Leggo oggi su ANSA che servono 6000 pizzaioli in Italia e si fatica a trovarli... Vero???
Da quello che leggo su questo forum, la situazione non mi sembra come quella descritta oggi dall'Ansa... qual'è dunque la verità?????
ancora c'è qualcuno che crede alle notizie ansa? l'informazione in italia è classificata semilibera al pari di cina e paesi del terzo mondo.
[quote=jerry76]ancora c'è qualcuno che crede alle notizie ansa? l'informazione in italia è classificata semilibera al pari di cina e paesi del terzo mondo.
Magari fosse alla pari...
Cmq come dargli torto hai visto con le balle che ha sparato berlusconi prima delle elezioni quanti italiani creduloni lo hanno votato finchè l' italiano medio si dimostra così cradulone ci sara chi gliela mena sempre come vuole...
6000 persone sono attualmente la media della gente che si rivolge disperatamente ad un (1) solo datore di lavoro per mendicare un posto di lavoro.
Crisi, ma soprattutto troppi presunti pizzaioli. Ne approfitto per dire una cosa ai gestori del sito e senza nessuna polemica. Con la speranza che non cancellino il mio messaggio ma che anzi ne facciano oggetto di dibattito. Il sito, almeno per ciò che riguarda le discussioni, è visitato da gente professionista e su questo basa anche molta della sua credibilità. Tuttavia (cerdo soprattutto per ragioni economiche) si concede licenza di presentare pizzaioli garantiti e formati dall'entourage del sito stesso. Io non dubito né della serietà del sito, né della professionalità degli istruttori. Proprio per questa considerazione mi chiedo come si possa presentare un novel pizzaiolo teoricamente ben istruito (forse meglio di me che vengo da 17 anni di sola gavetta) ma privo di esperienza sul campo come un pizzaiolo GARANTITO. Affidereste il vostro cantiere ad un laureando in ingenieria senza nessuna esperienza sul campo solo perchè sta prendendo laurea alla prestigiosa Alma Mater senza aver assistito alla posa delle fondamenta della vostra casa?
Buonasera Sten,
riteniamo propositive e giuste le sue osservazioni, in compenso più volte abbiamo spiegato che garantiamo ai titolari di pizzerie l'avvenuta partecipazione degli allievi ai nostri corsi.
Ogni volta che ci contattano descriviamo il livello di preparazione di ognuno.
Il titolare è il primo ad immaginare che se un allievo ha frequentato solo un corso base non potrà considerarlo un pizzaiolo professionista.
Tanto meno passerebbe per la testa ad un allievo novello spacciarsi per tale.
Hai anche la possibilità, contattando tutti i ns. allievi nell'apposita sezione, di chiedere loro se è vero che sin dalla prima giornata del corso, specifichiamo che verranno qualificati come Aiuto-pizzaioli.
Anche negli articoli che pubblichiamo a fine corso li presentiamo come tali
https://www.pizza.it/professione_pizza/news_events/corsi-e-scuola/118178-pizzait-school-marzo-sforna-7-neo-pizzaioli
Certi di aver soddisfatto la tua richiesta di spiegazioni ti ringraziamo per averci dato modo di chiarire questo aspetto e ti salutiamo cordialmente.
[quote=Gabri]Da quello che leggo su questo forum, la situazione non mi sembra come quella descritta oggi dall'Ansa... qual'è dunque la verità?????
non credere a queste buffonate,non e' la prima volta....
http://www.casaeclima.com/index.php?option=com_content&view=article&id=4923:artigiani-tante-richieste-ma-poche-figure-professionali&catid=3:newsflash&Itemid=56
Si è vero non ci va di fare un c..zo il lavoro c'è ma la voglia manca.
