circoli e associazioni sportive
Dopo il 12° o 13° controllo della finanza in meno di un anno, mi sono informato su cosa stia succedendo nella mia zona. In pratica mi hanno lasciato intendere che c'è una disputa tra 2 bar e i 2 nuovi circoli che hanno aperto. Uno gestito da 2 ragazze fà musica fino al mattino, l'altro è un piccolo chiosco in legno adiacente ad un campo da calcetto. La finanza già che c'è controlla pure tutti gli altri.
Ora io mi chiedo ma perchè noi poveri cristi dobbiamo vivere perseguitati da mille preoccupazioni i controlli dell'asl della finanza, gli studi di settore, tremonti che fà le agevolazioni e poi se le rimangia? Facciamo un'associazione "amanti della pizza" andiamo da un notaio, facciamo lo statuto. Le pizzerie che si associano lavorano in esenzione fiscale, e ai clienti facciamo pagare una tessera associativa di 1 euro all'anno(che magari gli regaliamo con la prima pizza) e la finiamo con sta dittatura fiscale.
Che ne pensate? io ho paura che il nuovo circolo sportivo se vuole può anche mettersi a fare pizze senza pagare iva e imposte.
Quindi magari basta anche solo mettersi un campo da calcetto o un laghetto per pescare, fare un'associazione sportiva e il gioco è fatto! [46]
82.52.139.65
bravo ,, lo trovo giusto ,, io ho un laghetto ma sono talamente scemo da essere ditta ,, tutti i mie colleghi , non pagano un cazzo di tasse ,,,,
siamo forse in italia????
151.49.28.213
però non facciamo confusione.... chi ha detto che non si paga l'iva???
come soluzione credo sia adatta a chi vuole guadagnare la sua paga settimanale e basta.
D'altra parte sei stato tu a dirlo,che la finanza li controlla di continuo.
In generale tutti gli artigiani sono maltrattati in Italia,eppure l'Italia la salvano loro.
151.56.98.52
bilancio pari a zero !!! niente iva , niente tasse
151.49.28.213
La finanza controlla solo che i clienti abbiano la tessera di socio, i circoli non versano iva e non pagano imposte sul reddito.
151.83.153.5
non conosco dettagliatamente la realtà dei circoli,cmq la valutazione da fare è certamente diversa.L'iva la pagate sugli acquisti... quindi la pagate lo stesso e non la potete scaricare.Se evidentemente un circolo non fa scontrini non versa iva allo Stato perchè non ne incassa.Se poi si fa pagare nonostante sia un circolo evade e basta.E corre gli stessi rischi di qualsiasi esercente che evade. [41]
151.56.116.196
fai conto che un circolo ,, paga le stesse tasse ,, che ne so , di una madre che cucina alla famiglia ,,
i prezzi ormai sono uguali alle altre attivita ,
basta essere in 5 per fare il consiglio direttivo ,, ed il gioco e fatto , niente iva , niente di niente , nemmeno lo siae ,, o in piccola parte ,,,
151.49.32.28
fai conto che un circolo ,, paga le stesse tasse ,, che ne so , di una madre che cucina alla famiglia ,,
i prezzi ormai sono uguali alle altre attivita ,
basta essere in 5 per fare il consiglio direttivo ,, ed il gioco e fatto , niente iva , niente di niente , nemmeno lo siae ,, o in piccola parte ,,,
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massy ho capito il discorso tasse e condivido.Ci tenevo solo a puntualizzare che l'iva è fuori da questo discorso perchè se la incassi dai clienti la versi e se la paghi ai fornitori la detrai.Anzi l'iva la paga proprio la massaia,perchè ultima nella catena.... in questo caso il circolo paga l'iva perchè quella sugli acquisti non la porta in detrazione.Mentre le pizzerie normali invece non ci rimettono una lira(euro [3] ) di iva.Spero sia chiara la spiegazione.
151.56.116.196
si però noi l'iva la paghiamo al 4% sulle forniture ma quando vendiamo la pizza l'iva è al 10%!
87.0.214.6
non cambia nulla Jerry,la somma è sempre eguale a zero.
Ti riporto la spiegazione tratta da wiki.
L'IVA è un'imposta generale sui consumi, che colpisce solo l'incremento di valore che un bene o un servizio acquista ad ogni passaggio economico (valore aggiunto), a partire dalla produzione fino ad arrivare al consumo del bene o del servizio stesso. Attraverso un sistema di detrazione e rivalsa (addebito) diritto di rivalsa, l'imposta grava completamente sul consumatore finale mentre per il soggetto passivo d'imposta (il contribuente) rimane neutrale. Infatti il soggetto passivo d'imposta, che è colui che cede beni o servizi, può detrarre l'imposta pagata sugli acquisti di beni e servizi effettuati nell'esercizio d'impresa, arte o professione, dall'imposta addebitata (a titolo di rivalsa) agli acquirenti dei beni o committenti dei servizi prestati.
L'IVA pertanto rappresenta un costo solamente per i soggetti che non possono esercitare il diritto alla detrazione e quindi, in generale, per i consumatori finali.
