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pizza alla romana o pizza in teglia questo e il dilemma.........

(@-3396)
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 iinanzitutto un saluto a tutti quanti ed un ringraziamento anticipato a chi puo aiutarmi

dunque x colpa di questa crisi ho deciso di cambiare lavoro e andarmene su un isola all estero pero prima ho deciso di fare un corso di pizzeria presso un istituto alberghero, aime ho scoperto che fare la pizza nn e semplicema sono un tipo testardo  .ora mi sono comperato un piccolo forno professionale dove sto facendo prove su prove. venendo al mio problema , vorrei imparare questa benedetta pizza alla romana se qualcuno potesse spiegarmi passo passo dal tipo di farina cioe dalla sua forza e che sistema usare x impasto  se diretto oppure polisch e temperature forno sia quella superiore che quella inferiore.... so che chiedo molto ma se qualcuno sara cosi gentile di aiutarmi...ringrazio tutti anticipatamente

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Topic starter Pubblicato : 16/05/2012 16:53
(@osvaldo-corinaldesi)
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[quote=pizzaiolodellisola]

 iinanzitutto un saluto a tutti quanti ed un ringraziamento anticipato a chi puo aiutarmi

dunque x colpa di questa crisi ho deciso di cambiare lavoro e andarmene su un isola all estero pero prima ho deciso di fare un corso di pizzeria presso un istituto alberghero, aime ho scoperto che fare la pizza nn e semplicema sono un tipo testardo  .ora mi sono comperato un piccolo forno professionale dove sto facendo prove su prove. venendo al mio problema , vorrei imparare questa benedetta pizza alla romana se qualcuno potesse spiegarmi passo passo dal tipo di farina cioe dalla sua forza e che sistema usare x impasto  se diretto oppure polisch e temperature forno sia quella superiore che quella inferiore.... so che chiedo molto ma se qualcuno sara cosi gentile di aiutarmi...ringrazio tutti anticipatamente

Ma scusa alla scuola che hai frequentato, non ti hanno dato nemmeno uno straccio di impasto base, se non sappiamo a che livello sei come facciamo ad aiutarti?dici di avere un forno, bene, ma fino ad oggi, cosa ci hai cotto? i peperoni? eh? facci sapere.ciao.

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Pubblicato : 16/05/2012 20:24
(@-3396)
Membro Registered

 x osvy  

la scuola che ho frequentato mi hanno insegnato la pizza al piatto tipo napoletana che tutto sommato mi viene abbastanza bene 

il fatto e che se possibile vorrei sapere il procedimento della pizza romana

ho provato con diverse farine dalla 180 ,220 fino alla manitoba  con sistema diretto  sia con sistema polisch 

normalmente con sistema polisch metto 4 gr di lievito  di birra  x kg di farina lasciando il polisc anche 48 ore a fermentare

poi una nuova lievitazione in teglia dopo il riintegro con farina meno forte x riattivare l impasto

ma cuocendo in forno a 280 gradi mi si indurisce troppo il bordo e nn si gonfia a sufficenza e poi prende un odore strano   sicuramente sto sbagliando tutto xche ho modificato una ricetta di pizza in teglia  che oltre tutto mi veniva bene  

grazie a chi mi puo aiutare

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Topic starter Pubblicato : 16/05/2012 22:15
(@-1749)
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ti posto la spiegazione del ,maestro Maurizio Capodicasa

 