BASTAAAAAA!!!!con ste prese per il c..o il lavoro c'è ma manca lo stipendio e i diritti fatevele da soli se siete capaci squali fetenti le pizze altrimenti cacciate i SORDI buffoni voi e chi mette in giro ste balle megagalattiche
Credo che si siano bevuti troppe birre "dopo la pizza" .... eventualmente è vero il contrario o più probabilmente troppi ristoratori fanno i furbi e vogliono avere a portata un pizzaiolo da pagare con pochi spiccioli ma che lavori almeno 60 ore alla settimana ( la media delle ore di un pizzaiolo). Nonostante il costo contenuto del prodotto la crisi colpisce anche questo settore proprio perchè la pizza era un piatto che prima poteva concederesi anche l'operaio con uno stipendio base .... che ora non c'è più. Ma come sempre la soluzione che si trova in questi casi è sempre la stessa e la più facile ....ridurre lo stipendio a chi lavora .
Ciao a tutti, non posso fare a meno di scrivere due parole a riguardo. Anche io ho letto l'articolo in oggetto (ma ne ho letti anche altri riguardo i lavori richiesti ma di cui nessuno vuole più fare o giù di li...). Guarda caso sono stato a parma in occasione del campionato mondiale della pizza dal 15 al 17 aprile. E' stata in questa occasione che il FIPE a seguito di una tavola rotonda nel settore pizza ha lanciato "l'allarme" per la ricerca dei 6000 pizzaioli. Mi sono recato presso lo stand del FIPE con l'articolo in oggetto in mano chiedendo informazioni su come potevo migliorare la mia ricerca come aiuto pizzaiolo... Ho pensato che in mezzo alle 6000 richieste forse un posticino senza pretese ci fosse anche per me. Alla fine mi hanno detto che non potevano aiutarmi in quanto la ricerca non era stata fatta da nessuno dei presenti e mi hanno consigliato di telefonare presso il FIPE della mia zona. Il giorno dopo ho telefonato ma la risposta è stata che la ricerca riguardava una serie di dati incrociati derivanti da più fonti. Per cui alla mia domanda in che aree dell'italia ci fossero più richiesta non sapevano rispondere se non un generico "località turistiche". Lo dico subito, io sono un aiuto pizzaiolo scaturito da un corso e con un anno di esperienza... per cui non sono minimamente un pizzaiolo qualificato... è anche vero che da qualche parte bisogna cominciare io la buona volontà ce la metto e non pretendo uno stipendio da pizzaiolo professionista.
Salve a tutti.
Come molti, ho inviato anch'io una mail di critica e spiegazioni sull'indagine della FIPE.
Questa è la sua risposta:
(copio incollo per praticità)
Roma, 24 aprile 2013
Prot. n. 731
Gent.mo Signore,
mi scuso per non poterLe rispondere indicandoLa per nome ma la mail che mi ha indirizzato non forniva indicazioni. In ogni caso riscontro la nota con la quale ci segnala il forte disappunto in merito alla notizia stampa sulla richiesta di pizzaioli qualificati da parte delle imprese.
Che il tema del lavoro fosse un nervo scoperto del Paese lo sapevamo già attraverso la lettura dei numeri sul tasso di disoccupazione, in particolare giovanile.
Prima di fare valutazioni sulle criticità esistenti nel rapporto tra domanda ed offerta di lavoro è doveroso ricordare che il Ministero del Lavoro attraverso il sistema informativo Excelsior rileva trimestralmente i fabbisogni occupazionali delle imprese. Si tratta di un’indagine campionaria che coinvolge le imprese di tutti i settori produttivi e di tutte le dimensioni tesa a “misurare” dinamiche e caratteristiche dell’occupazione con particolare attenzione alle figure professionali richieste.
Scorrendo i dati più recenti relativi al primo trimestre del 2013 si scopre, ad esempio, che il mondo della ristorazione è al primo posto per numero di assunzioni previste nel trimestre pari ad oltre 20 mila unità di cui circa la metà stagionali. L’80% di queste assunzioni riguarda camerieri, cuochi e simili.
Guardando più indietro nel tempo si constata che le figure del cuoco e del pizzaiolo qualificati costituiscono una criticità del mercato del lavoro della ristorazione in parte perché non sempre di facile reperimento ed in parte perché le imprese dichiarano di reclutare personale che ha bisogno di essere adeguatamente formato.
