionalità non c'è, perdono tutti coloro che hanno decine di anni di esperienza alle spalle perchè non trovano il posto.
allora finalmente lo posso dire ha! che soddisfazione! dovevo fare l'indovino.... anni a dietro avevo denunciato questo distruttivo e cecato modo di fare affari delle scuole di formazione,e i danni che avrebbero provocato, da me per piccola che sia la regione le scuole o pseudo tali nascono una per pizzeria!!! e questo ha portato il nodo al pettine e il settore al collasso, ...... con il faforeggiamento della crisi...hanno demolito il mercato del nostro lavoro, la qualita generale delle pizze è in picchiata , i rapporti di lavoro rovinosi, le paghe da fame, e per che cosa?oramai siamo arrivati che quando uno la notte va a dormire da disoccupato la mattina si sveglia pizzaiolo .io ho lasciato la professione con grande profitto direi , ora come altri dormo sonni tranquilli ed è finito una volta per tutte quel tric e trac odioso con i titolari avari, rapaci, profittatosi e rompitasche, le notti estive dierto il forno con il fegato in avaria , i clienti psicopatici, i camerieri latitanti, i contratti capestro ecc. se uno mi chiama per un extra come talvota accade sono 150 euro, senno ariaaaaaaaa, raus, andersen, passo veloce se le facessero loro! un soddisfattissimo e profetico CUCUUUUUUUUUUUU!!!!!!
Purtroppo confermo.
Ormai il pizzaiolo è visto come un mestiere facilissimo, alla portata di tutti. Quante volte mi sono sentito dire "cosa vuoi che ci voglia a fare 2 pizze", "io la faccio a casa mia e mi viene benissimo"... e vagli a spiegare che un conto è fare UNA pizza per te e moglie, un altro farne 150, una diversa dall'altra, ed più in fretta possibile...
Intanto naascono pizzerie e pizzaioli improvvisati, che spesso hanno vita breve, ma nel frattempo comunque "ombra" agli altri ristoratori la fanno...
E leggo sempre più spesso annunci per solo weekend, per massimo 30enni, pranzo e cena a pochi euro (l'ultimo, di pochi gg fà, offrivano 750 euro!!!)
Io ho chiuso la mia attività a causa di tasse, balzelli ed oneri vari, ed ora sono 6 mesi che faccio fatica anche solo a trovare come extra... 🙁
eh si sono perfettamente d'accordo su tutto , io dopo 32 anni che faccio sto lavoro mi ritrovo a dovermi ritenere fortunato ad avere un posto con un contratto part time,naturalmente senza 13ma e 14ma ,ferie 1 settimana all'anno e uno stipendio di poco superiore ai 1500 euro,con la formula( se vuoi e' cosi se no la porta e' quella) tanto fuori tra improvvisati e stranieri c'e' la coda di gente che aspetta di prendere il tuo posto,pensa che soddisfazione dopo 32 anni di sacrifici(mai fatto una vacanza)
Ci sono diversi fattori che hanno determinato il peggioramento delle condizioni lavorative nel corso degli ultimi anni, una serie di concomitanze che sembrano abbiano realmente distrutto la reputazione di questo lavoro, una volta ben pagato e retribuito. 25 anni fa, più o meno quando iniziai io a fare questo mestiere le cose erano radicalmente diverse. I pizzaioli erano rari (e quando parlo di Pizzaiolo intendo il professionista serio e competente che evita di far vedere il cappellino con la pubblicità della scuola (scuola?) di turno) e dettavano legge nel sistema domanda-offerta. La figura era prettamente italiana. Nei primi anni '90, con le trasformazioni geopolitiche che visse il pianeta in quegli anni iniziò la metamorfosi che ha portato questo mestiere nelle condizioni in cui attualmente si trova: ovvero sfruttato e sottopagato nella maggior parte dei casi. La caduta del muro imposta da chi avrebbe poi gestito la globalizzazione aprì i cancelli e la strada ad una marea umana montante in fuga dalla miseria e proveniente dalle aree più periferiche e disagiate del pianeta. Insomma gente che cercava nel mondo occidentale del quale faceva parte anche l'Italia (ora siamo periferia con un piede nel terzo mondo), una prospettiva qualsiasi per (come si dice) rifarsi una vita. All'interno di questa massa erano rare le persone qualificate che poi sarebbero riuscite ad emergere nel settore di competenza per il quale si erano precedentemente costruiti un bagaglio culturale (qualcuno c'è anche riuscito); la stragrande maggioranza di questo flusso umano eterogeneo proveniente dalle zone più disparate era gente con poca istruzione e senza nessun titolo di studio perciò con poche prospettive. Tra coloro che sono riusciti ad ignorare e passare indenni attraverso le sirene del soldo facile offerte dal parallelo mondo della delinquenza (che ha sempre attinto manovalanza nei porti di frontiera o nelle baracche periferiche), moltissimi furono coloro che per sopravvivere andarono a finire dentro le cucine di qualche ristorante. E' proprio di quei tempi la genesi dell'internazinalizzazione della figura professionale