Per tutti coloro che parlano di impasto per teglia

Periodo di extra lavoro, per cui sono stato poco sul Forum : vedo ancora che si parla di pizza in teglia alla Romana, parliamo invece di impasto per pizza in teglia ,in merito ho già risposto per la discussione " ALLA ROMANA " .Vorrei chiarire ciò che riguarda questo argomento , sarò forse un pò lungo ,poi ognugno trarrà le sue conclusioni con relativi pareri più o meno positivi in merito.Nel 1991 Pizza e Pasta Italiana ha ideato insieme al sig. Di Marco e Angelo Iezzi la prima scuola di pizza in teglia , dove si insegnava tecniche di impasto con lavorazione a freddo e maturazione in frigo.Da questa scuola su insegnamento di DI MARCOsono usciti insegnanti come IEZZI,MENON,CAPODICASA, e forse qualcuno di cui al momento , e me scuso, non ricordo il cognome.Questa tecnica di lavorazione è basata sul freddo e nell'usare farine con w elevato ( 320-360),per poi dopo eseguito l'impasto farlo maturare in frigo x un tempo variabile da 24 a 96 ore , dove a mia discrezione (minimo 22 ore) lavorato ( si fanno le pagnotte , riposo , stesura farcitura, infornare).Questa la prassi di lavoro.Per l'impasto invece cè da chiarire e dire alcune cose,personalmente le insegno insieme a DI MARCO da circa 20 anni dove in queso arco di tempo sono state affinate tecniche che inizialmente non venivano effetuate.IL TUTTO SEMPRE CON LO SCOPO DEL PRODOTTO CHE SI VUOLE OTTENERE.Cè da dire che importante sono le temperature iniziali nel fare l'impasto e le temperature di mantenimento di esso durante il riposo in frigo.Questa tecnica parte da una temperatura iniziale che varia da 7 a 13 gradi al massimo,più è freddo e migliore sarà il risultato finale,per cui si usa ghiaccio con acqua o addirittura farina messa in frigo x 12 -14 ore x cui possiamo partire da temperature molto basse.Il fatto di usare 80% iniziale di acqua serve solo a scaldare inizialmente l'impasto ( attrito maggiore ) per poi portarlo alla temperatura finale di un massimo di 24 gradi.Quindi si parte freddo e poi si arriva al caldo.Conviene sempre partire dall'acqua onde evitare grumi durante la lavorazione, poi la farina, indi il lievito e si fa partire l'impastatrice, in 1° vel. per 1 - 2 min. poi passiamo alla 2° vel. per scaldare l'impasto dove durante questa fase vado a consumarmi parte dell'acqua ( 20%) mettendola intorno pian piano o al centro per portare l'impasto intorno a 20 gradi ,si aggiunge il sale ,sempre in 2° vel. poi di seguito una volta assorbito, l'olio (in 1° vel. ) e in finale si porta sempre in sec. velocità l'impasto vicino alla temperatura di 22- 24 gradi ,variabile in funzione di una temperatura ambiente più o meno bassa ( 20 gradi) opp alta super. 25 gradi ,cioè in ambienti freddi siamo al finale a 24 , viceversa per un ambiente caldo.Il tutto si fa riposare x circa 2 ore (variabile naturalmente sempre in funzione dell'ambiente)dove in questo tempo si fanno piccoli giri vasca ( 2-3) con cadenza sempre variabile in funzione ambiente ( 15 min x freddo -1 ora circa x caldo).L'impasto con questi piccoli giri non fa altro che asciugare e prendere forza .Ricordare che la lievitazione asciuga l'impasto.Al termine si mette in frigo e si fa MATURARE.Il resto è subordinato a ceste di contenimento( direi circa 15-16 kg. impasto x cesta).Lo staglio va fatto in cassette alte 7 cm , fatto riposare x il raggiungimento della temperatura giusta x la lavorazione.Questo è quanto e non ci sono tecniche x fare questa lavorazione diverse a mio parere ,poi ognuno se la gira come vuole ma questa è quasi sempre stata la tecnica insegnata e TRASMESSA DA DI MARCO A IEZZI,MENON,CAPODICASA.