Mi ha sorpreso che una nota volta a richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla mancanza di figure professionali qualificate nella ristorazione abbia fatto tanto “rumore”. Eppure il problema è noto e presenta numerose chiavi di lettura. Provo ad elencarle in punto di logica prescindendo dal rimando ai dati sopra citati perché mi sembra che non la convincano.
Primo. Non si può trascurare che le imprese della ristorazione presentino una certa vivacità imprenditoriale. Questo significa che ogni anno un certo numero di imprese avviano l’attività e, pertanto, cercano personale a prescindere da ciò che accade in quelle che chiudono. Le pizzerie sono uno dei segmenti più vivaci e non è difficile verificarlo girando per le città.
Secondo. Abbiamo la presenza di una significativa componente stagionale sia come accentuazione dell’attività di imprese annuali sia come avvio di imprese propriamente stagionali. Infatti, una quota rilevante dei fabbisogni di personale di cui abbiamo dato conto è di tipo stagionale. Questo vale anche per i pizzaioli che vengono assunti dalle migliaia di imprese che devono rinforzare l’organico in vista dei picchi stagionali e da quelle che si accingono a riavviare l’attività in una delle tante destinazioni turistiche del Paese. Provi a chiedere a qualcuna di queste imprese se trova con facilità personale qualificato. E provi anche a chiedere se è necessario erogare superminimi di una certa consistenza per garantirsi la fidelizzazione del personale qualificato.
Terzo. Che la ristorazione nonostante la situazione di difficoltà che stiamo vivendo e che non risparmia neppure le nostre imprese fosse ancora in grado di mantenere l’occupazione ed in qualche caso persino di incrementarla non lo diciamo noi. Lo affermano i dati dell’Inps e dell’Istat. E’ un abbaglio statistico che si infrange contro una realtà profondamente diversa? Può darsi, ma si dà il caso che noi, come tutti, non conosciamo un’altra strada per misurare questi fenomeni.
In conclusione desidero precisare che non ho mai parlato della presunta superiorità dei pizzaioli egiziani. Se rilegge l’articolo non farà fatica a darmene ragione. Ritengo, anzi, che la nostra cultura enogastronomica, anche con riferimento alla pizza, non sia seconda a nessuno.
Nell’auspicio che possa leggere con spirito diverso il grido di dolore che abbiamo voluto lanciare sui problemi delle nostre imprese, anche in relazione alla mancanza di personale qualificato, colgo l’occasione per inviarLe i più cordiali saluti.
Lino Enrico Stoppani
Sarebbe interessante oltre che corretto postare anche la tua mail di critica.
Sicuramente lino enrico stoppani è un bravo portavoce e usa toni garbati rendensi disponibile alla replica.
Io gli controbatterei i suoi tre punti con un'altra mail fossi in te.
sulla base delle mie esperinze ecco la mia risposta
Primo si è vero il mercato è vivace(che bel termine lol) e quelle che aprono "cercano personale" ma dai??? chi l'avrebbe mai detto..."a prescindere da quelle che chiudono" che secondo me non cercano più personale anzi incrementano la fila di chi cerca lavoro. Questa "vivacità" forse è anche frutto di imprenditori improvvisati ma questa è una mia considerazione che lascia il tempo che trova.
Secondo ne ho fatte sette di stagioni in località turistica nello stesso posto con due gestori differenti ho fatto anche amicizie personali in loco con cui per mantere i contatti ho cercato di rimanere nella zona come stagionale o fisso morale della favola stipendi da fame! Superminimo per fidelizzare il pizzaiolo sì in nero, in busta mai visto e sentito sarei curioso di vederne qualcuna di queste buste! Quante aziende fanno ciò forse il 10% del totale ciò quei pochi che imprenditori sanno lavorare( e pagare chi fa il loro successo).
