Che i fast food non siano luoghi di allenamento della salute, è risaputo. Ma da oggi, i newyorkesi che ancora non ne erano a conoscenza o non se ne curavano troppo, ce l’avranno davanti agli occhi.
Il sindaco Bloomberg è riuscito ad emanare una legge che impone alle catene di ristorazione con almeno 15 sedi negli Usa, di segnalare l’esatto corrispettivo delle calorie contenute nei cibi serviti.
Un essere umano adulto necessita di circa mille calorie al giorno. Un hamburger cotto in una catena di fastfood ne contiene anche 1500. Addirittura un’insalata servita a Mc Donald’s o da Starbucks arriva a contenerne più di 800.
Così, il sindaco di New York ha deciso di varare una misura che mira a ridurre il numero dei nuovi obesi e delle persone che potrebbero ammalarsi di diabete. Entro poco tempo, ogni catena di ristorazione dovrà segnalare sul menù o su appositi cartelloni illustrativi quante calorie contengono i cibi, le bevande e i dolci, con la speranza che queste informazioni portino consapevolezza nei consumatori e, progressivamente, le dissuadano a consumare cibi ipercalorici.
All’iniziativa di Bloomberg hanno già aderito alcune catene come Starbucks, Quiznos, Subway, Chipotle, mentre altre come Mc Donald’s, Burger King, Domino’s e Pizza Hut le hanno già dichiarato guerra.
Per il momento, però, esistono due problemi: primo, la misura è confinata alla sola New York e, secondo, gli abituali clienti dei fast food sono già a conoscenza dei danni che il consumo di un McCheese e di una Peperoni Lover’s Pizza provoca.
Con buona pace di Bloomberg e delle catene di fast food.
Redazione Pizza.it
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