Nell'imposta sul valore aggiunto occorre quindi distinguere il contribuente di fatto (il consumatore finale), che pur non essendo soggetto passivo dell'imposta stessa ne sopporta l'onere economico (o come si usa dire, è inciso dall'imposta) e il contribuente di diritto (di norma un imprenditore) su cui gravano tutti gli obblighi del soggetto passivo d'imposta, ma per il quale l'imposta stessa è dal punto di vista economico neutrale.
Esempio: un commerciante acquista materia prima per un valore di 1000 euro, per cui pagherà una somma di 1200 euro (1000 + 200 di IVA). Supponiamo ad esempio che a seguito di una serie di lavorazioni effettuate su di essa, il valore finale del prodotto lavorato sia di 1200 euro. Al momento dell'acquisto, l'utente finale verserà al commerciante una somma di 1440 euro (1200 + 240 di IVA). La somma che il commerciante è tenuto a versare allo stato non è 240 euro, ma 240 – 200 = 40 euro (IVA che il commerciante ha ricevuto dall'utente finale a netto di quella versata per acquistare la materia prima). In questo senso il commerciante è soggetto passivo d'imposta e può detrarre l'imposta pagata sugli acquisti (i 200 euro di IVA pagate all'acquisto della materia prima) dall'imposta addebitata sulle vendite (i 240 euro di IVA versate dall'utente finale al commerciate). Inoltre il commerciante è anche neutrale rispetto all'IVA: ha ricevuto dall'utente finale 240 euro di IVA, ne ha versato 200 al momento dell'acquisto della materia prima ed altre 40 allo stato (in totale non ha ricavato né perso nulla in termini di IVA, salvo il 20% sul proprio lavoro). L'utente finale invece (che non rivende la merce né ne aumenta il valore ma semplicemente la utilizza per i suoi scopi), paga interamente l'IVA allo stato, senza poter detrarre nulla.
151.56.42.230
Certo ma se io acquisto 1000 euro di forniture dove pago l'iva al 4% (formaggi salumi farina) pago 40 euro di iva. Con quei 1000 euro di forniture io riesco a vendere pizze per 4000 euro dove però l'iva è al 10%. Quindi l'iva che incasso è 363euro a cui tolgo i 40 euro di forniture. quindi devo dare allo stato 323 euro.
Il circolo se li tiene. Difatti quando non batti lo scontrino quello che ti intaschi subito è proprio l'iva. per questo la finanza controlla che i negozianti battano gli scontrini! [8]
87.0.206.89
Jerry credo di aver capito cosa intendi,ma tu fai un processo alle intenzioni, che non possono essere generalizzate.Ci sono certamente circoli che attuano una condotta scorretta .... non è detto che lo siano tutti.In un post precedente avevo premesso che la condotta di chi usa il circolo come paravento è assimilabile a quella dell'esercizio commerciale che evade... entrambi ne hanno possibilità,entrambi corrono dei rischi.
I punti critici dell'argomento sono che i circoli non possono essere a fine di lucro e che i locali devono essere all’interno della sede del Circolo,non possono avere accesso diretto da strade, piazze ed altri luoghi pubblici e che all’esterno della struttura non possono essere esposte insegne che pubblicizzino le attività di somministrazione effettuate all’interno.
Ora in un normale svolgimento delle cose all'interno del Circolo dovrebbero arrivarci i soci,che sono i veri destinatari delle agevolazioni .... e se ci arriva qualcun altro è impensabile che non sia consapevole della natura del locale.In entrambi i casi il frequentatore credo che pretenderà di non pagare quello che paga per una pizza in pizzeria e certamente sarebbe restio a pagare un addebito giustificato come Iva.Quindi il vero beneficiario di quella esenzione iva è il socio,non chi lo gestisce. Inoltre se il circolo non è a fine di lucro,non può distribuire utili .... uno di quegli escamotage che può andar bene se ti devi portare la tua paghetta a casa,altrimenti ci dovrebbero essere macroscopiche manovre che non sfuggirebbero ai controlli della GdF.
Io capisco il rammarico di chi deve competere con un "concorrente" che opera fuori dalle norme.Ribadisco che il discorso iva è diverso,perchè i beneficiari sono i soci,esentati dal pagarla.Ma che cmq questo vantaggio si trasmette anche al gestore del Circolo che può praticare prezzi più bassi. [41]
151.56.42.230
Infatti la cosa interessante è capire se si possa fare asporto.
All'interno fanno il menu turistico a mezzogiorno a 8 euro, facendo concorrenza ai ristoranti che sul mezzogiorno ci campano. Bisogna vedere se non si mettono anche a fare pizze!!
ma penso che nessuno possa impedirgli di mettere un forno daltronde il locale è privato e possono fare quello che gli pare. [22]
87.0.206.89
allora ,, non ci siamo capiti ,, fai tutto quello che vuoi , non sei soggetto a controlli ecc !! oltre le numerose agevolazioni ,, fai ristorazione ,, punto e basta ,, solo che nel nome del partito sei come un privato in casa ,,
l iva e solo una piccola cosa oltre tutto il resto !!!!
151.49.24.6