__________________

Maurizio Capodicasa

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Pubblicato : 16/05/2012 22:43
(@osvaldo-corinaldesi)
Membro Registered

[quote=il rusticone]

ti posto la spiegazione del ,maestro Maurizio Capodicasa

 

Per tutti coloro che parlano di impasto per teglia

Periodo di extra lavoro, per cui sono stato poco sul Forum : vedo ancora che si parla di pizza in teglia alla Romana, parliamo invece di impasto per pizza in teglia ,in merito ho già risposto per la discussione " ALLA ROMANA " .Vorrei chiarire ciò che riguarda questo argomento , sarò forse un pò lungo ,poi ognugno trarrà le sue conclusioni con relativi pareri più o meno positivi in merito.Nel 1991 Pizza e Pasta Italiana ha ideato insieme al sig. Di Marco e Angelo Iezzi la prima scuola di pizza in teglia , dove si insegnava tecniche di impasto con lavorazione a freddo e maturazione in frigo.Da questa scuola su insegnamento di DI MARCOsono usciti insegnanti come IEZZI,MENON,CAPODICASA, e forse qualcuno di cui al momento , e me scuso, non ricordo il cognome.Questa tecnica di lavorazione è basata sul freddo e nell'usare farine con w elevato ( 320-360),per poi dopo eseguito l'impasto farlo maturare in frigo x un tempo variabile da 24 a 96 ore , dove a mia discrezione (minimo 22 ore) lavorato ( si fanno le pagnotte , riposo , stesura farcitura, infornare).Questa la prassi di lavoro.Per l'impasto invece cè da chiarire e dire alcune cose,personalmente le insegno insieme a DI MARCO da circa 20 anni dove in queso arco di tempo sono state affinate tecniche che inizialmente non venivano effetuate.IL TUTTO SEMPRE CON LO SCOPO DEL PRODOTTO CHE SI VUOLE OTTENERE.Cè da dire che importante sono le temperature iniziali nel fare l'impasto e le temperature di mantenimento di esso durante il riposo in frigo.Questa tecnica parte da una temperatura iniziale che varia da 7 a 13 gradi al massimo,più è freddo e migliore sarà il risultato finale,per cui si usa ghiaccio con acqua o addirittura farina messa in frigo x 12 -14 ore x cui possiamo partire da temperature molto basse.Il fatto di usare 80% iniziale di acqua serve solo a scaldare inizialmente l'impasto ( attrito maggiore ) per poi portarlo alla temperatura finale di un massimo di 24 gradi.Quindi si parte freddo e poi si arriva al caldo.Conviene sempre partire dall'acqua onde evitare grumi durante la lavorazione, poi la farina, indi il lievito e si fa partire l'impastatrice, in 1° vel. per 1 - 2 min. poi passiamo alla 2° vel. per scaldare l'impasto dove durante questa fase vado a consumarmi parte dell'acqua ( 20%) mettendola intorno pian piano o al centro per portare l'impasto intorno a 20 gradi ,si aggiunge il sale ,sempre in 2° vel. poi di seguito una volta assorbito, l'olio (in 1° vel. ) e in finale si porta sempre in sec. velocità l'impasto vicino alla temperatura di 22- 24 gradi ,variabile in funzione di una temperatura ambiente più o meno bassa ( 20 gradi) opp alta super. 25 gradi ,cioè in ambienti freddi siamo al finale a 24 , viceversa per un ambiente caldo.Il tutto si fa riposare x circa 2 ore (variabile naturalmente sempre in funzione dell'ambiente)dove in questo tempo si fanno piccoli giri vasca ( 2-3) con cadenza sempre variabile in funzione ambiente ( 15 min x freddo -1 ora circa x caldo).L'impasto con questi piccoli giri non fa altro che asciugare e prendere forza .Ricordare che la lievitazione asciuga l'impasto.Al termine si mette in frigo e si fa MATURARE.Il resto è subordinato a ceste di contenimento( direi circa 15-16 kg. impasto x cesta).Lo staglio va fatto in cassette alte 7 cm , fatto riposare x il raggiungimento della temperatura giusta x la lavorazione.Questo è quanto e non ci sono tecniche x fare questa lavorazione diverse a mio parere ,poi ognuno se la gira come vuole ma questa è quasi sempre stata la tecnica insegnata e TRASMESSA DA DI MARCO A IEZZI,MENON,CAPODICASA.

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Maurizio Capodicasa

Meglio di così, non potrai fare.

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Pubblicato : 17/05/2012 05:32
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