del pizzaiolo e dunque la comparsa di figure professionali "esotiche" nel colore della pelle e negli accenti della lingua. Nulla da eccepire se non fosse che costoro pur di lavorare hanno creato una concorrenza sleale ed hanno cominciato a "fare sconti" sul prezzo della madopera e sulla richiesta di tutele sindacali fino a quel momento garantite ai più, aprendo la strada ai primi ricatti dei proprietari. Dato che nel corso degli anni l'aumento di questo tipo di emigrazione è stato costante, oggigiorno ci ritroviamo nelle condizioni di vedere le cucine e le pizzerie della stragrande maggiornaza dei ristoranti (dove la presenza italiana è ormai ridotta ad un'esigua minoranza) popolate da un coacervo multicolore di lavoratori che spesso non riescono neanche a comunicare tra di loro. In molti casi addirittura è la gestione ad essere passata di mano. Gente ovviamente stanca di lavorare gratis per un socio parassita ed incapace che succhia il 50 % delle entrate facendone poi l'uso che tutti conoscono (ovvero il mantenimento della casta), che davanti alla possibilità di sottrarsi a questo giogo, non ci ha pensato 2 volte a cedere baracca e burattini al primo che capitava a tiro, indipendentemente dalla professionalità che l'acquirente garantiva. Oltre a questo, ciò che ha sputtanato il lavoro in generale e le sue condizioni, è stato anche il fatto che sempre all'interno di questa schiera c'è stata gente (e parecchia) che non appena ha imparato a stendere una pallina si è aperta il proprio localino senza nessuna esperienza né conoscenza della qualità e della storia del prodotto, andando a rosicchiare fette sempre più consistenti di mercato che alla fine hanno tolto quello che per molti era il margine che permetteva loro di andare avanti. La stessa globalizzaione ha poi creato le grandi catene di distribuzione all'interno delle quali, l'offerta al dettaglio di qualsiasi prodotto è diventata sempre più variegata, creando a mio avviso una situazione paradossale e grottesca che ha permesso di vedere accanto alla frutta e verdura esposta negli scaffali, l'assurdo di gomme termiche invernali che una volta si sarebbero comprate dal gommista. Chiaro che anche la pizza è stata risucchiata (e congelata direi ironicamente sia nei prezzi che nella qualità) da questo meccanismo ed ora, non solo chi la produce, ma anche il prodotto stesso soffre della concorrenza al ribasso innescata da queste nuove politiche di vendita alle quali noi tutti, come poveri allocchi abbocchiamo. In questo contesto le scuole pizza svolgono un ruolo marginale. Un ristoratore serio (o almeno uno dei pochi che ha resistito ed è rimasto tale anche nella professionalità) si accorge subito del bagaglio di esperienza stanando subito l'impostura del "Fenomeno" di turno che si presenta sempre come tale ovvero come "Fenomeno". Chiaro che la teoria è importante, ma un prodotto artigianale ha bisogno di concretezza; l'impasto sembrerebbe cercare più il contatto costante delle mani che il sostegno di formule chimiche che tuttavia rimangono interessante anche in funzione di un proprio bagaglio culturale. Rattrista invece vedere nei filmati postati sulla rete, come questi corsi siano frequentati per la maggior parte da gente di una certa età che sta cercando di riciclarsi in tempi di crisi. Mi dispiace dirlo, ma a 40 anni devi sapere già gestire una serata da 200 pizze e non fare l'aiuto-pizzaiolo. Questo andazzo non porterà mai allo sviluppo di una professionalità completa. Dopo i 50 dovresti essere ormai un professionista "finito" in tutti i sensi: nella conoscenza del proprio lavoro e nella stanchezza che gli anni di esercizio hanno radicato nel fisico di ognuno di questi pizzaioli che "finiti" non sono, ma seri ed esperti. Cncludo qui perché IRONIA DELLA SORTE devo andare a lavorare per un turco al quale alla fine devo essere anche grato perché a 48 anni mi da un lavoro in Svizzera. E questo riassume un po' tutto il concetto che ho cercato di esporre sopra.....
Ragazzi, non fate corsi, non spendete dei soldi solo per avere una teoria, il lavoro non si impara studiando.
Il detto dice bene "provare per credere" sono reduce da un corso di pizzaiolo dopo essermi ritrovato disoccupato a 39 anni e dopo aver creduto da varie fonti poco attendibili, che dopo un corso si poteva fare tranquillamente questa professione. Invece concordo con i vostri commenti, forse perchè i 6 mesi tarscorsi di gavetta mi sono serviti solo per capire una minima parte di questo lavoro. Ho capito che in 6 mesi il pizzaiolo è sacrificio,arte,dedizione e soprattutto tanto lavoro poco retribuito. In maniera molto umile ad oggi mi ritengo solo un grande spettatore della vostra professione, altro non sono che uno dei tanti che ha creduto di poter facilmente lavorare attraverso un corso.