Terzo Che il settore ristorativo sia l'unico che assume in questo periodo le do' ragione lo dicono i dati da lei citati purtroppo quello che non ci dicono i dati è il perchè tanta gente è disposta a far lavori in orari e condizioni disagiate per due soldi ....forse perchè dopo esser stati licenziati dall fabbrica/ufficio/artigianto/impresa familiare si deve pur mangiare.
Nell'auspicio che prima di lanciare grida di dolore per i problemi delle Vostre imprese in merito allla mancanza di personale qualificato ascolti la posizione del personale in questione le porgo cordiali saluti.
un persoanel qualificato
Lo Stoppani la risposta me l'ha mandata come file su carta intestata, quindi credo che la stessa l'abbiano ricevuta in molti (le decine di persone incazzate che di sicuro hanno inviato una mail con richiesta spiegazioni).
Un copia-incolla come risposta dimostra chi sono questi tizi e il vero interesse che hanno sui problemi della gente...
Egreggio Signor Stoppani, buon giorno, sono un Pizzaiolo, uno di quei tanti ragazzi, chi più chi meno, che tutte le mattine quando si sveglia, si fa un caffè accende la tv e la sintonizza sul primo telegiornale in rotocalco al momento, lo si fa più per abitudine che per reale necessita di sorbirsi ancora le manfrine divulgate dai media oggi, e a tal proposito il mio messaggio. Che i mezzi di informazione oggi reclamizzino e sponsorizzino una realtà fittizia,che siano manovrati verso una propaganda atta a indottrinare il pensiero delle persone e scuoterne la già esile e precaria stabilità emotiva , questo si sapeva, o almeno e noto a tutti quegli esseri umani che ancora godono della funzione attiva di due sinapsi e 4 neuroni. Lasciando stare la lunga premessa si immagini la mia sorpresa quando all'improvviso sento che in Italia, paese mio nativo, che ho dovuto abbandonare anni orsono per una reale e concreta crisi che attanagliava il mio settore lavorativo, si cercano disperatamente 6000 pizzaioli professionisti!!!! Finalmente un miracolo penso io! Si immagini la felicità di un ragazzone di 35 anni, quale sonno, che finalmente può pensare di tornare a casa dopo più di 11 anni passati all'estero girovagando per il mondo, e privandosi del calore della propria terra e della propria famiglia! Però aspetta, immediatamente mi rendo conto che la situazione e ben diversa e sa perché? Perché dopo aver ascoltato la sua intervista realizzo che ancora una volta in Italia i media spalleggiati da enti come quello che lei presiede danno un immagine del paese e del mondo che non è reale.Ma come non si danno riferimenti? Nessuno nominativo? Nessun indirizzo? In fine nessuna reale opportunità di lavoro, ma solo una sterile analisi di qualche agenzia di sondaggio o di statistica!??? Ma questa e mala informazione, questa e menzogna, questa e propaganda della peggior specie!!!! Pensate Voi come si è sentito in quel momento il Pizzaiolo italiano disoccupato, che dopo anni di esperienza sul campo e soldi spesi per una maggiore istruzione tecnica e teorica, si caro dottore presidente anche noi studiamo e molto sa, si sente dire e sbattere in faccia dai media che noi italiani non vogliamo più farlo questo lavoro perché siamo dei rammolliti, perché e un lavoro duro, perché è un lavoro che ormai solo gli extracomunitari vogliono affrontare e sono anche diventati più bravi di noi!!!!!!!! Scusi l'ardire egregio Presidente ma lei dove vive!???? Lei conosce qualche pizzaiolo??? Io si e tanti e nelle mie ossa porto i segni di anni passati davanti a un forno a cuocermi le braccia per far felici i clienti, clienti come lei che ogni sera quando tornano "stanchi dal lavoro" posso avere il lusso di dire "dai andiamo a mangiare una pizza", "ma dove andiamo a mangiarla questa pizza?","andiamo li perché e buonissima e poi la digerisco subito"ecc ecc..Veda Presidente,io credo che lei non si sia mai posto il problema effettivo del perché alcune pizze le digerite e altre no, e io non ho il tempo ne la voglia di spiegarglielo adesso, ma nel nostro campo ci sono ancora grazie a Dio professionisti che sanno quello che fanno!!! Che hanno fatto la gavetta, che si sono pagati a loro spese il praticantato, che si aggiornano in continuazione sulle tecniche di lavorazione degli impasti spendendo soldi in libri e in corsi preposti, che hanno il diritto di essere rispettati e Voi a le vostre sparate mediatiche offendete ME e tutta la mia categoria! Ha mai provato ad affrontare una nostra giornata lavorativa!? HO proprio idea di no? Lei sa cosa vuol dire minimo 10 ore di lavoro al giorno, perché signor presidente noi non lavoriamo solo quando il ristorante è aperto ma anche prima e dopo, ci vuole tempo per preparare le delizie che voi venite a consumare presso i nostri ristoranti, vogliamo parlare a lungo andare di quanto fisicamente e socialmente sia logorante questo lavoro? O vogliamo concentrarci sul fatto che i contratti nazionali lavoro sono iniqui e scandalosamente inadeguati alla professione, continuiamo menzionando che noi non timbriamo un cartellino e non siamo pagati ad ore, gli straordinari non esistono, sa tante volte per coscienza si va al lavoro anche malandati e malati, io lo faccio, per non abbandonare il proprio datore di lavoro e costringerlo a chiudere temporaneamente, a già vogliamo parlare del diritto alla "malattia retribuita" che spesso non ci compete quando lavoriamo all'estero, o dell'infortunio!? Ma dai perché non accennare il fatto che a livello contributivo, lavorando sempre all'estero perché in Italia non c'è lavoro, non percepisci nulla, e vogliamo parlare del fatto che, un lavoratore normale alle 7 di sera è a casa a godersi i suoi figli e sua moglie stare sul divano a guardare un film, e noi invece siamo dietro ad un bancone fino alla mezza notte aspettando voi clienti, sempre pronti a dare il massimo della qualità e della cortesia, perché questo e il nostro lavoro e noi lo AMIAMO!!!!! Ma oggi questo amore c'è lo stanno strappando ci stanno calpestando e umiliando come schiavi ignoranti, come bassa manovalanza senza diritti ne dignità, si caro presidente è questa la situazione che i media dovrebbero far emergere!!!! I posti di lavoro non esistono, le offerte non esistono, esistono pretese senza nessun limite esistono meccanismi di ricatto socio morale ai quali padri di famiglia, con figli da sfamare, non si possono sottrarre e quindi si piegano a dove accettare. E si caro presidente perché fare il pizzaiolo, con le premesse sopra citate, per un salario che non sia almeno di 1800/2000 euro al mese e classificato come schiavismo!!!! A capito adesso perché, pur anche da attestare la veridicità dell'esigenza di pizzaioli a cui io personalmente non credo, la gente come lei si dovrebbe chiedere perché!???!!!! PERCHE' non si può chiedere a una persona di lavorare a quei ritmi e condizioni per 600/100 0 euro al mese carissimo presidente!!!!!!!!!!!!!!!! E già ben venuto nel mondo reale !!!!!!!Adesso le cose sono due: o si fa una bella smentita via media di tutto ciò che è stato detto e dichiarato dando vera luce al problema di fondo, si comincia a legiferare la nostra figura professionale inserirla in un percorso di studi di classe alberghiera, come i cuochi, e si pongono le basi per un futuro fatto di professionisti legalmente riconosciuti e adeguatamente PAGATI con nuove formulazioni di contratti del lavoro o rimaniamo sempre nel BEL PAESE dove le chiacchere si diffondo nell' aria alla velocità della luce per poi schiantarsi al suolo sotto la forza gravitazionale di una realtà disperata, in cui noi lavoratori e gente comune viviamo da sempre!!!!!!! Egregio signor presidente pensi a quello che dice la prossima, perché raccontare mezze verità o verità distorte non si può classificare come buona e sana informazione!!!!! Con rispetto la saluto augurandole BUON LAVORO....